[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Re: [pace] Dopo la guerra?
- Subject: Re: [pace] Dopo la guerra?
- From: Lorenzo Dellacorte <l_coortis at yahoo.it>
- Date: Tue, 8 Aug 2006 10:20:49 +0200 (CEST)
Caro Bruno la tua analisi è interessante, ma dobbiamo scendere in profondità: sembra che tutto sia legato ad un gruppo dirigente: è vero come lo era quello di Hitler, ma questi gruppi muoiono e si replicano generati da una spinta di base che noi dobbiamo isolare e distruggere. La base che genera in continuazioni mostri, divisioni artificiali, lobbies, gruppi di potere omicidi e satanisti, massoneria criminali ecc, è il sistema capitalista nella sua fase di crisi suprema: gruppi che rappresentano concentrazioni di capitale inaudite, che devono investire a danno di altri capitalisti somme ingenti per tassi di profitto sempre più elevati alimentano queste guerre sia per reddito immediato, sia per dominio di stati, sia per distruzione di merci e stati interi: lo sviluppo si alimenta ormai solo di distruzione e morte, l'economia capitalista, dopo aver soggiogato l'intero globo, va avanti solo distruggendo cose e uomini e lo farà ad un ritmo sempre più accelerato. Non esiste una questione palestinese, o meglio esiste nella misura in cui è diventata uno strumento di morte e di distruzione. Che poi questa "necessità" si sposi con gruppi di potere esoterici o gnostici, che a loro volta fanno della morte, del peccato, del satanismo un obiettivo, questo è possibile e già è stato sperimentato con il nazismo, ecc. Noi dobbiamo però affrointare il cuore del problema, non tranciare tentacoli che si riproducono ma nadare al cuore della piovra: il modo di produzione capitalistico. --- "bruno.leopoldo at libero.it" <Bruno.Leopoldo at libero.it> ha scritto: > Dopo la guerra? > > George W. Bush - ricordiamo - tempo fa dichiarò la > fine della guerra in Iraq. Pensava di poterne > decidere anche lo spazio e il tempo; di disporne. > > Non ci sono più dichiarazioni di guerra; a volte > nemmeno Stati l’uno contro l’altro ma gruppi, realtà > territoriali. Così come non si firmano trattati, > accordi, pacificazioni attestanti data, condizioni e > tappe di fine guerra, da rispettare. > > Sappiamo che sono guerre asimmetriche. Fatte da > potenze militari globali contro chi non si > sottomette. Il rapporto è fra potere e dominio. > In “Antologia” di Michel Foucault, Vincenzo > Sorrentino richiama a tal proposito la definizione > del filosofo francese: “Le relazioni di potere sono > relazioni all’interno delle quali si cerca di > dirigere la condotta dell’altro. Si tratta di > rapporti mobili che possono modificarsi e che non > sono dati una volta per tutte, di giochi strategici > aperti tra le libertà. Gli stati di dominio, invece, > si creano quando un individuo o un gruppo sociale > riescono a bloccare le relazioni di potere, a > renderle immobili, irreversibili. Ciò che conta, > quindi, è evitare che i giochi aperti di potere si > fissino in stati di dominio”. > Questa è la posta in gioco; l’Occidente “si muove” > per il dominio di Israele e, quindi, per il proprio. > > > La novità è che i dominati preferiscono essere > altro. Non solo si battono resistendo in relazioni > di potere, ma in sua alternativa decidono di morire. > Alla dicotomia potere/dominio sostituiscono quella > potere/morte; è questo che da tre anni blocca in > Iraq la prima potenza mondiale. > > Per quanto riguarda lo spazio, anche questa volta la > guerra si svolge nelle città del più debole. Che > però a sua volta si organizza, affinché possa > incidere sul terreno avverso, nei modi e nei tempi > possibili; aiutandosi ovviamente con i mezzi della > tecnologia. C’è una deterritorializzazione del campo > di battaglia. > Per la sua durata, la previsione di qualche anno di > guerra fa parte della logica, quella di qualche > decennio va presa in considerazione. Più che la > conclusione, si possono immaginare periodi nei quali > la guerra scema o divampa, e la durata sarà tanto > più lunga quanto più scatenerà passione, odio, > ricordo degli stermini. Sarà sempre possibile la > costituzione di nuclei che anche se solo > occasionalmente si formano per sferrare un qualsiasi > attacco oppure, dall’altro lato, l’azione punitiva > degli eserciti e dei servizi segreti o nuovi scenari > di guerra. > > Individui, famiglie, gruppi rivali di cittadini, > religioni, civiltà o razze si confronteranno fra > strade, chiese e ospedali. Non ci sono zone > neutrali, riconosciute da entrambe le parti. > > Oggi, chi continua a mettere sullo stesso piano una > potenza d’odio come la nazione d’Israele e un lager > a cielo aperto come i territori di Palestina - per > quanto mi riguarda - è in malafede. > > “Il manifesto” del 5 agosto riporta in un trafiletto > che il presidente venezuelano Hugo Chavez ha > comparato lo stile delle operazioni militari > israeliane e l’uccisione di civili innocenti alle > azioni di Hitler e ha descritto gli Stati uniti come > un “Dracula assetato di sangue e petrolio”. > E’ un hitlerismo del XXI secolo che però anche in > questo caso ha bisogno che la comunità > internazionale conceda un po’ di tempo per > annettersi un bel pezzo di Polonia, pardon di > Libano. All’epoca la Germania era in accordo segreto > con l’Unione Sovietica, oggi Israele lavora con gli > Usa e tutto l’Occidente. > > “Il manifesto“ del 6 agosto riporta una > dichiarazione dello scrittore israeliano Yitzhak > Laor: “Il punto è che questo attacco (israeliano) al > Libano non è sproporzionato come affermano molti, > qui e in Europa, ma un crimine di guerra orrendo che > deve essere denunciato e condannato. Non vedo in > quale altro modo si potrebbero definire le > distruzioni sistematiche delle infrastrutture > libanesi e le stragi quotidiane di civili”. Parole, > queste, che illustrano la banalità degli eventi e > che nessuno dice. > Dallo stesso giornale si legge che gli israeliani > bombardando a metà luglio la centrale termoelettrica > di Jiyyeh, tra l’altro hanno provocato una > fuoriuscita di nafta che ha prodotto e continua a > produrre una tragedia ambientale nel Mediterraneo. > “...una marea nera delle dimensioni di quella > provocata nel 1989 in Alaska dalla petroliera Exxon > Valdez”. > > Mi domando: chi afferma che è in atto un conflitto, > una crisi israelo/libanese o anche > israelo/palestinese, ragiona su ciò che dice oppure > semplicemente non ci arriva? > > Un decimo delle persone elette al Congresso Usa sono > ebree; si calcola che un altro decimo ne subisce > l’influenza. Leggendo in giro, c’è chi dice che per > subire una condanna da parte degli statunitensi, > Israele dovrebbe far l’errore di usare l’atomica > contro una nazione occidentale... > Quella ebrea-israeliana è la lobby in essere più > forte sul pianeta; che lavora giorno dopo giorno > alla ricerca di soluzioni e strade per far passare > il proprio modo di vedere le cose, o almeno l’agenda > dei temi in discussione. E’ possibile ipotizzare gli > agganci di tale lobby con altri gruppi d’interesse > politico-economico. > > Armi di nuova generazione, ordigni contaminati da > agenti biologici, armi chimiche, armi a energia > diretta; questi – insieme ad altri già noti - gli > strumenti utilizzati da Israele. Testati sul campo > per conto dell’industria militare. Gli israeliani > però non sono stati capaci di leggere la forza > dell’altro. Gli hezbollah hanno tenuto e, in pochi > terribili giorni, sono entrati a far parte > dell’immaginario collettivo. > > Far danni in qualche modo più che vincere; sostenere > in vita la guerra prima che se stessi. La novità di > questo inizio secolo è che alla volontà di vivere il > più debole antepone quella di lasciare la propria > traccia, un segno al più forte. Questo ci riporta > indietro nei secoli, quando chi aveva combattuto, > per il solo fatto poi di essere miracolosamente > ancora in vita veniva considerato un eroe e non un > superstite. Erano anteposte le cause, le passioni, i > valori a tutto il resto, ben sapendo della fine > certa, da guerriero. Questa realtà è tornata. Spesso > si inneggia ai singoli, ai simboli della propria > lotta, ai propri combattenti per nome e cognome. > L’obiettivo delle popolazioni è di dargli una mano, > essere un po’ come loro. Facendo tutto il possibile. > E’ facile supporre che alcuni kamikaze non abbiano > mai avuto la più pallida idea delle tattiche di > difesa o di attacco, eppure hanno il ruolo di primo > piano. > > Gli eserciti, quelli costruiti giorno dopo giorno > nel segreto delle basi militari, perdono > consistentemente senso. Non c’è dominio perché manca > il dominato. Resta il dominatore solitario con il > suo mucchio – inutile - di cadaveri. Amici e nemici > irriconoscibili; inestricabili. I vinti oggi non > sono alla mercé dei vincitori perché non gli > lasciano più il potere di vita o di morte. > > 7/8/6 – Leopoldo BRUNO > > Nota: Questo scritto attinge a piene mani dal libro: > “Difendere la società, di Michel Foucault, trad. di > Mauro Bertani e Alessandro Fontana, ed. Ponte alle > Grazie, 1990” (Ciclo di lezioni tenute nel periodo > gennaio - marzo 1976 presso il Collège de France) > > > > > > > > > > > > ___________________________________________________________________ > Prestiti da 15 istituti. Tan dal 5,90% per richieste > entro il 31 Agosto. Servizio gratuito. > http://click.libero.it/mutuionline1 > > > > -- > Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: > http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: > http://www.peacelink.it/webgate/pace/maillist.html > Area tematica collegata: > http://italy.peacelink.org/pace > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > > Chiacchiera con i tuoi amici in tempo reale! http://it.yahoo.com/mail_it/foot/*http://it.messenger.yahoo.com
- References:
- Dopo la guerra?
- From: "bruno\.leopoldo\@libero\.it" <Bruno.Leopoldo at libero.it>
- Dopo la guerra?
- Prev by Date: Re: [pace] movimento pacifista : se ci sei ..... è ora di battere u n colpo !
- Next by Date: Agli ambasciatori di Israele e del Libano in Italia
- Previous by thread: Dopo la guerra?
- Next by thread: Gilad Atzmon - Jihad Abu Az Zamman double bill (informative and enjoyable reads)
- Indice: