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Re: [pace] cancellatemi
- Subject: Re: [pace] cancellatemi
- From: alberto granado <granadoalberto at yahoo.it>
- Date: Tue, 18 Jul 2006 15:57:58 +0200 (CEST)
ma bravi....si risolve tutto con cancellatemi? Ma che è il governo Prodi? la foglia di fico per tutto? E' di sinistra? ma che cosa sarà mai allora la sinistra...Quando era al governo d'alema e introdusse i lavori interinali proposi al sindacato di fare sciopero generale...sono un metalmeccanico....il nemico era d'alema....ma mi risposero che nn si può far cadere un governo di sinistra e mi diedero del terrorista....Bene così si fa...facciamo i tifosi ultras e copriamo le porcherie in nome della camiceta? ma questo è modo di fare politica e di sinistra? se è così CANCELLATEMI DALLA SINISTRA...da questa sinistra....la mia bandiera rossa la mia bandiera della pace vale più di una partigianeria cieca e acritica....se viene berlusconi al governo? Ho lottato perchè se ne andasse e se prodi e i suoi giannizzeri fanno gli interessi dei soliti noti...farò in modo che cada e nn mi dite che sono complice di berlusconi...complici di berlusconi sono gli ignoranti ultras che faranno
in modo che faccia una politica reazionaria ....sarete la sua foglia di fico
Pace senza se e senza ma....e che mi dite del programmino di Padoa Schioppa....? di sinistra? Non la mia
SALUTI COMUNISTI PACIFISTI E CRITICI
Francesco
Maurilio Lovatti <maurilio at lovatti.eu> ha scritto:
Maurilio Lovatti <maurilio at lovatti.eu> ha scritto:
chi dice "voglio la pace senza se e senza ma...", ma poi fa cadere il governo Prodi e non ne rispetta il programma approvato dagli elettori, in realtà lavora per Berlusconi, che è amico di Bush e sostiene la guerra imperialistica.Le persone non si valutano per le belle parole (anche Bush le dice talvolta), ma dai fatti: chi contribuisce a far cadere il governo Prodi fa il servo sciocco di Berlusconi e oggettivamente (al di là delle buone intenzioni) agisce a favore di Bush, della GUERRA e del'IMPERIALISMO. Le parole e le chiacchere lasciano il tempo che trovano.Per essere pacifisti e di sinistra non serve parlar bene, serve agire bene...saluti a tuttiMaurilio Lovatti----- Original Message -----From: roberta cavalloSent: Tuesday, July 18, 2006 10:19 AMSubject: [pace] cancellatemi
doriana at inventati.org ha scritto:
“NO alla guerra senza se e senza ma. Via dall’Iraq,
via dall’Afghanistan”
Ci siamo riuniti oggi in tanti, pacifisti e
pacifiste, esponenti dei movimenti e delle associazioni contro la guerra,
sindacalisti,parlamentari, uomini e donne di partito, per dire una
cosa semplice e netta: no alla guerra “senza se e senza ma”.
Il nostro grido giunge mentre in Medio Oriente una nuova, vecchia,
guerra riemerge violentemente con l’uso indiscriminato delle bombe sui
civili, con il terrore di Stato, con la chiusura unilaterale del dialogo
e della trattativa. Una guerra che si aggiunge alle tante contro cui ci
battiamo da sempre, dall’Iraq all’Afghanistan. La guerra, sempre più,
si presenta come strumento privilegiato degli Stati più forti e dei
potenti della Terra, a partire dalle grandi multinazionali, per costruire
un “ordine” internazionale fondato sul dominio e l’oppressione che a
loro volta generano morte, miserie e sempre più marcate povertà. La guerra
si erge, quindi, a sistema politico globale sia nella sua versione più
spregiudicata, l’unilateralismo statunitense, sia nella versione
temperata del multilateralismo a copertura Onu e a guida Nato.
È contro questa guerra che noi intendiamo batterci senza mediazioni
perché sulla guerra non si può mediare né, tanto meno,ridurre il danno.
Se la guerra è un sistema di dominio e di oppressione – che non serve a
ridurre o a depotenziare i fenomeni terroristici come la storia degli
ultimi cinque anni dimostra – il NO alla guerra è fondativo di
un’identità politica collettiva che ha preso le mosse nelle manifestazioni
contro la guerra del Kosovo e poi contro la “guerra infinita e preventiva”
in Afghanistan e in Iraq.
C’è un filo che lega queste mobilitazioni, un filoche non intendiamo
spezzare. Per questo vogliamo proporre a tutto ilmovimento un nuovo
corso, un rilancio della nostra iniziativa per non rassegnarci né
smobilitare, per mantenere una coerenza di fondo anche nelle scelte politiche
contingenti siano esse di natura istituzionale o meno.
Un nuovo corso che sia basato su alcuni punti essenziali:
1) Solidarietà al popolo palestinese per la costituzione di uno Stato
laico e democratico sui Territori occupati nel 1967 e con Gerusalemme
capitale. Questo obiettivo per essere realizzato ha bisogno di alcune
condizioni sostanziali: l’immediato cessate il fuoco,il ritiro di Israele
dai Territori occupati, lo smantellamento del Muro, lo sblocco degli
aiuti europei al legittimo governo palestinese. Il governo italiano deve
impegnarsi su questi punti a cominciare dalla revisione dell’accordo di
cooperazione militare con Israele e dalla richiesta di un intervento di
interposizione dell’Onu nei Territori occupati.
2) Via dall’Iraq e via dall’Afghanistan. L’occupazione militare
diquesti Paesi non costituisce la soluzione di unproblema ma
rappresenta il problema. L’Italia deve farsi portavoce di un’iniziativa
di pacificazione e di impegno in direzione della
cooperazione e della solidarietà civile. Questo significa contrastare
il ruolo di gendarme mondiale della Nato a cominciare dalla revisione
degli accordi di
Washington del 1999.
3) Via le basi militari e via il nucleare dal suolo italiano;
4) Riduzione delle spese militari con la completa revisione del nuovo
modello di Difesa che prevede l’incremento di missioni militari
all’estero, per una politica di disarmo e per la riconversione dell’industria
bellica senza penalizzazioni per i lavoratori e le lavoratrici.
Questo appello deve vivere nelle iniziative che sapremo realizzare
sia a livello parlamentare sia, soprattutto, a livello sociale, a
cominciare dalle mobilitazioni delle prossime settimane. Il movimento per la
pace rappresenta ancora oggi la maggioranza civile di questo paese. È
nostro dovere dargli voce, offrirgli gli strumenti per esprimersi,
costruire un nuovo slancio unitario e radicale perché la guerra sia bandita
dalla Storia.
Roma 15 Luglio 2006
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