ANDATA RITORNO




Sono andata a Genova nel luglio del 2001, tornai e scrissi un diario di quelle giornate, lo mandai ad Indymedia e l'ho trovato intatto dopo 5 anni, ho ritenuto, come poco più di altri cento, di tirarlo fuori dal cassetto eD inviarlo al comitato Verità e Giustizia (www.veritagiustizia.it) per un concorso aperto a testimonianze scritte in forma di prosa e poesia. Non si vinceva niente a questo concorso, si dava un contributo all'assistenza legale per i crimini commessi dal potere e dalla polizia contro i manifestanti di allora. Il mio racconto "Giorni di ferie" è entrato in finale ed è stato pubblicato sul libro appena uscito "Genova, luglio 2001: io non dimentico".
Sono dunque ,come nel 2001, andata e tornata da Genova.

Intorno alle 18, sotto un grande tendone vicino al porto si è aperto un dibattito organizzato da Reti Invisibili (www.reti-invisibili.net) per fare il punto su quella notte cilena alla Diaz,a Bolzaneto per non dimenticare, anche se Violante non è del parere di fare una Commissione d'inchiesta, smentendo sè stesso. E qui mi si apre uno scenario insolito, alla tavola sul palco una strana presenza quasi totalmente al femminile, donne certamente non giovanissime, oltre Heidi. Sono madri o parenti di ragazzi ammazzati " per caso" o poco a poco che si tenta di farlo. Carlo Giuliani, Dax, Federico Aldrovandi,Piero Bruno, Rumesh, gli antifascisti di Torino 17 luglio 2005, gli antifascisti di Milano 11 marzo 2005 ad arresti domiciliari , in pochi conoscevamo la durezza inaudita di essi pari alle sentenze spropositate. Mi sono guardata intorno e tranne i visi amici che incontro sempre e Checchino Antonini, pronto a scrivere e registrare, non vedo nessuno "che conti", nessuno di quelli noti che hanno rappresentato la disobbedienza, il movimento, l'opposizione di ieri, la maggioranza di oggi.

C'è in compenso una grande voglia di dire, la propria storia e la propria rabbia, gli interventi si susseguono.

In una Genova affogata nel caldo umido ed intollerabile si va alla fiaccolata notturna davanti alla Diaz.Saremo stati poco più di cento.

Presenze che non fanno titoli, pochi genovesi alle finestre non andati in vacanza ,la città questa volta non è blindata, è semplicemente indifferente.

Ho conosciuto in quelle ore Roberto e Daniela di Torino, sono all'incirca come me degli anni'50, mi segnalano la storia di Sole e Baleno, il libro di Tobia Imparato "Le scarpe dei suicidi", ho conosciuto Norma che a Genova si ostina a fare un'ora di silenzio in piazza da anni, ho ritrovato Paola Manduca con la sua forza di Donna del Mediterraneo in Marcia continua,uomini molto giovani venuti da Palermo e da Como, da Verona e Napoli, ho ritrovato di notte i pendolari di ogni età e provenienza, c'è chi offriva una birra al chiosco della stazione Principe e chi un sorriso disfatto e una valigia pronta ad andare in vacanza.

Sabato c'è stata una grande assemblea partecipata stavolta con nomi che contano, su come ripartire. Non ho ancora avuto tempo e forse voglia di leggere, di sapere cosa "si sono detti", sono rientrata a Capranica da dove ero partita, con la notizia che la Rai Way, ricorsa al Tar, potrà legittimamente piantare i suoi 180 metri di traliccio, che un F16 in volo sul viterbese-nonsodovediretto, aveva provocato un boato sentito fino ad Orvieto, ho potuto salutare ieri la mia amica Amina che torna dopo 3 anni in Marocco a far conoscere suo figlio e il marito Riad , siriano che ha deciso di chiedere la cittadinanza italiana e in Siria non c'è più tornato, ho visto ieri sera in piazza del Palazzaccio la Locandiera della compagnia teatrale San Leonardo, con noi tutti stregati a seguire le storie veneziane di una nobiltà finita e una borghesia nascente.

Tutti per strada a mangiare gelati, a bere vino, a vivere...Siamo tornati a parlare di Viterbo, ieri alla sua prima notte bianca, di come eravamo e dove andremo, magari domani, oggi domenica 23 luglio,senza andare troppo lontano per scaramanzia.
Anche qui, in provincia, il sabato notte con questo caldo si tira a far tardi.
E poi oggi,domenica di luglio mi chiedo se ce la faccio ad andare a Roma nei prossimi giorni a sostenere chi voterà No al Senato, a manifestare contro Olmert a Roma, mi chiedo se tutto questo ha un senso dove pochi conoscono e tanti sono al buio, ancora tutti immersi in una notte dove non emerge che il volto della violenza e del potere, dell'appartenenza e della mafia, della censura e dell'informazione venduta, della negazione della libertà e democrazia, dove si delega e ti penti amaramente di aver delegato, dove ci si oppone al fascismo e ti ritrovi magari in carcere o agli arresti domiciliari per concorso morale, dove come un'icona anacronistica ti ritrovi a balbettare "basta- sono contro la guerra-pace", dove progetti a settembre di vendemmiare, magari con i piedi, acini riarsi dal sole, che il raccolto di questi anni si è fatto aceto...

Non ho trovato nessun buon motivo, nessuna parola o frase per dire che è giusta la guerra, è rimandabile e da rifinanziare una missione, va sostenuta questa sinistra, non si può riconsegnarla alla destra, parole parole... disfatta e/o disfattista, come cinque anni fa sono con chi non ha voce, con chi ha e non ha il coraggio di essere in strada, pronta anche a dire tutta l'amarezza e la rabbia per queste vergognose giornate di luglio , come quelle di cinque anni fa e mi viene solo di salutare con dolcezza quella madre di uno dei ragazzi agli arresti domiciliari dell'11 marzo a Milano che domanda:" cosa ci sta succedendo?".

La raffica delle enormi drammatiche notizie ci attacca ogni giorno e ognuno se la vive come può, ma la resistenza in questo paese, dove l'opportunismo politico ha indossato tutte le gamme del rosso, è sfidata ad andare avanti e tornare indietro non solo nella memoria ma cercando di sapere quanto in maniera sempre più dura e predeterminata ci viene nascosto e negato: per renderci invisibili-muti-indifferenti-prudenti.Fermi.

Vogliamo vedere-sentire-parlare, uscire dalla notte della dimenticanza, una notte che si preannuncia molto calda e altrimenti senza fine.

Doriana Goracci

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