I: [fori-sociali] Fw: Resoconto assemblea nazionale Patto contro la guerra



Un bel riassunto della politica di guerra del non rimpianto governo Prodi

----- Messaggio inoltrato -----
Da: Nella Ginatempo <nellagin at tiscali.it>
A: bastaguerra at yahoogroups.com; fori-sociali at yahoogroups.com
Inviato: Martedì 29 gennaio 2008, 10:03:21
Oggetto: [fori-sociali] Fw: Resoconto assemblea nazionale Patto contro la guerra



> RESOCONTO DELLA ASSEMBLEA DEL PATTO PERMANENTE CONTRO LA GUERRA-
>
> ROMA 27 GENNAIO
>
>
>
>
>
> Erano presenti: Cobas, Sinistra Critica, Rete dei Comunisti, Rete
> Disarmiamoli, Rete Semprecontrolaguerr a, Asssociazione Umanista Mondo
> senza guerre, Comitato contro Camp Darby, Partito Comunista dei
> lavoratori, Rdb-Cub di Vicenza, Action, Rete contro il G8 Genova..
>
> La partecipazione è stata limitata dal blocco di tutti gli autoveicoli a
> Roma e dall'impegno sui territori nella giornata precedente del 26.
>
> La giornata del 26 è stata valutata positivamente come primo esempio
> riuscito di manifestazione dislocata sui territori, nonostante fosse stata
> decisa a tavolino in un momento di generale scetticismo e stanchezza sul
> tema della guerra. Segno di una potenziale disponibilità a nuove lotte e
> mobilitazioni anche nazionali.
>
> La discussione si è svolta attraverso una analisi della situazione
> politica attuale, riconsiderando il contesto della caduta del governo, il
> ruolo delle forze politiche e di quelle associative, il percorso del Patto
> permanente contro la guerra e le prossime iniziative immediate e in
> prospettiva.
>
> Sono state avanzate alcune proposte di iniziativa ed è stata lanciata la
> manifestazione nazionale per il ritiro delle truppe e contro il
> rifinanziamento di tutte le missioni di guerra per il 1° marzo a Roma.
>
> Numerosi interventi hanno ribadito la nostra linea di coerenza e
> resistenza rispetto a tutti i governi ed a tutte le guerre. Riaffermare il
> NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA NELLA FASE ATTUALE, significa
> continuare a mettere in discussione ed ostacolare tutto il sistema di
> guerra che coinvolge il nostro paese e di cui si sono resi complici anche
> le direzioni e i gruppi parlamentari della ex-sinistra di governo.
> Indicativo è l'ultimo regalo velenoso del governo di guerra Prodi- il
> decreto legge che rifinanzia tutte le missioni militari dall'Afghanistan
> al Libano al Kosovo e alla nuova entrata missione in Libia, nella quale
> peraltro si istituisce una sorta di gendarmeria contro gli immigrati.
>
> E' stato ribadito pertanto un giudizio fortemente negativo del governo
> Prodi-D'Alema in politica estera a tutto campo: dalle missioni di guerra,
> travestite da missioni di pace, all'incremento del 24% delle spese
> militari per il riarmo italiano, alle scelte di servilismo agli USA con la
> nuova base Dal Molin, gli accordi militari e di acquisto di armamenti
> (cacciabombardieri F35- ampliamento delle basi Sigonella e Camp Darby),
> l'accordo
> militare Italia/Israele per la ricerca bellica e la cooperazione militare
> nel Mediterraneo, la scelta del ruolo di protagonista internazionale
> dell'Italia
> nell'ambito NATO /Europa col riarmo anche europeo ( vedi Eurofighter) e la
> missione militare europea in Kosovo, e la sudditanza filoatlantica con la
> riorganizzazione della NATO ( preparazione della guerra all'IRAN e la
> guerra nucleare preventiva che sarà discussa al prossimo vertice NATO di
> Bucarest in aprile).
>
> La politica estera del modello dalemiano si fonda sulla guerra
> multilaterale gestita della NATO, dall'ONU e della Europa armata, ma si
> fonda anche sul riarmo interno e autonomo italiano con un nuovo ruolo
> trainante dell'industria bellica ( vedi il ruolo protagonista di
> Finmeccanica) , sul rilancio delle cosiddette MISSIONI DI PACE,
> travestimenti di guerre di aggressione e occupazione militare di territori
> da controllare ed espropriare di risorse.
>
> Questo modello di politica estera, non solo è stato subìto e accettato
> dalla leadership dei partiti della ex-sinistra radicale che hanno votato
> più volte le missioni e le finanziarie di guerra o partecipato alle
> sfilate militari, ma è stato addirittura sponsorizzato dalle associazioni
> aderenti alla Tavola della Pace, comprese Arci, Cgil, Legambiente e
> altre - che in passato avevano partecipato al movimento- con la marcia
> di Perugia del 2006 che si apriva con lo striscione FORZA ONU, in appoggio
> alle missioni militari autorizzate dal timbro del Consiglio di
> sicurezza( Libano e seguenti).
>
> L'assemblea ha dunque espresso , con sfumature differenziate e non in
> tutti gli interventi, forti critiche sia alla sinistra ex-radicale che ha
> votato la guerra, sia alle associazioni collaterali che hanno coperto e
> giustificato i partiti di governo.
>
> Da questa contraddizione è nata una nuova fase del movimento contro la
> guerra che ha prodotto iniziative talvolta minoritarie che hanno portato
> però alla grande mobilitazione del 9 giugno ed alla costituzione del
> Patto permanente contro la guerra. Questa minoranza attiva ha saputo
> mantenere una linea di resistenza che ha messo in campo la Carovana
> controlaguerra, il 9 giugno, Vicenza, la giornata del 26 gennaio ed ora le
> prossime nuove iniziative di massa.
>
> Il Patto permanente è e si definisce CONTROLAGUERRA perché non basta
> dichiararsi per la pace quando le nostre missioni di pace bombardano e
> rastrellano, mentre la nostra economia e il nostro ambiente sono
> militarizzati. Dichiararsi controlaguerra è un impegno per la riapertura
> del conflitto senza compromessi perché la pace non può essere oggetto di
> scambio politico . Questo punto di vista abolisce alla base ogni tesi di
> riduzione del danno, ogni menzogna mediatica sul ruolo dell'ONU e sulle
> finte conferenze di pace che legittimano a posteriori le invasioni
> neocoloniali dei territori occupati. Con i soggetti politici che hanno
> teorizzato la tesi della riduzione del danno c'è stata una rottura
> profonda e non ricucibile in nome della nuova situazione dovuta alla
> caduta del governo. La divisione non riguarda solo il passato ma la linea
> politica del presente.
>
> Oggi infatti vogliamo mettere al centro della nostra piattaforma il RITIRO
> DELLE TRUPPE DA TUTTI I TEATRI DI GUERRA che sono tutte le missioni in
> armi-non solo la sanguinosa guerra in Afghanistan, ma anche il Libano,
> dove stiamo a controllare gli Hezbollah all'interno del paese e non sul
> confine- e le occupazioni militari in Africa e il Kosovo dove già nelle
> prossime settimane si prepara l'ennesima guerra umanitaria. La maggior
> parte degli interventi hanno sottolineato che la rottura con i settori che
> hanno sostenuto l'azione del governo Prodi (la realpacifick come la
> definisce Nigrizia) è sì una profonda divisione politica, ma è anche il
> frutto di una crisi di fiducia perché chi ha fatto scelte di guerra ha
> perso ogni credibilità.
>
>
>
> Alcuni temi emersi dal dibattito:
>
> -sottoporre ad analisi critica tutte le forme di complicità dell'Italia
> con la guerra globale e dunque analizzare tutto il sistema statale di
> guerra ed i suoi intrecci non solo militari ma anche economici, politici e
> amministrativi.
>
> - porre di nuovo all' ordine del giorno la questione della NATO ( teoria
> della guerra nucleare preventiva) e preparazione guerra all'Iran.
>
> -integrare la Palestina nella nostra agenda, assumendo le mobilitazioni
> contro l'embargo a Gaza ed i massacri compiuti da Israele, contro
> l'accordo
> militare Italia/Israele.
>
> - compiere uno sforzo politico e organizzativo per fare rete sui
> territori. Collegare più strettamente le lotte antimilitariste alle lotte
> sociali, dei precari e degli immigrati come la proposta di riconversione
> ad uso abitativo delle caserme e dei luoghi di guerra.
>
> -sollecitare gli attiviste e le attiviste delle varie regioni a costruire
> assemblee e iniziative dei soggetti aderenti a livello nazionale per
> costruire ove possibile le reti locali del Patto permanente
> controlaguerra.
>
> -riprendere la controinformazione per riportare l'attenzione dell'opinione
> pubblica sul tema della guerra, delle basi militari e della
> militarizzazione della economia e del quotidiano.
>
> -rilanciare un momento di riflessione generale sulla guerra globale oggi e
> sugli scenari internazionali.
>
> -ridare protagonismo ai soggetti locali e studiare nuove forme di
> espressione del conflitto che riportino l'iniziativa sui territori.
>
> -ribadire l'autonomia del nostro PATTO e tutelarla dalle prevedibili
> strumentalizzazioni della prossima campagna elettorale e dagli eventuali
> trasformismi ( il passato insegna) dei settori della "REALPACIFIK" .
>
>
>
> LE PROPOSTE
>
>
>
> 1) MANIFESTAZIONE NAZIONALE (il 1 marzo) PER IL RITIRO DELLE TRUPPE DA
> TUTTI I TEATRI DI GUERRA (INCLUSO IL LIBANO, KOSOVO E LIBIA )
>
>
>
> 2) UN CONVEGNO DI ANALISI RIFLESSIONE SULLA GUERRA PREVENTIVA E LE SUE
> CARATTERISTICHE IN QUESTA FASE STORICA IN CUI LA CRISI INTERNAZIONALE
> SEMBRA PRECIPITARE IN OGNI SCENARIO, SPECIFICANDO IN PARTICOLARE IL RUOLO
> DELL'ITALIA NEL SISTEMA DI GUERRA E TEMATIZZANDO IL NUOVO RUOLO DELLA
> NATO. (Fare attenzione al vertice NATO di Bucarest previsto in aprile
> dove si approverà la nuova dottrina nucleare della Nato e si deciderà
> sulla guerra all'Iran)
>
>
>
> 3) MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER LA PALESTINA il 29 marzo e altre
> iniziative connesse.
>
>
>
> 4) LA MESSA IN CANTIERE DI UN INCONTRO NAZIONALE DEI COMITATI LOCALI
> CONTRO LE BASI E GLI ACCORDI MILITARI. Vicenza è importante ma non c'è più
> solo Vicenza perché anche altre realtà dove ci sono le basi hanno preso
> coraggio e ripreso l'iniziativa. Importante lo scambio di esperienze e le
> nuove proposte di mobilitazione anche a valle della campagna per la legge
> di iniziativa popolare contro le basi e gli accordi militari.
>
>
>
> Per approfondire queste proposte e organizzare la manifestazione nazionale
> del 1° marzo, si convoca la prossima riunione del gruppo di collegamento
> del Patto martedì 5 febbraio ore 17 presso la sede nazionale dei COBAS in
> via Manzoni -ROMA.
>
>
>
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