[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
dopo Vicenza
- Subject: dopo Vicenza
- From: "Disobbedienti " <disobbedientimolise at libero.it>
- Date: Mon, 19 Feb 2007 10:12:25 +0100
www.corriere.it I leader della protesta: occuperemo l'area destinata alla base americana Vicenza, dopo il corteo stop di Rifondazione Ferrero: «Le condizioni sono cambiate, serve il referendum». Proposto boicotaggio Coop rosse che partecipano all'appalto VICENZA — Nella sala del Comune in Contrà Santa Corona si parla di disarmo nucleare. La capopopolo dei comitati no-base Cinzia Bottene ringrazia gli amici venuti da fuori, poi guarda avanti: «Quando arriveranno le ruspe entreremo con gli avvocati nel Dal Molin e le bloccheremo. Io mi sono già comprata il caschetto, non si sa mai». Sul piazzale di Campo Marzio si smonta il palco del trionfo. Il leader dei Disobbedienti vicentini Francesco «Cesco» Pavin tira pacche sulle spalle, quindi sibila: «Adesso non ci resta che passare alla fase tre: occupare l'aeroporto». Il giorno dopo la «marcia dei duecentomila» la gioia per i numeri e i disordini che non ci sono stati è già stata annacquata da un pezzo. Il tempo di chiudere il corteo, e poi sono arrivate le parole di Prodi a spazzare via ogni speranza: «La piazza non cambia le nostre scelte». Uno schiaffo. Che in un amen ha trasformato l'ipotesi dell'occupazione dei cantieri in «una strategia inevitabile». Un'arma estrema che trova sponda anche nei vertici nazionali di Rifondazione, perché la convinzione è che della manifestazione si debba tenere conto e che a questo punto il territorio vada consultato attraverso un referendum. «Val di Susa-Vicenza una sola resistenza», hanno urlato i no-base in corteo (oltre 20 mila euro di spese). E come per la Val di Susa il momento più critico potrebbe arrivare proprio con l'avvio dei lavori. Quando? «Probabilmente a settembre», dice Cinzia Bottene. «Le imprese che vogliono partecipare all'appalto hanno tempo fino al 6 marzo per segnalarsi. Finora sono una settantina». BOICOTTAGGIO - Per loro, aggiunge, Francesco Pavin «partirà subito un'azione di boicottaggio. A cominciare dalle cooperative rosse: Cmc di Ravenna e Cmr di Ferrara. Poi, ad avvio lavori, bloccheremo». In quel momento al loro fianco ci sarà anche l'ex sindaco e vicepresidente ulivista del consiglio regionale Achille Variati: «Senza risposte, in cui ancora spero, è evidente che si arriverà all'occupazione dei cantieri. Ma cosa vuole il governo, passare dal silenzio ai manganelli? Qui è peggio della Val di Susa, non ci sono sindaci al fianco dei cittadini», afferma Variati. Ci sarà anche Don Albino Bizzotto, presidente dei Beati i costruttori di pace: «A Comiso ho preso le botte, ora sono pronto a rifarlo se il governo non lascerà alla gente che questa possibilità. Ma questa è democrazia?». E forse ci saranno anche gli autonomisti veneti (in corteo con i vessilli di San Marco) ai quali il disobbediente Luca Casarini dice: «Credo che con la base autonomista sganciata dalla base romana e lombarda della Lega, potremo fare grandi cose». Il sindaco azzurro Hullweck, che ieri ha polemizzato su slogan e scritte del Gramigna, tuona: «Se bloccheranno i lavori, il governo dovrà risponderne». E il dibattito tra comitati e movimenti si accende. C'è chi pensa a sit-in sui prati del Dal Molin, chi a barricate e scudi. E chi segue padre Alex Zanotelli nell'indicare come esempio il pacifista scalzo Salvatore «Turi» Vaccaro (in Olanda ha sabotato due F16). Ma sia chiaro: «Se non è successo nulla sabato non è merito di Amato ma nostro. Così continueremo», sottolinea la capopopolo Bottene. Che, con i Disobbedienti, però sottolinea: «Qui non è più questione di violenza o non violenza, ma di legalità o non legalità: illegalmente impongono la base, illegalmente la occupo. Anche se, come propone Prodi, la spostiamo di cento metri verso la campagna». Alessandra Mangiarotti ----------------- www.carta.org La festa di Vicenza Giuliano Santoro Che manifestazione è stata quella di Vicenza? Di certo, è stata un evento dalle molte smentite. La prima è che questa sia stata una manifestazione antiamericana perché moltissimi sono stati gli statunitensi che hanno manifestato contro la guerra, con i loro striscioni, e sono stati salutati con un lungo applauso quando sono giunti in piazza. La seconda è che questa sia stata una manifestazione in cui c'erano forme di militanza ideologiche. In realtà, è stata una manifestazione molto aperta, con linguaggi diversi, plurali, per niente caratterizzata in un solo modo. Ancora, un'altra smentita è che anche che questa fosse una manifestazione violenta. È stato anche smentito il fatto che fosse una manifestazione che contrapponeva il locale ad una logica più generale, perché il locale e il globale si intrecciavano continuamente. Ma, soprattutto, è stato smentito il fatto che, come dicono molti rappresentanti del centrosinistra, che ormai "a Vicenza la cosa è persa, al limite possiamo migliorare la situazione". Questa manifestazione dimostra che a Vicenza la battaglia non è persa. Il simbolo di tutto questo è stato il nutritissimo gruppo di manifestanti arrivati dalla Val di Susa che sono stati i primi a dimostrare che, anche se una cosa era decisa dal governo centrale e sembrava ormani data per certa, poteva essere fermata. La nutrita presenza dei No Tav a Vicenza significa questo: che come anche loro si sono trovati di fronte ad una cosa che tutti davano per scontata, che ormai doveva essere fatta, "necessaria", sono riusciti a fermarla. È stato un corteo nel quale era quasi impossibile distinguere i vari spezzoni perché non c'èra una suddivisione netta, se non per il fatto che i partiti stavano in coda. Si può dire che i partiti hanno disobbedito a quello che aveva stabilito l'assemblea, perché tutti hanno portato le bandiere di partito. Ma il fatto che fossero in coda è come se avesse restituito un ordine a tutto quanto, sono entrati per ultimi in piazza. I vicentini hanno segnato la loro presenza in maniera molto forte, molti di loro hanno parlato dal palco, hanno aperto il corteo con moltissimi slogan. Quello che ha stupito i veneti stessi è stato il fatto che questo territorio, da sempre considerato un deserto dal punto di vista del conflitto sociale, nonostante il terrorismo dei media, ha risposto, la gente è scesa in strada e non tutti i negozi hanno abbassato le serrande. __________________________ L'autoritarismo ha bisogno di obbedienza, la democrazia di DISOBBEDIENZA------------------------------------------------------Trova il tuo mutuo su misura. Tassi ridotti da 4.25% solo per richieste online, mutuionline.ithttp://click.libero.it/mutuionline19feb7
- Prev by Date: Campagna Nazionale contro la rapina del petrolio iracheno
- Next by Date: Re: [pace] VICENZA: TUTTI FELICI E CONTENTI, FINO A QUANDO?
- Previous by thread: Campagna Nazionale contro la rapina del petrolio iracheno
- Next by thread: Voce del verbo PRIVATIZZARE
- Indice: