BM: Wolfowitz, il falco impallinato.



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:: Banca Mondiale: dietro lo "scandalo rosa" batte un cuore finanziario ::

Wolfowitz, il falco impallinato.

Di Tito Pulsinelli * (<http://www.selvas.org>www.selvas.org)


19 Aprile 2007 - Lo scandalo rosa in cui è coinvolto il super-falco
Wolfowitz non accenna a diminuire di intensità. Il nepotismo di cui si è
macchiato il Presidente della Banca Mondiale a favore della fidanzata Shaha
Ali Reza, è stato pubblicamente riconosciuto da Wolfowitz che -però- ha
seccamente respinto l'invito alle dimensioni rivoltogli dall'assemblea dei
dipendenti della BM.
Costoro ritengono che il super-falco neocons ha danneggiato l'immagine -di
per sè non eccelsa- dell'istituzione finanziaria globale. Dopo aver
inalberato la bandiera dell'austerità e del rigore ha concesso alla
fidanzata libico-cipriota-británica Shaha Ali Reza, emolumenti che sfiorano
i trecentomila dollari annuali.

Quel che sarebbe un normale caso di malcostume destinato ad occupare le
pagine dei giornali scandalistici per qualche giorno, ha invece
ripetutamente richiamato l'attenzione del britannico Finantial Times.
Durante i giorni roventi della prigionia dei 15 soldati catturati
dall'Iran, e della successiva liberazione a cambio di alcuni diplomatici
iraniani, il FT ha insolitamente battuto senza misericordia sul ferro
rovente dello scandalo Wolfowitz.
E' la prima volta in cui Londra ha preso apertamente le distanze dalla Casa
Bianca.
Si è opposta ad ogni rappresaglia ed ha intavolato un negoziato sotterraneo
con gli iraniani. Illuminante il commento sulfureo di Bolton, il trombato
ambasciatore ultras all'ONU: "pusillanime capitolazione della Gran
Bretagna".

La rottura del sodalizio bellico in Mesopotamia, non si spiega solo con
l'estrema debolezza di Blair, ormai a tutti gli effetti un leader che sta
scaldando una poltrona che appartiene già a Gordon Brown. In pentola c'è
altro: a Washington non è rimasto nessun alleato per la guerra contro
l'Iran.
Non ce la fanno contro l'Iraq martoriato da due guerre perse, bombardamenti
ed embargo pluriennali, ed in Afganistan si sono affrettati a passare la
patata bollente alla NATO. Da soli, e soltanto con la superiorità aerea,
non arriverebbero mai a Tehran, nemmeno con le bombe nucleari tattiche.
Perchè?

Il Giappone, la Cina, l'India e -fors'anche la Commissione di Bruxelles-
non sono disponibili a pagare un barile di petrolio che schizzerebbe
d'acchitto a 90 dollari. Prima di arrivare a questo scenario, i tre giganti
asiatici si libereranno a ritmo crescente dello stock di dollari e Buoni
della tesoreria nordamericana copiosamente presenti nelle loro rispettive
riserve monetarie. Gli ayatollah sono pronti a ricevere yen per il greggio
destinato al Giappone.

Le gaffes alla Woody Allen del capo della BM con la bella Shaha Ali Reza,
oltre a dimostrare che a letto esistono solo "incontri di civiltà",
attirano l'attenzione del Financial Times per ragioni esclusivamente
finanziarie, che vanno oltre il deprecabile prestigio in cui versa quella
chiacchierata istituzione.



Secondo Absolute Strategy Reaserch (ASR), a finale di marzo i mercati
finanziari europei hanno sorpassato il valore della controparte dell'altra
sponda dell'Atlantico. Ian Harnett, direttore di ASR ed ex manager della
UBS, dice che questo drammatico cambiamento "rapprenta una scossa tellurica
per i mercati finanziari globali, che mostra lo spostamento del centro
fisico di gravità della sfera finanziaria che abbandona gli Stati Uniti e
si dirige verso l'Europa (UE)".

"La disintegrazione sociale degli Stati Uniti, il crollo del dollaro, la
sua evanescenza negli scambi globali come nella creazione della ricchezza
-dice Alfredo Jalife su "La Jornada" del 17 aprile- così come il suo
isolamento geografico rispetto alla vicinanza della UE ai "centri
eurasiatici", sono ostacoli che intralciano il cammino dei due "alleati
speciali transatlantici", che oggi divergono vistosamente soprattutto nei
confronti dell''Iran, con cui la Gran Bretagna ha scelto la via
diplomaticaŠ mentre la coppia Cheney-Wolfowitz si ostina con i
bombardamenti per recuperare il paradiso perduto."

A Washington, invece, dicono che si tratta di perfide manovre europee, e
Victor Davis Hanson, difensore acerrimo di Wolfowitz, le cui opinioni
riflettono sempre quelle di Cheney, dalle pagine della "National Rewew"
sostiene che si tratta di una "vendetta per l'Iraq"



* Analista continentale, ha pubblicato numerosi approfondimenti sulla
geopolitica latinoamericana per l'Osservatorio Indipendente Selvas.org.


(Il presente articolo è utilizzabile con la citazione dell'autore e di
Selvas.org.)

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