Fw: LO STATO CONDANNATO PER GENOVA



Censura mediatica? Lo stato condannato per Genova



E’ passata così, volando basso basso e senza alcuna risonanza la sentenza
di condanna allo stato italiano per i fatti di Genova.

La prima condanna nei confronti del Ministero dell’Interno per le illecite
violenze dei poliziotti è arrivata nei giorni scorsi, a sei anni dal G8
genovese. E’ infatti del 4 Maggio la decisione del giudice Angela Latella
che presso il tribunale di Genova ha dato ragione a Marina Spaccini,
pediatra cinquantenne di origine triestina, pacifista.
Alle due del pomeriggio del 20 luglio, era il 2001, venne pestata a sangue
in via Assarotti. Partecipava alla manifestazione della Rete Lilliput, era
tra quelli che alzava in alto le mani dipinte di bianco urlando: “Non
violenza!“.

 Gli agenti ed i loro superiori avrebbero raccontato che stavano dando la
caccia ad un gruppo di Black Bloc, che c’era una gran confusione e qualcuno
tirava contro di loro le molotov, che non era possibile distinguere tra
“buoni” e “cattivi”: bugie smascherate nel corso del processo, come
sottolineato dal giudice.
Dal momento che quegli agenti, come in buona parte degli episodi legati al
vertice, non sono stati identificati e sono spesso stati coperti da un
pesante velo di omertà, Angela Latella ha deciso di condannare il Ministero
dell’Interno. La cifra che verrà pagata a Marina Spaccini non è certo
clamorosa - cinquemila euro tra invalidità, danni morali ed esistenziali -
, ma il punto è evidentemente un altro. E le parole del giudice non
lasciano scampo ad altre interpretazioni:

Se risulta chiaramente che la Spaccini sia stata oggetto di un atto di
violenza da parte di un appartenente alle forze di polizia non si può
neppure porre in dubbio che non si sia trattato né di un’iniziativa
isolata, di un qualche autonomo eccesso da parte di qualche agente, né di
un fatale inconveniente durante una legittima operazione di polizia volta e
riportare l’ordine pubblico gravemente messo in pericolo.

E qui ancora mi sento perplesso e frustrato, se penso che le uniche fonti
che hanno dato rilievo alla notizia sono proprio quelle del Web che in
questi anni sempre più mi appare come l’unica fonte di vera informazione
senza contaminazioni e soprattutto ben al di sopra della censura dei
penpensanti, dei politici, delle forze di Governo.

E proprio dalla rete e dalle pagine el sito di
<http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/articolo.asp?articolo=1096>Gennaro
Carotenuto ritrovo le informazioni che ho “plagiato” in un articolo di
MASSIMO CALANDRI, forse il solo giornalista ad aver alzato il velo di
omertà e di silenzio che circonda il fatto. Un fatto che leggo su
<http://www.veritagiustizia.it/rassegna_stampa/prima_condanna_per_le_violenze_delle_forze_dellordine.php>Verità
e Giustizia, che vedo su
<http://www.chioggialab.org/web/spip.php?breve1>ChioggiaLab, che rinfresco
su newsgroup ma che latita sui media tradizionali, latitanza che si sente
come un pesante macigno sulle spalle di una informazione sempre più
corrotta.
E da <http://g82001.altervista.org/testimonianze20.htm>Altervista leggo le
testimonianze di quei giorni, non certo da settimanali di rotocalco o di
intrattenimento.

E quando mi dicono che l’Informazione italiana sta morendo non posso fare
altro che sospirare ed annuire, sperando di cuore in un nuovo
<http://www.indymedia.org/it/>IndyMedia che sappia guardare al di la della
cieca espressione di dissenso politico e sappia fornire una volta per tutte
della buona informazione.

E rabbrividisco ancora di più pensando agli eventi narrati nel famigerato
“<http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=24215>Dossier Antigone”
che ancora è nell’aria, sospeso e quasi taciuto…

Dio, grazie per il Web.