Rapporto di Amnesty sull'Iraq: è il quarto paese al mondo per numero di esecuzioni



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COMUNICATO STAMPA
CS50-2007

PENA DI MORTE: L'IRAQ E' IL QUARTO PAESE AL MONDO PER NUMERO DI
ESECUZIONI. UN RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA PROCESSI INIQUI,
TORTURE E 'CONFESSIONI' IN TV

Un nuovo rapporto diffuso oggi da Amnesty International, 'Ingiusta e
iniqua: la pena di morte in Iraq', denuncia l'aumento dell'uso della pena
di morte in Iraq, in un contesto segnato da 'confessioni' rese in diretta
tv prima del processo, denunce di tortura mai investigate e processi
iniqui.

Dalla reintroduzione della pena capitale nel 2004, l'Iraq e' diventato il
quarto paese al mondo per numero di esecuzioni (dopo Cina, Iran e
Pakistan), con piu' di 100 condanne eseguite, di cui almeno 65 lo scorso
anno, sulle oltre 270 emesse.

La diffusione delle 'confessioni' televisive e' cessata alla fine del
2005, ma molti di coloro che sono apparsi in diretta tv rimangono nel
braccio della morte o sono gia' stato uccisi.

'Il drammatico incremento dell'uso di questa pena crudele, inumana e
degradante rappresenta una pericolosa discesa verso i brutali errori del
passato, soprattutto se si considera che molte esecuzioni hanno avuto
luogo a seguito di processi iniqui, 'confessioni' in diretta tv e denunce
di tortura mai investigate' - ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del
programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
'Nonostante le autorita' si giustifichino affermando che la pena di morte
e' un deterrente, l'aumento della violenza fa soltanto supporre che la
reintroduzione della pena capitale abbia contribuito alla brutalizzazione
della societa' irachena'.

Il rapporto di Amnesty International si basa sull'esame di centinaia di
sentenze emesse dal Tribunale penale centrale iracheno e sulle
testimonianze dei familiari e degli avvocati dei condannati; comprende
anche un'analisi delle leggi che minano il diritto a un processo equo.

Le principali conclusioni del rapporto sono le seguenti:
- nonostante i processi si basino frequentemente su 'confessioni' rese nel
corso della detenzione, le indagini sulle denunce di tortura sono
insufficienti se non inesistenti;
- i processi si basano su 'confessioni' rese in diretta tv prima
dell'avvio delle udienze e sulle testimonianze di persone che riconoscono
l'imputato per averlo visto in tv;
- gli imputati hanno accesso inadeguato alla difesa e i loro avvocati
subiscono intimidazioni, attacchi e minacce di morte;
- la legge irachena contiene una definizione vaga ed eccessivamente ampia
di 'reati capitali', comprendente ad esempio i sequestri che non terminano
con l'uccisione del rapito e il danneggiamento di beni pubblici con la
finalita' di minacciare la sicurezza o la stabilita' nazionale.

Amnesty International si oppone alla pena di morte in tutti i casi e senza
alcuna eccezione, considerandola una violazione del diritto alla vita e
l'estrema forma di punizione crudele, inumana e degradante. A livello
internazionale, la reintroduzione della pena capitale in Iraq ha
rappresentato un grave passo indietro. All'inizio del 2007 i paesi che
avevano preso la storica decisione di abolire la pena di morte per legge o
nella prassi erano 128; nell'ultimo decennio, la media dei paesi
abolizionisti e' stata di oltre tre all'anno.

'La modalita' scioccante con cui Saddam Hussein e' stato messo a morte ha
dimostrato la grottesca crudelta' della pena di morte in Iraq e quella non
e' stata che una delle oltre 65 esecuzioni dell'anno scorso. Il loro
numero continua ad aumentare' - ha detto Smart. 'Amnesty International
chiede al governo iracheno di istituire immediatamente una moratoria sulle
esecuzioni, commutare tutte le condanne a morte e garantire il rispetto in
ogni circostanza dei piu' rigorosi standard sull'equita' dei processi.
Senza questi provvedimenti, l'Iraq continuera' a vivere sotto la brutale
eredita' del passato'.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 20 aprile 2007

Il rapporto 'Ingiusta e iniqua: la pena di morte in Iraq' e' disponibile
all'indirizzo:
http://web.amnesty.org/library/index/engmde140142007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it











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