9 giugno Tutti/e a Roma No Bush-No war day



9 giugno No Bush No War Day

Contro la guerra globale permanente di Bush
Contro l'interventismo militare del governo Prodi

Il presidente Usa, George Bush verrà in Italia il 9 giugno, su invito del
governo Prodi per ribadire in questo modo la convinta alleanza militare e
politica dell'Italia con gli Stati Uniti. Oggi il presidente Bush ha contro
la maggioranza del popolo degli Stati Uniti ma mantiene l'appoggio delle
lobbies militari, petrolifere e dell'industria delle armi. Bush è l'estremo
interprete della volontà di egemonia mondiale delle classi dominanti
statunitensi, volontà che porta da decenni gli USA, indipendentemente
dall'alternanza dei governi, ad intervenire militarmente ovunque, con
truppe, colpi di stato, stragi e attentati.

Questa volontà di dominio, che fa della guerra una vera e propria strategia
politica con la capacità di esportare conflitti dall'Africa all'Asia,
dall'America latina alla stessa Europa, produce sudditanza politica e
culturale.

In Italia la destra considera Bush il proprio punto di riferimento ma anche
il governo Prodi, eletto grazie ai voti del movimento no-war "senza se e
senza ma", è orgoglioso dell'alleanza con tale amministrazione e si prepara
a ricevere in pompa magna il presidente Usa a Roma.

Questa subordinazione caratterizza anche l'organica politica di intervento
militare che il governo Prodi sta praticando, sia pure nella versione
"multilaterale", cioè "concertata" con le altre potenze. Un'internità alla
logica della guerra che spinge a mantenere le truppe in Afghanistan, che ha
aumentato vistosamente le spese militari (+13% nella Finanziaria), che
vuole imporre a popolazioni unite nell'opposizione, nuove basi militari
come a Vicenza (ma anche a Cameri e in altri luoghi in via di ampliamento),
che partecipa alla costruzione di micidiali armi come l'aereo da guerra F35
o lo Scudo missilistico, e conserva le bombe atomiche disseminate nel
nostro territorio, come a Ghedi e Aviano.

E' questa subordinazione, politica e culturale, che ha abbandonato una
delle esperienza più limpide del pacifismo italiano, quella di Emergency,
tradita e sacrificata al governo Kharzai e ai suoi servizi segreti che
detengono illecitamente Rahmatullah Hanefi.

Ma la guerra è guerra indipendentemente dalle bandiere usate per condurla e
va ripudiata, come il militarismo governativo, che ha riconfermato o
promosso le missioni belliche.

Per questo, come tanti e tante in tutto il pianeta e in mille forme, ci
prepariamo ad accogliere Bush come si accoglie un vero e proprio
guerrafondaio.

Lo facciamo per i torturati di Guantanamo, per i bruciati vivi di Falluja,
per i deportati, per quelli rinchiusi nei campi di concentramento in mezzo
mondo. Ma lo facciamo anche per dire che esiste un'altra Italia.

Un'Italia che vive già in un altro mondo possibile e concreto. E' quella
dei movimenti che si battono contro le basi militari, contro la
devastazione ambientale, per i diritti sociali, contro i cpt. Che si batte
contro la privatizzazione dell'acqua e la rapina dei beni comuni, contro le
spese militari e il riarmo globale.

Il 9 giugno quindi è un giorno importante per la ripresa del cammino del
movimento no war nel nostro paese.

Vogliamo il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra,
Afghanistan in primis, la chiusura delle basi militari USA e NATO, la
restituzione di quei luoghi alle popolazioni per usi civili, per giungere
all'uscita dell'Italia dalle  alleanze militari.

Esigiamo la rimozione dal territorio nazionale degli ordigni nucleari e
delle armi di distruzione di massa.

Diciamo basta alle spese militari, rifiutando lo Scudo missilistico e i
nuovi aerei da guerra, affinché le decine di miliardi di euro vengano usati
per la scuola e la sanità pubblica, per i servizi sociali, per il
miglioramento ambientale.

Pretendiamo che il governo Prodi ottenga l'immediata liberazione di Hanefi
e restituisca ad Emergency il suo ruolo meritorio in Afghanistan.

Proponiamo che la mobilitazione del movimento no-war - che ha già tre tappe
importanti: la manifestazione contro la progettata base militare per i
nuovi cacciabombardieri a Cameri (Novara) il 19 maggio oltre alle
iniziative previste ad Aviano e Sigonella; le Carovane contro la guerra,
che arriveranno a Roma il 2 giugno per protestare contro la parata militare
sui Fori Imperiali; la mobilitazione europea contro il G8 di
Rostock-Heiligendamm - culmini il 9 giugno in una grande mobilitazione
popolare a Roma che faccia sentire a Bush e Prodi l'avversione nei
confronti delle guerre e delle corse agli armamenti, che DICHIARI IL
PRESIDENTE USA OSPITE NON GRADITO e faccia sentire a Prodi il ripudio della
guerra e del militarismo. Così come recita l'articolo 11 della Costituzione.

Ci uniamo alla popolazione di Vicenza per ribadire a Bush la più chiara
determinazione e la più netta opposizione possibile alla costruzione della
base Dal Molin.

Inoltre lanciamo fin da subito la campagna perché sia garantita la
possibilità a tutti coloro che vorranno manifestare di raggiungere Roma in
treno. Invitiamo tutti a Roma, il 18 maggio alle ore 17 presso l'Università
di Roma Fac. di Lettere-La Sapienza per discutere di questo appello e
preparare insieme la più grande mobilitazione possibile per una giornata NO
BUSH-NO WAR


Associazioni, reti

Action-diritti in movimento, Associazione Sinistra Critica,
Bastaguerra-Roma, Circolo Arci Agorà-Pisa, Campagna per la
smilitarizzazione di Sigonella, Confederazione Cobas, Confederazione
Unitaria di Base, Coordinamento Collettivi universitari La Sapienza,
Collettivi universitari, Roma 3, Collettivo studentesco T. Muntzer-To,
Disarmiamoli, Donne in Nero-Tuscia, Forum Palestina, Global Meeting Network
(cso pedro - padova, cso rivolta - marghera, cso morion - venezia,
capannone sociale - vicenza, s.o.a. arcadia - schio, cantieri di
montecioRock - vicenza, ubik lab - treviso, cso bruno - trento, rete
studenti - trento, cso crocevia, alessandria, csoa gabrio - torino, cso
terra di nessuno - genova, cso cantiere - milano, casa loca - milano, cs
tpo - bologna, lab.occ. paz - rimini, cs fuoricontrollo - monselice,
s.p.a.m. - parma, lab. aq16 - reggio emilia, rete degli spazi sociali -
venezia giulia, esc atelier occupato - roma, astra19 - roma, lab.
insurgencia - napoli, lab. diana - salerno, Movimento antagonista toscano,
Ass. difesa lavoratori, tutte le sedi di YaBasta ) I Corvi, Laboratorio di
resistenza alla guerra, Laboratorio studentesco di Salerno, Mondo senza
guerre, Officina comunista, Partito comunista dei lavoratori, Partito
Umanista, Rivista Erre, Rete dei Comunisti, UniRiot (Roma, Napoli, Bologna,
Torino)

Firme individuali:

Cinzia Bottene, Olol Jackson (Presidio permanente No Dal Molin), Sandro
Bianchi, Giorgio Cremaschi, Mimmo Rizzuti (Rete28Aprile), Mauro Bulgarelli,
Franco Turigliatto, Fernando Rossi (senatori), Vauro, Tommaso Di Francesco,
Luigia Pasi, Margherita Recaldini (Sdl Intercategoriale), Piero Maestri,
(Guerre&Pace), Norma Bertullacelli (Centro ligure documentazione pace),
Nella Ginatempo, Melo Franchina, Doretta Cocchi (Bastaguerra Firenze)

adesioni: <mailto:9giugnonobush at libero.it>9giugnonobush at libero.it