Re:R: [pace] no, no e poi no




Ciao a tutti e tutte. Le ragioni che ci hanno portato in piazza non sono cambiate. L'Unione, che ha vinto le elezioni contro il centro-destra aveva preparato un programma comune, sottoscritto da tutte le forze, che non prevedeva il ritiro del contingente italiano dall'Afghanistan. Certo, questo non è motivo di non continuare a manifestare perchè le forze militari italiane siano ritirate anche da lì, come inizierà il ritiro dall'Iraq. La situazione è cambiata e la coalizione dovrà trovare, se non la trova per questo rifinanziamento, una nuova posizione comune. Ma governare è anche avere responsabilità difronte a chi ci ha votato. Poi, il presidente della repubblica poteva, invece che richiamare la maggioranza a presentarsi compatta (e compatta si deve presentare) al voto, richiamare il rispetto della Costituzione, appena passato al vaglio anche dei cittadini italiani. Forse non siamo preparati abbastanza alle accellerazioni, ma dobbiamo essere responsabili, anche difronte agli elettori che per anni hanno patito soprusi, arroganza e barbarie, da parte dei vecchi governanti, che stanno solo aspettando nuovi errori della coalizione, per governare imperterriti per altri 50 anni.........
Giovanni Pagani


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From      : pace-request at peacelink.it
To          : pace at peacelink.it
Cc          : 
Date      : Mon, 17 Jul 2006 15:19:18 +0200
Subject : R: [pace] no, no e poi no







> Cancellatemi, non so più come fare
> 
> -----Messaggio originale-----
> Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto
> di norma
> Inviato: lunedì 17 luglio 2006 12.53
> A: pace at peacelink.it
> Oggetto: [pace] no, no e poi no
> 
> Agli organi di informazone - Con preghiera di pubblicazione e diffusione)
> 
> Rete controg8
> per la globalizzazione dei diritti
> 
> 
> Ci rivolgiamo a quant* in questi anni hanno manifestato con noi nelle
> strade e nelle piazze di Genova, o nelle grandi iniziative  internazionali
> di Roma contro il coinvolgimento di soldati italiani in teatri di guerra; o
> semplicemente hanno condiviso le nostre parole.
> Le ragioni che ci hanno portato centinaia di volte in piazza non sono
> cambiate.
> Il coinvolgimento italiano in teatri di guerra come l'Iraq e l'Afghanistan
> è e rimane illegale, inutile e criminale. I morti in guerra non torneranno
> alle proprie famiglie, ci sia o non ci sia sulle loro uccisioni in timbro
> dell'ONU, della NATO o della "ragion di stato". La Costituzione italiana
> vieta la guerra. Sempre.
>  Non lasciamo soli i parlamentari che hanno preannunciato il proprio voto
> contrario alla guerra in Afghanistan: non è loro intenzione far cadere il
> governo, ma pretendere il rispetto della  vita umana e costituzione
> italiana. E ribadire la libertà di coscienza che deve caratterizzare
> l'impegno di ciascun parlamentare. E, non ultimo, pretendere che i partiti
> cui appartengono mantengano la propria dignità all'interno della coalizione
> di maggiornaza: come potranno dimostrare fermezza su altri argomenti, dopo
> che avranno ceduto su un argomento terribile come è una guerra? In quante
> altre occasioni basterà minacciarli con  il "ritorno di Berlusconi?"
> Sarebbe l'intero centro sinistra, e non una sparuta minoranza di
> parlamentari, a dover votare contro le missioni di guerra!
> Lunedì 17 luglio, in contemporanea con l'inizio della discussione
> parlamentare sul rifinanziamento della missione militare italiana in
> Afghanistan  si svolgerà a  un sit in sotto il parlamento per chiedere al
> governo ed ai parlamentari di non rifinanziare la guerra.
> Certamente non tutt* potranno partecipare a all'iniziativa romana; per
> questo proponiamo a quanti condividono ancora la parola d'ordine "NO ALLA
> GUERRA, SENZA SE E SENZA MA"  di ritrovarsi alle 17.30 di domani, 17
> luglio, sotto la sede della prefettura, di Genova, in via Roma. Abbiamo
> notizia che  iniziative analoghe si svolgeranno Modena Brescia , Firenze ed
> in altre città.
> 
> 
> incollo di seguito il testo del volantino che sarà distribuito.
> 
> 
> VIA ANCHE DALL’AFGHANISTAN.
> 
> UNA LETTERA DI GINO STRADA, CHIRURGO.
> 
> Questa mattina ho visto due blindati italiani passare davanti all'ospedale
> di Emergency, nel pieno centro di Kabul. I militari spuntavano dalla
> torretta, ruotando la mitragliera da destra e sinistra, lentamente, a
> "coprire" entrambi i lati della strada. Mi sono chiesto che penseranno i
> cittadini di Kabul della loro citta' attraversata da carri armati stranieri.
> E che sensazione avranno i passanti nel vedersi puntate addosso quelle
> mitraglie?
> Ho avuto il piacere di conoscere il Ministro Parisi qui a Kabul, e ne ho
> apprezzato l'interesse per il nostro lavoro. Tornato a casa, leggo sul
> "Corriere" di oggi una sua dichiarazione che suona cosi': "Se Emergency può
> agire a Kabul, e' grazie alla protezione dei militari".
> *
> Domanda secca: perche' un Ministro dice bugie?
> Una bugia sciocca, tra l'altro, banale, facilmente confutabile: Emergency
> era a Kabul gia' nel 2000, quando non c'erano truppe italiane e perfino la
> nostra l'Ambasciata era chiusa da anni. Gia', eravamo a Kabul, nella Kabul
> talebana. E dal 1999 in Panchir, con un ospedale che curava chi viveva da
> quella parte del fronte. Banalmente, per non fare torto a nessuno e
> occuparci il piu' possibile di chi aveva bisogno, senza chiedere
> appartenenze. A Kabul come in Panchir, abbiamo lavorato per anni senza
> protezione militare.
> Dal 7 ottobre 2001 per oltre un mese Kabul e dintorni sono stati bombardati.
> Lotta al terrorismo, sicurezza internazionale? La nuova guerra in
> Afghanistan, signor Ministro, e' iniziata cosi', con i B52 a sganciare
> bombe anche da sette tonnellate, da quarantamila piedi. Molte migliaia di
> civili sono morti sotto quelle bombe, signor Ministro. Possiamo fornirle
> nomi e indirizzi, se le interessa. Piu' morti, molti di piu', che alle
> Torri Gemelle: hanno fatto "giustizia" quei bombardamenti? O la "guerra al
> terrorismo" non e' stata invece un altro atto di terrorismo? Moltiplicare
> le vittime, nella macabra rincorsa ad uccidere di piu', ciascuno per le sue
> ragioni, non mi sembra una strada ragionevole. La trovo perfino disumana.
> Ma torniamo a Kabul. Neanche in quella occasione abbiamo avuto bisogno dei
> militari a proteggerci (anzi i militari di ogni sorta erano in verita' il
> pericolo). E abbiamo continuato cosi', a Kabul e nel resto dell'Afghanistan.
> Nei cinque anni di "guerra al terrorismo" abbiamo fatto il nostro lavoro -
> curare persone ferite o ammalate - senza bisogno dei militari.
> *
> E allora, Ministro Parisi, perche' quella bugia?
> Pero' in qualche modo la capisco: lei "deve" dire bugie sull'Afghanistan.
> Vi e' obbligato dall'avere scelto di partecipare a una operazione di guerra
> cammuffandola e spacciandola per operazione di pace.
> Non si puo' fare senza raccontare bugie. E senza apparire ridicoli. Gli
> Stati Uniti chiamano Gwat quello che stanno facendo in Afghanistan (con
> Enduring Freedom prima, con l'Isaf poi, infine con la Nato): guerra globale
> contro il terrorismo. Il nostro Ministro della Difesa tende invece a far
> credere che le truppe italiane (che hanno partecipato a tutte le operazioni
> lanciate in Afghanistan) siano qui a fare la guardia ai medici.
> 
> 
> Mi spiace contraddirla signor Ministro, ma non siamo qui grazie ai suoi
> soldati, ne' ad altri militari. Anzi la loro presenza e' per noi motivo di
> seria preoccupazione, per la sicurezza nostra, del nostro staff e dei
> nostri pazienti. Provi a trovare altre scuse, per giustificarla. Per quanto
> mi riguarda, e per quanto riguarda Emergency, puo' riportare a casa le sue
> truppe domani mattina. Anzi ci spingiamo a pensare che lei dovrebbe farlo.
> Per molte ragioni, la piu' evidente essendo che lei ha giurato di
> rispettare la Costituzione Italiana, articolo 11 compreso
> 
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