Re: [pace] lettera a perta a Prpdi



                                                                            Io parlo per ver dire,
                                                                            non per odio altrui né per disprezzo
 
Mi spiace dover dire all'amico Dellacorte che non sono d'accordo,  né sul modo né sul merito,  circa quanto scrive  a proposito della lettera indirizzata da  Enrico Peyretti  a Prodi.
Sul modo: se conoscesse Enrico personalmente come me, sicuramente non si sognerebbe di insultarlo implicitamente come ha fatto con il suo intervento sprezzante "a gamba tesa". Gli basterebbe guardarlo in faccia, per usare tutt'altro tono. E comunque, non è questa la sede in cui tra amici virtuali e compagni si discute di ciò che è meglio per ciò che a tutti noi sta a cuore, la pace? Se ci trattiamo bellicosamente tra di noi  che speranza abbiamo di poter convincere i signori della guerra a battere altre strade?, e che diritto abbiamo di farlo?
Sul merito: quanto detto riguardo al comportamento dovuto ad Enrico, vale anche  per Prodi, anzi di più, e di più ancora se ci rivolgessimo al peggior nemico della pace: che so, Borghezio o Bush. Perché se con questi vogliamo parlare, e dobbiamo farlo,  lo scopo non può essere quello di sfogare la nostra amarezza o rabbia, per legittima che sia, ma la speranza di suscitare in loro  un barlume di resipiscenza. E il disprezzo non ha mai convinto nessuno.
Aggiungo un'altra considerazione che considero sostanziale: ed è che il potere ha una sua logica ferrea e se si vuole gestirlo (o pretendere di gestirlo) bisogna obbedirle, finendo un po' come la  classica mosca che conquista la carta moschicida. Ne è una prova la sorte capitata a RFC, per due volte al governo (1996-98, 2006-2008) e per due volte trovatosi nell'alternativa di accettare tale logica o di far cadere il governo. L'ha prima volta ha finito col rifiutarla, la seconda per subirla, col risultato in entrambi i casi che il governo è caduto e quello che l'ha seguito ha fatto di peggio. Per caso, non era meglio - non è meglio - agire sulle istituzioni al di fuori di esse, come movimento, anziché restarne prigionieri e resi innocui, come partito?
Buon lavoro e cordialità
Giuliano Martignetti
 

Lorenzo Dellacorte wrote:

Suggerirei di fare una colletta on-line per accompagnare questa lettera con un simpatico regalo di ringraziamento: un biglietto aereo di sola andata per il Bagno Penale della Cayenna!
 
----- Messaggio originale -----
Da: Enrico Peyretti <e.pey at libero.it>
A: lista Peacelink Pace <pace at peacelink.it>
Inviato: Gioved 5 giugno 2008, 16:31:59
Oggetto: [pace] lettera a perta a Prpdi

08 06 02 Lettera aperta a Prodi 2 versione riveduta 
Torino, 2 giugno 2008
 
Caro Romano Prodi,
ci siamo scritti alcune volte negli anni scorsi, per due o tre volte mi hai cortesemente risposto, e hai anche preso liniziativa di darci del tu, anche se di persona ci siamo visti in poche occasioni.

Oggi, festa della Repubblica e della Costituzione, invece di guardare la parata militare, tutta senza senso in questo giorno di pura democrazia civile e non armata (Napolitano continua a parlare di una patria militare, con linguaggio arcaico; oggi avrebbe detto che le forze armate sono garanzia della Costituzione!!!), ti scrivo questa difficile lettera aperta, dopo la fine per me molto spiacevole del tuo governo e dopo il risultato sciagurato, favorito da alcuni errori di Veltroni e altri, e da regole assurde, delle elezioni politiche del 13-14 aprile. Subito, il nuovo governo ha rimescolato la melma razzista, la guerra ai poveri, nel fondo dellanimo degli italiani.

Nella mia condizione di insegnante in pensione attiva, di manovale delle idee e delle informazioni negate, impegnato negli studi e nei movimenti per la pace nonviolenta, ho sempre apprezzato e sostenuto il tuo governo, pur criticandone la politica militare: le crescenti spese, la cessione passiva agli Usa del Dal Molin di Vicenza, la permanente guerra in Afghanistan.

Per avere espresso tolleranza, insieme alla disapprovazione, verso la presenza italiana in questa guerra, allo scopo di evitare il peggio che ora infatti il governo Berlusconi prepara, mi sono preso, da qualche pacifista senza senso della possibilit e della gradualit, laccusa di complice di quella guerra, accusa riservata, tra altri, anche alla senatrice Lidia Menapace, per la stessa ragione.

Ora che nessuno, neppure tra membri e alleati, d un qualche riconoscimento al tuo governo, mi vanto di farlo, da comune cittadino: volentieri e sinceramente riconosco la tua seriet e onest, inconfrontabile col clima incivile che si subito creato col nuovo governo (altro che larmonia di cui il Papa gioisce!). Per unisco a questo riconoscimento una critica riguardo alla politica di pace, convinto come sono che o la politica pace positiva e costruttiva, o non davvero politica.

 

Economia e civilt

A quanto capisco, hai lavorato bene nel campo economico, senza per riuscire a spiegare agli italiani che dal risanamento della economia generale e pubblica, dallestirpare evasione fiscale, corruzione e sprechi pubblici, pu venire un miglioramento delle economie familiari. Ti mancata la maniera e la collaborazione efficace per comunicare coi cittadini ed estendere tra loro il consenso risicato in Parlamento. Cos forse avresti potuto abbattere per legge il conflitto di interessi e ridurre i privilegi della odiata casta politica. Forse il centro-sinistra non avrebbe perso cos male le elezioni.

Ma la politica non solo economia. Liniziativa della moratoria della pena di morte nel mondo stato un segnale ottimo di ci che la politica deve essere: difesa e affermazione dei valori umani, dei diritti e doveri universali, in primo luogo a tutela delle persone e dei popoli pi deboli. Ci deve valere anzitutto nel ripudiare politiche di guerra e nel cercare accanitamente politiche di pace attiva. La quale significa non solo evitare la guerra, ma costruire politiche, strutture, mezzi e culture di trasformazione e soluzione dei conflitti anche acuti con mezzi civili, non omicidi. Questo possibile se si conoscono e si sviluppano le culture nonviolente positive, le ricerche, le esperienze storiche, e se si ha la volont politica.

Io non intendo giudicare il tuo personale operato, ma discutere certi atti della politica da te guidata, ben sapendo a quanti condizionamenti, anche duri o terribili, pu essere stata sottoposta. Parlo di Afghanistan, spese militari, e Dal Molin. E poi di due notizie recenti.

 

Afghanistan

La guerra statunitense allAfghanistan per non dire di quella ancora pi oscena allIraq, dalla quale il tuo governo ritir le armi italiane (come aveva promesso anche Berlusconi) ma non gli interessi petroliferi stata una risposta criminale al crimine del terrorismo; una risposta non solo inutile, ma peggiorativa, nuovo alimento alla violenza complessiva. Non una politica cieca, ma cinica, che profittava dellemozione e della solidariet mondiale dopo l11 settembre, sciagura ben utilizzata da Bush come opportuna, per rilanciare ed espandere lindustria stragista e il dominio imperiale. L11 settembre non giustificava la risposta bellica. Lavallo dellOnu fu a sua volta illegale, perch per Statuto essa non pu fare n autorizzare guerre, ma solo azioni di polizia, e la differenza non di parole ma essenziale: la polizia corretta riduce la violenza, la guerra la accresce. La partecipazione italiana, falsamente o illusoriamente detta di pace, doveva essere rapidamente ritirata nel 2006. Il tuo governo ha il merito di avere resistito alle richieste di maggiore coinvolgimento in quantit e qualit bellica, a cui ora Berlusconi ceder, ma non riuscito a trasformare in forme sempre meno armate e sempre pi civili disarmate, quindi credibili, la presenza italiana in Afghanistan. Cerano proposte precise: il governo le ha considerate davvero? Non ho informazioni complete.
 

Spese militari

Laumento enorme, nel bilancio statale, delle spese militari, sotto le pi varie voci, anche per armamenti offensivi e non difensivi, stato uno schiaffo inflitto alle correnti pi civili e morali del popolo e della cultura politica italiana. Non si vista una ragione sufficiente che giustificasse quellaumento, e convincesse gli animi offesi. Si sa che il denaro sottratto alla vita civile e investito in armi e strutture militari fomenta le guerre, perch le spese devono poi dimostrare di non essere state inutili sprechi. Anche per latomica di Hiroshima questa fu una ragione per deciderne limpiego, come sappiamo dalla storia. Se oggi si costruisce un bombardiere pronto fra dieci anni, fra dieci anni bisogner impiegarlo, altrimenti qualcuno sar accusato di avere sprecato i soldi. Sento che oggi La Russa ha chiesto laumento di un terzo! Si calcola che gli investimenti complessivi per la guerra stiano a quelli per la pace come mille a uno!
Tutto ci si regge sul mito folle e cieco della inevitabilit della guerra, che condanna a prepararla! Nessuna delle politiche che arrivano a governare gli stati sa pensare e decidere, con diversa migliore intelligenza, sullipotesi umana opposta. I governi continuano a scegliere la disperazione dei popoli: meglio guerra e fame che pace e vita! Meglio lillusoria sicurezza omicida che la garanzia reciproca costruita con la giustizia internazionale! Bandire la pena di morte giudiziale molto bene, ma occorre anche bandire la pena di morte militare inflitta ai popoli innocenti, doppiamente vittime! Se, date le idee dominanti, ci non oggi realizzabile, diciamolo almeno come obiettivo politico determinato, da cercare tenacemente!
 

Dal Molin

La pronta cessione agli Usa della base militare Dal Molin, per il suo ampliamento disastroso per la citt di Vicenza e per la posizione italiana nel mondo, stato latto che ti ha maggiormente alienato lappoggio dei pi seri tra i tuoi sostenitori, che si aspettavano una vera politica di pace. 
Il 28 febbraio 2007 (dagli atti ufficiali del Senato), il sen, Cossiga, votando la fiducia, ti ha detto: Prendo atto con soddisfazione che nelle sue dichiarazioni non vi coraggiosamente, nella linea gi tenuta in quest'Aula dal suo Ministro della difesa, - alcuna traccia di una revoca dell'autorizzazione del suo Governo data al Pentagono del raddoppio della base militare di Vicenza - che mi trova, ovviamente, americano e guerrafondaio come sono, completamente favorevole - (Applausi dai Gruppi FI, AN e LNP) e della riunificazione su di essa del 173 reggimento d'attacco Airborne (il cui comandante ha ritenuto di dovermi regalare il distintivo), strumento del piano di dissuasione e di ritorsione anche nucleare denominato Punta di diamante(Le sottolineature e levidenziazione sono mie). Non ho saputo di una tua smentita. 
Concedere territorio italiano per una colonia nucleare evidentemente una cosa grave. Se fossi un giorno perseguito per questo, vorrei vederti o innocente dimostrato, o pentito.

Alle civilissime proteste della citt di Vicenza (che ora ha eletto un sindaco non favorevole alla base Usa), hai sempre opposto un totale non-ascolto, che sapeva di arroganza, dando seccamente la cosa per gi decisa: da chi? quando? come? a che titolo? La segretezza degli accordi internazionali in cos grave materia, alle spalle dei popoli, non pi tollerabile nei tempi e nei paesi che si proclamano alfieri di democrazia. Io pi volte, in scritti e interventi, ti ho difeso, cercando di interpretare la tua inspiegabile posizione sul Dal Molin con lipotesi che tu fossi duramente, persino mortalmente, ricattato dallimpero Usa. Questo possibile, perch sappiamo e vediamo che, dal caso Moro, alle extraordinary renditions (in alcuni casi con la collaborazione italiana), alla tortura sistematica, a Guantanamo, al rifiuto di Kyoto e degli accordi di disarmo, per non risalire alla Escuela del las Americas, i governi degli Stati Uniti, faro di democrazia violenta, non hanno mai concepito limiti al loro potere sul mondo. Se invece cos non fosse, ma la colonia nucleare Usa fosse voluta o passivamente subita da te, ci sarebbe una pi amara delusione.

Dopo la caduta del tuo governo, arrivano altre notizie dolorose per chi ti ha dato stima e fiducia.

 

Un altro accordo segreto?

Saprai che ci sono in Italia sostegni alla protesta crescente in Repubblica Ceca contro linstallazione statunitense in quel paese di una base dello scudo stellare (potente fattore di guerra e non di pace). Jan Tamas e Jan Bednar, che hanno cominciato il 13 maggio uno sciopero della fame, scrivono: Il problema delle basi militari USA per noi non solo un tema di sicurezza internazionale, ma anche un tema di democrazia: ancora una volta permettiamo a un piccolo gruppo di politici di decidere per la maggioranza del nostro popolo, in netto contrasto con ci che la gente desidera. Questi metodi purtroppo ci ricordano l'epoca anteriore al 1989, un'epoca a cui non vogliamo tornare (tutta la dichiarazione: http://www.nenasili.cz/it/1015_dichiarazione), e a noi ricordano la brutta vicenda Dal Molin, in Italia nel 2006 e non in Cecoslovacchia prima del 1989. 

Ora, da italy at europeforpeace.eu in data 28 maggio 2008 13:28:01, insieme alla solidariet con la protesta in Repubblica Ceca, arriva anche la denuncia che nel 2007 il governo italiano avrebbe firmato un accordo segreto con gli Stati Uniti per la partecipazione al progetto dello scudo spaziale, senza informare n il Parlamento n l'opinione pubblica. Vogliamo sapere che cosa implica questo impegno, che andr sicuramente a vantaggio dell'industria bellica e significher nuovi tagli alle spese sociali e chiediamo che l'accordo con gli Stati Uniti venga sospeso.

vero o non vero? In entrambi i casi una risposta da chi fu responsabile nel tuo governo indispensabile, o per un giudizio di condanna politica, o per smentire una grave calunnia.

 

Segreto di Stato sui siti nucleari

Nel momento in cui si torna a propagandare la scelta di energia nucleare per lItalia, soluzione apparente, costosa, temporanea, a rischio di attentati, che scarica scorie per millenni sui posteri, lAssociazione ECOAGE www.ecoage.com (Andrea Minini, www.noalnucleareinbasilicata.com ) informa che c il segreto di Stato per il deposito di scorie nucleari. Come ultimo atto il Governo uscente di Romano Prodi ha esteso il segreto di Stato sull'individuazione del sito unico di stoccaggio delle scorie nucleari. Il Provvedimento stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 aprile 2008 n 90, ad elezioni praticamente perse, ed entrato in vigore dallo scorso 1 maggio, nel silenzio quasi completo dei mass media italiani, che non hanno dato importanza alla notizia. La quale si apprende da un articolo del quotidiano di economia e finanza Sole24Ore del 9 maggio 2008. Cos continua il comunicato - i cittadini non dovranno essere informati. Il provvedimento firmato da Romano Prodi faciliter l'individuazione del deposito di stoccaggio delle scorie nucleari in Italia. Il segreto di Stato stato esteso agli impianti civili di produzione dell'energia. La costruzione di una centrale nucleare o del deposito di scorie potr quindi essere coperta dal segreto di Stato e nessun cittadino avr legalmente diritto di sapere cosa accade dietro le aree recintate. Nei luoghi coperti da segreto di Stato non potranno accedere nemmeno le aziende sanitarie locali per effettuare i normali controlli che saranno realizzati da speciali uffici autonomi. I Comuni e le amministrazioni locali non potranno comunicare informazioni, documenti, luoghi e attivit in cui saranno stoccate le scorie radioattive. Persino la motivazione della scelta dei siti sar coperta dal segreto di Stato. Quindi, il comunicato prospetta gli scenari possibili. Grazie al decreto di Romano Prodi, emanato [in realt emanato l8 aprile, prima delle elezioni, e pubblicato il 16] in piena ordinaria amministrazione ad elezioni gi concluse, il governo Berlusconi potr utilizzare il segreto per individuare il sito. Molto probabilmente per ridurre le proteste dei cittadini sar realizzato in strutture militari gi esistenti oppure in strutture dello Stato (es. gli attuali centri Enea). Non dato saperlo. Del resto con il segreto di Stato gi tirare ipotesi come stiamo facendo in quest'articolo potrebbe essere considerato reato se dovessimo avere ragione. L'ipotesi nasce dalle considerazioni dell'articolo del Sole24Ore sopracitato che tali strutture dello Stato sono gi inaccessibili e chiuse al pubblico.

Quel comunicato merita attenzione, nonostante limprecisione sulla data, perch gli estensori non sono contrari in assoluto al nucleare. Essi cos concludono: Pur avendo partecipato al caso Scanzano Jonico questo sito non ha mai negato l'utilit di un possibile ritorno al nucleare in Italia in nome della diversificazione del mix energetico e la necessit di mettere in sicurezza tutto il materiale radioattivo italiano di Ia, IIa e IIIa categoria. Ma farlo in questo modo, negando il diritto dei cittadini al confronto e alla concertazione, lascia in s una grande amarezza.

Io non sono personalmente in grado di valutare fino in fondo gli aspetti tecnici e scientifici relativi al nucleare, ma sono un cittadino che, con tutti gli altri, non vuole essere escluso. Abbiamo votato un referendum, e ne abbiamo diritto. Se la notizia vera, un regalo agli interessi pi irresponsabili e speculatori, ben rappresentati nel governo Berlusconi. Da Romano Prodi i suoi elettori non si sarebbero aspettati questo.

 

Sincerit e cordialit

Caro Romano Prodi, ti indirizzo questa lettera di ringraziamento con piacere, e di critica con vero dispiacere, mentre sono immensamente preoccupato per la nuova situazione italiana, davanti alla quale vedo molto insufficienti e fiacche, se non succubi, le energie politiche, culturali, morali, informative, religiose, che dovrebbero opporre una resistenza di qualit alternativa al potere che si stabilito. Oggi la democrazia formale andata contro la giustizia sostanziale, interna e planetaria. Per, non perdo la speranza che persone come te, e altre nuove, oneste, competenti, di buona volont, rimangano come un riferimento politico, e tornino a dare, senza cedimenti, ma in direzione opposta al governo attuale, un rinnovato contributo al nostro paese. LItalia deve superare i soffocanti limiti di questa politica retrograda, inadeguata, che aggrava il rischio odierno del mondo.
Con sincerit e cordialit
Enrico Peyretti

 


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