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Re: [pace] c'era una volta...Includere-escludere
- Subject: Re: [pace] c'era una volta...Includere-escludere
- From: "Doriana Goracci" <doriana at inventati.org>
- Date: Thu, 29 Mar 2007 06:55:12 +0000
- Bounce-to: "Doriana Goracci" <doriana at inventati.org>
Includere-escludere, non è forse questo a cui allude la Rete quando parla di cattura e cooptazione, di agenti di inclusione democratica dei movimenti ? E l'alternativa e la proposta, perchè questo poi alla fine viene domandato? "L 'unico superamento, reale, lo abbiamo praticato noi, nella radicalità del conflitto e della diserzione, nel rifiuto dei saperi di guerra e delle strutture della rappresentanza", così risponde questo manipolo di "schegge". Abbiamo lamentato da tanto l'assenza dei giovani nel movimento, che erano invece irrotti da Seattle, con rapidità e imprevedibilità che solo una nuova generazione che usava la rete, poteva concepire. Poi sempre meno, poi sempre più "buoni", sempre più a lezione di "non violenza", fino a rimanere quei 50 "cattivi" fuori, perchè di fatto Fuori, vogliono stare dal Pranzo di gala della guerra. E la guerra è la vita quotidiana che ci viene non proposta ma imposta da un sistema che deve strangolare chiunque si oppone e i mezzi sono tutti buoni. Solo essere consapevoli di questa repressione e oppressione costa molta fatica al punto che ci si smemora con qualunque droga possibile. Mi rendo anche conto che chi crede onestamente nelle buone relazioni tra lo stato e gli stati, tra i cittadini e i popoli del mondo, non ha molta voglia di vedere accrescere ansie e conflitti, e si rimette e ritorna a far dire in suo nome e sopratutto a far fare in suo nome. Chi non ascolta queste parole, chi non medita sulla loro forza, rimane tutto dentro alle logiche dell'intruppamento, fuori dalla Storia, quella che le donne e gli uomini scrivono ogni giorno, invisibili e mai letti e irrappresentabili. Doriana Goracci In data 28/3/2007, "Davide Bertok" <davide at bertok.it> ha scritto: >Il Partito della non-violenza esiste ancora. Come Umanisti >propagandavamo e supportavamo la non-violenza prima ancora che quel >buffone opportunista di Bertinotti ne parlasse a Venezia (o giù di lì). >Idee che sosteniamo ancora adesso, perché è inutile criticare Bush o Prodi >perché fanno guerre se poi le azioni non-violente non cominciamo a farle >da noi stessi. >Comunque nei precedenti governi di centro-sinistra non è che il PRC si >fosse dimostrato tanto diverso, magari sarà si uscito quando si tratto di >votare per l'attacco alla Jugoslavia, però non è uscito quando si votò per la >legge Turco-Napolitano (che ha istituito i CPT) o le leggi per il lavoro >precario. Anche queste son forme di violenza, scusate. >Quindi si, che se ne vadano, e che altri costruiscano una vera alternativa di >sinistra. >Ciao, >Davide > >On 28 Mar 2007 at 20:27, Doriana Goracci wrote: > >> C'era una volta il partito della non-violenza. Il suo segretario >> sosteneva >> che, per uscire dal Novecento, i movimenti dovevano essere pacifici. >> Novecentesco non è conservare la vigenza della forma-partito laddove >> ha cessato di essere valida, ma mettersi un casco per ripararsi dalle >> manganellate della polizia era posto sullo stesso piano della strage >> dei kulaki. Oggi quel partito è al governo: in appena dieci mesi, di >> guerre ne stanno facendo due. >> >> Oggi quel segretario è presidente della camera. Oggi quell'appello >> alla non-violenza si dimostra per quello che era fin dall'inizio: un >> tentativo di deprivare i movimenti della loro autonomia, per >> subordinarli al sistema della rappresentanza politica. >> >> Con linguaggio orwelliano, ci raccontano che stanno facendo la guerra >> per costruire la pace. Col linguaggio della ragione, rispondiamo che >> non esistono guerre buone e guerre cattive: unilaterali o >> multilaterali, sotto l'egida dell'amministrazione Bush o dell'Onu, le >> guerre sono dispositivi costituenti dell'ordine imperiale. C'è chi è >> complice, e c'è chi si oppone. Tutto il resto sono chiacchiere. E oggi >> più che mai, le chiacchiere stanno a zero. >> >> Quello stesso partito, i suoi ministri e quello stesso segretario, >> raccontavano che avrebbero "superato" i lager per migranti, al secolo >> centri di permanenza temporanea. Non uno ne è stato chiuso: i >> movimenti che li combattono - come è successo a Bologna - trovano >> sulla loro strada i manganelli non-violenti della polizia. >> Raccontavano che avrebbero "superato" la precarietà. La legge 30 e la >> legge Moratti godono invece di ottima salute. Raccontavano che >> avrebbero "superato" il 3+2. Nelle università non è cambiato nulla. >> Raccontavano che avrebbero "superato" la Fini-Giovanardi. Le sole cose >> andate in fumo, sono le loro promesse. >> >> L'unico superamento, reale, lo abbiamo praticato noi, nella radicalità >> del conflitto e della diserzione, nel rifiuto dei saperi di guerra e >> delle strutture della rappresentanza. Attraverso i percorsi di >> autoformazione e le lotte, nell'autogestione della produzione dei >> saperi e nelle occupazioni, abbiamo cominciato a costruire >> un'università autonoma metropolitana. Non un'altra università, ma >> l'unica possibile: quella dell'autonomia del sapere vivo nella >> metropoli produttiva. Non abbiamo bisogno di un'"altra riforma >> possibile", perché stiamo già praticando la nostra autoriforma. Perché >> le nostre forme di vita sono irrapresentabili, si muovono in altro >> tempo: non riuscirete mai a catturarle perché siamo veloci, flessibili >> e imprevedibili. Potete anche seguire i consigli del "Corriere della >> sera", che vi suggerisce di fare ciò che il Pci non volle: essere >> agenti di inclusione democratica dei movimenti. Trent'anni fa Lama e >> l'arroganza di Pci e sindacato venivano cacciate dall'università di >> Roma. Si sa: quando la storia si ripete due volte, la prima lo fa come >> tragedia, la seconda come farsa. Oggi in nome di un rinnovato >> compromesso storico l'ex segretario e attuale Presidente della Camera >> viene a Lettere, invitato da Comunione e Liberazione, legittimando >> un'organizzazione che gli studenti di questa facoltà hanno sempre >> ripudiato. >> >> Il tentativo di cattura e cooptazione, all'insegna di una governance >> all'amatriciana, è proprio questo: una farsa. Siete destinati alla >> sconfitta. Avete già perso. Perché la costruzione di autonomia >> significa innanzitutto estraneità al sistema della rappresentanza. >> Autoformazione e autogestione dei saperi significano esodo e >> conflitto. Perché noi siamo la forza dell'autonomia dei movimenti, voi >> la violenza della rappresentanza. Lasciate stare il Corrierone, >> seguite il nostro di consiglio: andatevene ! >> >> Rete per l'Autoformazione ( La Sapienza e Roma 3)
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- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
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