politica di pace o di guerra?



 

 

Ho inviato di nuovo oggi 29 maggio (già il 1 maggio) questa lettera al Presidente Prodi e al ministro Parisi, sul sito del governo www.governo.it

 

Già il 1 maggio segnalavo al Presidente Prodi e al ministro Parisi (entrambi mi conoscono) i dati sconcertanti (Doc. n. 2) sull'impennata dell'esportazione italiana di armamenti, cioè dell'alimentazione di guerre da parte italiana.

Parisi e D'Alema hanno espresso preoccupazione per i ripetuti attacchi ai soldati italiani in Afghanistan.

La verità è che quella guerra, voluta da Bush - secondo indizi convincenti - già prima dell'11 settembre,

1) non è mai stata giuistificabile;

2) non poteva essere avallata dall'Onu senza violare la propria Carta (che consente solo operazioni di polizia e non di guerra totale come è questa);

3) non doveva vedere nessuna nostra partecipazione;

4) questa partecipazione non doveva essere protratta fino ad oggi.

Uno come me, di cultura nonviolenta (più che pacifista), ha cercato finora (a costo di venire accusato di tradimento della pace) di credere e difendere - per pazienza realistica, e per evitare i peggiori danni politici interni -  la politica di questo governo riguardo all’Afghanistan, sperando nella civilizzazione degli aspetti militari.

Ma ora, di fronte a novità unicamente negative e peggiori sul carattere del nostro coinvolgimento incostituzionale, i nonviolenti chiedono e attendono la volontà e la decisione chiara di uscire da quella situazione bellica.

Al popolo afghano, martoriato dai due terrorismi islamista e occidentalista, dobbiamo una solidarietà tutta e solo civile e umanitaria.

E' la pace, l'esclusione della guerra, il criterio primo della politica per la vita e la giustizia.

Enrico Peyretti

Torino

 

 

-- Doc n. 2  --

 

Il Comunicato Stampa della Rete Italiana per il Disarmo, in data 6 aprile 2007, che non posso allegare per non superare i 2000 caratteri, è visibile in www.disarmo.org  ; segreteria Francesco Vignarca, segreteria at disarmo.org  ; T. 328.3399267 - ufficio stampa Massimo Paolicelli ; max at massimopaolicelli.it