Re: [pace] c'era una volta...



Il Partito della non-violenza esiste ancora. Come Umanisti 
propagandavamo e supportavamo la non-violenza prima ancora che quel 
buffone opportunista di Bertinotti ne parlasse a Venezia (o giù di lì).
Idee che sosteniamo ancora adesso, perché è inutile criticare Bush o Prodi 
perché fanno guerre se poi le azioni non-violente non cominciamo a farle 
da noi stessi.
Comunque nei precedenti governi di centro-sinistra non è che il PRC si 
fosse dimostrato tanto diverso, magari sarà si uscito quando si tratto di 
votare per l'attacco alla Jugoslavia, però non è uscito quando si votò per la 
legge Turco-Napolitano (che ha istituito i CPT) o le leggi per il lavoro 
precario. Anche queste son forme di violenza, scusate.
Quindi si, che se ne vadano, e che altri costruiscano una vera alternativa di 
sinistra.
Ciao,
Davide

On 28 Mar 2007 at 20:27, Doriana Goracci wrote:

> C'era una volta il partito della non-violenza. Il suo segretario
> sosteneva
> che, per uscire dal Novecento, i movimenti dovevano essere pacifici.
> Novecentesco non è conservare la vigenza della forma-partito laddove
> ha cessato di essere valida, ma mettersi un casco per ripararsi dalle
> manganellate della polizia era posto sullo stesso piano della strage
> dei kulaki. Oggi quel partito è al governo: in appena dieci mesi, di
> guerre ne stanno facendo due.
> 
> Oggi quel segretario è presidente della camera. Oggi quell'appello
> alla non-violenza si dimostra per quello che era fin dall'inizio: un
> tentativo di deprivare i movimenti della loro autonomia, per
> subordinarli al sistema della rappresentanza politica.
> 
> Con linguaggio orwelliano, ci raccontano che stanno facendo la guerra
> per costruire la pace. Col linguaggio della ragione, rispondiamo che
> non esistono guerre buone e guerre cattive: unilaterali o
> multilaterali, sotto l'egida dell'amministrazione Bush o dell'Onu, le
> guerre sono dispositivi costituenti dell'ordine imperiale. C'è chi è
> complice, e c'è chi si oppone. Tutto il resto sono chiacchiere. E oggi
> più che mai, le chiacchiere stanno a zero.
> 
> Quello stesso partito, i suoi ministri e quello stesso segretario,
> raccontavano che avrebbero "superato" i lager per migranti, al secolo
> centri di permanenza temporanea. Non uno ne è stato chiuso: i
> movimenti che li combattono - come è successo a Bologna - trovano
> sulla loro strada i manganelli non-violenti della polizia.
> Raccontavano che avrebbero "superato" la precarietà. La legge 30 e la
> legge Moratti godono invece di ottima salute. Raccontavano che
> avrebbero "superato" il 3+2. Nelle università non è cambiato nulla.
> Raccontavano che avrebbero "superato" la Fini-Giovanardi. Le sole cose
> andate in fumo, sono le loro promesse.
> 
> L'unico superamento, reale, lo abbiamo praticato noi, nella radicalità
> del conflitto e della diserzione, nel rifiuto dei saperi di guerra e
> delle strutture della rappresentanza. Attraverso i percorsi di
> autoformazione e le lotte, nell'autogestione della produzione dei
> saperi e nelle occupazioni, abbiamo cominciato a costruire
> un'università autonoma metropolitana. Non un'altra università, ma
> l'unica possibile: quella dell'autonomia del sapere vivo nella
> metropoli produttiva. Non abbiamo bisogno di un'"altra riforma
> possibile", perché stiamo già praticando la nostra autoriforma. Perché
> le nostre forme di vita sono irrapresentabili, si muovono in altro
> tempo: non riuscirete mai a catturarle perché siamo veloci, flessibili
> e imprevedibili. Potete anche seguire i consigli del "Corriere della
> sera", che vi suggerisce di fare ciò che il Pci non volle: essere
> agenti di inclusione democratica dei movimenti. Trent'anni fa Lama e
> l'arroganza di Pci e sindacato venivano cacciate dall'università di
> Roma. Si sa: quando la storia si ripete due volte, la prima lo fa come
> tragedia, la seconda come farsa. Oggi in nome di un rinnovato
> compromesso storico l'ex segretario e attuale Presidente della Camera
> viene a Lettere, invitato da Comunione e Liberazione, legittimando
> un'organizzazione che gli studenti di questa facoltà hanno sempre
> ripudiato.
> 
> Il tentativo di cattura e cooptazione, all'insegna di una governance
> all'amatriciana, è proprio questo: una farsa. Siete destinati alla
> sconfitta. Avete già perso. Perché la costruzione di autonomia
> significa innanzitutto estraneità al sistema della rappresentanza.
> Autoformazione e autogestione dei saperi significano esodo e
> conflitto. Perché noi siamo la forza dell'autonomia dei movimenti, voi
> la violenza della rappresentanza. Lasciate stare il Corrierone,
> seguite il nostro di consiglio: andatevene !
> 
> Rete per l'Autoformazione ( La Sapienza e Roma 3)
> 
> --
> Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink.
> Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI:
> http://www.peacelink.it/mailing_admin.html Archivio messaggi:
> http://www.peacelink.it/webgate/pace/maillist.html Area tematica
> collegata: http://italy.peacelink.org/pace Si sottintende
> l'accettazione della Policy Generale:
> http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html
>