Re: [pace] Proposte su base Usa Vicenza



Caro Enrico, parto dalla base Usa di Vicenza, arrivata a Roma il 2 giugno.
Ieri non avevo creduto mettere la notizia non mi sembrava importante in
questa lista la presenza di Bertinotti, ma nella notizia è importante la
presenza alla parata di un certo battaglione, oggi la riporto tale e
quale, come ricevuta:

Tribuna Vip
Povero Faustino! Stavolta gliel'hanno fatta davvero sporca. Avrà passato
una
settimana a chiedersi: "Vado o non vado?". Alla fine è andato alla
parata
militare del 2 giugno. Chi l'ha visto in tribuna VIP avrà ben notato che
era
in preda all'orticaria più devastante.
Per metterlo un po' più a suo agio, qualche buontempone ha pensato bene
di fargli sfilare davanti il 1° battaglione del 503° reggimento di
assalto
aereo della 173a brigata aviotrasportata USA di Vicenza.
Non vi dice nulla? Bene, dovete sapere che questo battaglione si è
distinto
per "meriti di guerra" nel 2004 a FALLUJA ... bombardando
indiscriminatamente la popolazione usando bombe al fosforo ...

http://www.controcorrentesatirica.com/
______________________________________________
Ti confermo queste presenze "altre" con uno stralcio dell'articolo di
Repubblica:
Nella tribuna che accoglie gli alti vertici militari e i politici, il
generale Speciale ha ricevuto un caloroso saluto dal leader dell'Udc Pier
Ferdinando Casini. Ha poi stretto la mano al segretario dei Ds, Piero
Fassino e al leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Si è quindi
soffermato a parlare con il viceministro dell'Interno, Marco Minniti.

Lungo il percorso in via dei Fori imperiali sfilano 6.748 militari (250 in
meno rispetto all'anno scorso, quando la parata venne drasticamente
ridotta
di 1.700 soldati) e 448 civili. E poi: 97 moto, 130 jeep, 40 mezzi
speciali
e 204 tra cani e cavalli. Quella di quest'anno è una parata più snella
rispetto al passato, più tecnologica che storica, con il "soldato
futuro" ma
senza carri armati e aeroplani, a parte le nove Frecce Tricolori.

Dopo la banda dell'Arma, i primi a sfilare sono stati i reparti
maggiormente
impegnati nella missioni di pace, a cominciare dai militari della Brigata
Sassari (accompagnati dal loro inno Dimonios) e proseguendo con i veterani
di Iraq e Afghanistan, Balcani e Libano: dai carabinieri del Tuscania ai
parà della Folgore, ma anche gli uomini e le donne della Cri. Presenti in
questo blocco pure reparti romeni, spagnoli, francesi, tedeschi e
statunitensi, compresi i soldati della Setaf di stanza a Vicenza,
l'allargamento della cui base è da mesi al centro di contestazioni.

Poi è stata la volta dei quattro settori degli istituti di formazione e
reparti operativi di ciascuna Forza Armata: Esercito, Marina, Aeronautica
e
Carabinieri - seguiti dai corpi armati e non dello Stato, con il VI e il
VII
(e ultimo) settore dedicati a Guardia di finanza, Polizia di stato,
Polizia
penitenziaria, Corpo forestale, Vigili del fuoco, Protezione civile e
Polizia municipale.

A chiudere la parata, come sempre, i reparti a cavallo, anch'essi vittime
dell'austerity che ha colpito il mondo militare: rispetto al 2005 si sono
quasi dimezzati. Infine il passaggio della pattuglia acrobatica delle
Frecce
Tricolori.

(2 giugno 2007)

_Inoltre caro Enrico, capendo la tua infinita  e responsabile pazienza,
aggiungi valore a quei cittadini che hanno manifestato a Vicenza, dopo,
e non citi l'altra manifestazione a Roma, svoltasi un mese dopo
altrettanto pacificamente e sappiamo bene come oscurata dai media.
 C'è il 9 giugno, una manciata di giorni, trovi parole molto dure per
Bush, sarebbe impensabile non averle, non sono altrettanto dure nei
confronti di chi lo ospita, lo riceve lo benedice, dialoga e ragiona,
conclude accordi, ratifica basi e progetti, come da richiesta pre-visita
americana che non si fà scrupolo di annunciare un'estate bollente e
chiede sempre di più all'Italia e se ne sbatte assai delle
manifestazioni contro che lo ricevono.
Il popolo di vicenzaha continuato la sua lotta, la fà tutti i giorni e i
comunicati del presidio e le loro azioni li ricevi senza meno anche tu.
Ma  come in passato, continui ad agitare spettri di violenze brigatiste e
comunque inquietanti e non propositive, proponi educazione e cultura.
 Chi si attiva in tal senso, controinformando e camminando, propone
violenza?
Capisco la tua e non solo tua difficoltà sentendoti *pericolosamente*
senza una gran rappresentanza politica.
Prova a rappresentare te stesso, alla ricerca di pace e libertà reali,
con gli altri che troppo spesso e non molto velatamente, escludi a
priori. Il dissenso è già proposta, anche molto impegnativa e faticosa.
C'è tempo per le deleghe. Ne abbiamo date fin troppe.
Con amicizia
Doriana   _________________________________________________________
In data 4/6/2007, "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it> ha scritto:

..    In un tale momento, ogni parola e gesto di sudditanza del governo,
da una parte provoca le frange irresponsabili e ingiustificabili ancora
disponibili alla violenza brigatista, dall'altra parte si aliena ancor
più le componenti più coscienti e mature della cittadinanza attiva,
necessarie a una maggioranza democratica di governo, le quali attendono
dalla politica scelte e volontà di giustizia e di pace.
>   La società è più viva e più intelligente e inventiva della politica, spesso inceppata da vincoli interni ed esterni e da immediatezze che prevalgono sulla riflessione. Ma una politica più responsabile dovrebbe avere uno sguardo più ampio e sapere ricevere, nel rispetto delle rispettive funzioni, meditati apporti utili.
>    I cittadini attivi e propositivi riconoscono che ci sono vincoli visibili e invisibili, e condizionamenti e ricatti oscuri, ma sanno che un orientamento più chiaro sui valori avrebbe l'appoggio popolare più sano, generoso e dsinteressato.
    Oggi molti di noi si trovano pericolosamente senza rappresentanza
politica: la destra è moralmente indecente, avversaria di tutto ciò che
è giusto; la sinistra è incerta e deludente; si forma il grande centro
del barcamenarsi e del compromesso amministrativo con le ingiustizie
strutturali e le egemonie violente.
    L'unica possibilità di azione civile sembra restare l'educazione e
la cultura, senza rassegnazione, sperando attivamente dove non si vede
speranza.
>    Enrico Peyretti, 4 giugno 2007