Re: [pace] La guerra del petrolio passa per Vicenza?



Certo, accadono molte cose impensabili. Però, da Vezzano a Vicenza c'è
l'Appennino, oltre i molti chilometri. Non me ne intendo, ma chiedo: un
oleodotto scala i monti e li ridiscende e nessuno lo vede? tutto interrato?
nessuno ricorda tali lavori non piccoli? Credo che Vicenza-Aviano sia stato
più facile. Anch'io aggiungo un "Mah!"
Enrico Peyretti

----- Original Message ----- 
From: "magius" <gmagius at gmail.com>
To: <bastaguerra at yahoogroups.com>; "lista pace di peacelink"
<pace at peacelink.it>
Sent: Saturday, February 17, 2007 8:19 PM
Subject: [pace] La guerra del petrolio passa per Vicenza?


> L'OLEODOTTO SEGRETO - LA GUERRA DEL PETROLIO PASSA DA VICENZA
>
> Martedì 30 gennaio, per bocca del ministro della Difesa Arturo
> Parisi, il governo ha assicurato che l'allargamento della base Usa di
> Vicenza rispetterà le esigenze locali e che le attività operative
> saranno in linea con gli accordi bilaterali Usa-Italia. Nello stesso
> giorno, le cronache regionali riferivano invece della denuncia
> pubblica del sindaco di Susegana (TV), Gianni Montesel, riguardante
> la scoperta di un oleodotto sotterraneo esistente - pare da decenni -
> tra le basi Usa di Aviano e Vicenza. La presenza segreta di tale
> oleodotto, di cui i contadini locali erano peraltro da tempo a
> conoscenza, era diventata non più occultabile dopo gli scavi per la
> bonifica di un vecchio ordigno bellico adiacente alla tubazione;
> secondo le fonti ufficiali serviva per trasportare cherosene
> additivato utilizzato dagli aerei in partenza dalla base Usaf di
> Aviano, ma ora, mentre viene ipotizzato un incremento della struttura
> in relazione al progetto per la nuova base Usa a Vicenza, molti
> sospetti prendono corpo.
>
> Innanzi tutto, torna alla mente un'interrogazione parlamentare della
> deputata Deiana (Prc) del 2004 in cui già si era parlato di questo
> oleodotto collegato anche ad un deposito di carburante
> dell'Aeronautica militare italiana, sito nei pressi di Vezzano (La
> Spezia). Da questa interrogazione si può apprendere che i carburanti
> speciali arrivano al terminai marittimo spezzino via mare e vengono
> da li pompati per raggiungere i grossi serbatoi interrati che si
> trovano sotto la collina di Vezzano da dove il carburante, con un
> oleodotto, viene appunto fatto arrivare sino alla base di Aviano.
>
> Ma un altro recente riferimento appare interessante. Lo scorso 29
> novembre, commentando una notizia della Cnn riguardante un attacco
> della guerriglia irachena agli impianti petroliferi, su un sito
> professionale d'informazione si poteva leggere il seguente
> commento: "Ma in Iraq il petrolio è anche oggetto di continui furti,
> che non si sa più come fermare. Addirittura ci sono interi porti
> clandestini, nei dintorni di Bassora, dove avviene tranquillamente
> smercio e commercio (nessuno li vede, coi satelliti? Mah). Il
> traffico avviene, oltre che con i furti, anche con l'acquisto di
> benzina a prezzi calmierati per rivenderla a Paesi esteri".
>
> Ora, poiché sappiamo bene chi controlla l'Iraq, qualche ipotesi
> possiamo anche avanzarla: il territorio italiano, da Nord a Sud, è
> disseminato di basi Usa e Nato, piccole o grandi. Chi paga tutto
> questo? Secondo le regole del colonialismo, l'occupazione è
> finanziata dallo stesso Paese occupato, ma solo in minima parte ciò
> avviene in modo ufficiale, attraverso tasse. A suggerire qualche
> risposta soccorre il dato secondo cui i container che sbarcano
> soltanto nel porto della base Nato di Napoli, sono circa cinquemila
> all'anno. Ufficialmente contengono "materiale militare", ma sotto
> questa sigla può passare ogni genere di merce illegale clandestina,
> grazie ai privilegi di extraterritorialità assicurati dai trattati
> alle basi Usa e Nato.
>
> In occasione dello scandalo del contrabbando di petrolio del 1980, in
> cui risultarono coinvolti anche alti gradi della Guardia di Finanza
> nonché personaggi legati alla loggia affaristico-militare P2,
> attraverso il controllo delle bolle di accompagnamento che dovevano
> seguire il petrolio durante il trasporto, fu possibile individuare a
> Vicenza uno dei principali depositi clandestini di petrolio. Allora
> non emerse alcun elemento che coinvolgesse direttamente la caserma
> Ederle, ma certo la coincidenza oggi fa pensare. D'altra parte,
> attualmente un analogo traffico rimarrebbe sommerso in quanto non vi
> sono più le norme legislative che consentivano di scoprire un simile
> contrabbando.
>
> Vediamo solo la punta dell'iceberg, ma è già abbastanza.
>
> Umanità Nova
> Fonte: http://www.ecn.org/
> Link: http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2007/un05/art4596.html
>
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