Fw: nasce (anche in Sardegna) il Comitato Beni Comuni




 
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Nasce il Comitato Beni Comuni
 

Che fine ha fatto la bellezza? Venduta un tanto al chilo.
E l'acqua? Privatizzata.
E l'aria? Forse, domani.
Ma le spiagge non erano di tutti? Erano.
E la conoscenza? Divenuta proprietà intellettuale: se la son presa le multinazionali.
 
 
La mercificazione di ogni forma di vita, luogo, idea, sentimento, suggestione, procede rapida. Tutto viene stravolto, adattato al mercato, plastificato, venduto, consumato, buttato via, trasformato in rifiuto. Anche donne e uomini, diventati "risorse umane": sfruttati, ceduti, precarizzati, flessibili.
Alla base di tutto, la concezione mercantilistica del mondo: nulla (e nessuno) ha valore se non in quanto vendibile o acquistabile.
Il potere economico si appropria di ciò che ieri era proprietà comune, pubblica, di tutti. Dai semi di riso indiani od asiatici, all'acqua, dalle piante ai microrganismi. L'energia eolica, l'energia solare, l'educazione e la conoscenza, l'informazione, la sanità, la previdenza, qualsiasi espressione di vita, o servizio, o fenomeno, o risorsa, o bellezza naturale, diviene oggetto di appropriazione privata, in nome di religioni che si chiamano sviluppo, crescita, libero mercato.
Le conseguenze?
Il pianeta  inabitabile, sempre più inquinato, invaso da rifiuti tossici, scorie nucleari; il clima impazzito; la povertà e il divario tra ricchi e poveri, che crescono, nel sud come nel nord del mondo; migranti in fuga da interi continenti; e, sullo sfondo, macerie fumanti, massacri, le guerre.
Guerre per il controllo dell'energia, dei mercati, dell'acqua.
Si può fare qualcosa?
La sfida consiste nel liberare la vita dall'appropriazione e dal controllo privato affermando il primato dei diritti della vita ed alla vita.
Può essere vinta partendo dalla riaffermazione dell'essenzialità e dell'indispensabilità dei beni comuni, dal livello locale a quello mondiale. La loro salvaguardia e promozione rappresentano la condizione fondamentale, necessaria e indispensabile, per una vita che acquisti senso e migliore qualità per tutti, uomini, donne, animali, piante, generazioni future.
Alcuni beni comuni da preservare. Subito.
L'acqua; escludendo i servizi idrici dai processi di liberalizzazione, privatizzazione e mercificazione.
L'energia e l'ambiente; campi del vivere insieme sui quali si gioca il futuro delle nostre economie e della civiltà umana.
La conoscenza; «spirito» dell'essere umano e cultura delle comunità, non essendo più accettabile la sua riduzione a merce. La scuola, diventata impresa di produzione, vendita e distribuzione di saperi mercificati. Se la conoscenza è ormai patrimonio privato, "da pagare", scompare anche il «diritto alla salute»: solo chi se lo può permettere accede alle cure.
La bellezza; o quel che ne resta, che non sia stato ancora divorato dalla logica del mercato immobiliare e dalla "valorizzazione" tesa a un turismo puramente commerciale, sia di lusso che di massa.
Nasce in Sardegna il Comitato Beni Comuni.
In un'epoca in cui il mito della crescita ad ogni costo invade ogni settore della vita pubblica e privata, cittadine e cittadini, allarmati, si ritrovano nel Comitato Beni Comuni; consapevoli di come lo sviluppo sia spesso il paravento dietro cui si cela la brama di potere e denaro di pochi, si chiedono: sviluppo di cosa e per chi?

Convengono sull'urgenza di preservare i beni comuni, a partire dalle realtà locali, affermando, si legge nella Carta d'intenti, "che i beni comuni di proprietà pubblica non possano essere venduti o privatizzati, e che quelli di proprietà privata debbano subire una limitazione di tale diritto ove imposto dall’interesse comune".

Si legge, ancora: "Riconosce come bene comune il territorio e tutte le sue componenti, naturali, sociali e culturali";  ed anche, il comitato: "sostiene modelli culturali e economici che soddisfino i bisogni reali delle persone generando una migliore qualità della vita, e non i bisogni indotti dalla logica di mercato".

Poi: "Considera un dovere individuale e collettivo, il cui adempimento deve essere garantito da leggi dello stato, proteggere le caratteristiche peculiari di ciascun luogo, consentendo gli usi che ne garantiscano la conservazione e la riproduzione, impedendo quelli che distruggerebbero tali caratteristiche; ritiene che lo svolgimento delle attività pubbliche e private che incidono sul territorio e l’utilizzazione delle risorse territoriali e ambientali debba avvenire garantendo la salvaguardia e il mantenimento dei beni comuni, e l’uguaglianza di diritti all’uso e al godimento degli stessi, nel rispetto delle esigenze legate alla migliore qualità della vita delle generazioni presenti e future.
A tal fine promuove la diffusione della cultura dei beni comuni e si impegna ad attivare processi di reidentificazione collettiva con il patrimonio culturale e l’identità dei luoghi".

Il Comitato non si limita ad una romantica difesa dell'ambiente, delle risorse, delle culture, ma afferma la necessità di preservare lo "spirito" dei luoghi, vera ricchezza identitaria dei sardi, sempre più minacciata dal cemento, dall'ingordigia, dall'incuria, dall'incapacità degli amministratori.
 
Tra  gli intenti del Comitato vi è la promozione di campagne per la protezione di tutto il territorio della Sardegna, che abbraccino le sue componenti naturalistiche e paesaggistiche, ma anche l’identità, la cultura, la biodiversità di ogni suo abitante. Uomini e donne, fauna, flora, il clima, l’acqua, e anche le rocce e il suolo, saranno al centro della nostra attenzione senza differenze di genere o specie. Proponiamo ad  ogni cittadino che condivida le nostre idee, o ad eventuali comitati già costituiti e con intenti similari al nostro, di mettersi in contatto con noi (
benicomuni at tiscali.it ), per costituire una rete regionale di persone che vogliano agire per la protezione del territorio.
 
Tutti coloro che abbiano a cuore i tesori dell'isola, e che rifiutino la continua privatizzazione e mercificazione di cui sono oggetto, potranno aderire al Comitato: collegandoci al movimento nazionale, che afferma, diffonde, difende, una sensibilità nuova verso i beni comuni, lavoreremo insieme per promuoverne la cultura, facendo pressione sulle istituzioni affinché siano preservati e curati.
Ne va del futuro di tutti.
320 8406807