R: [pace] NO al rinnovo della missione in Afghanistan
- Subject: R: [pace] NO al rinnovo della missione in Afghanistan
- From: "Pino Testa" <pitesta at alice.it>
- Date: Mon, 17 Jul 2006 15:18:29 +0200
Essere al governo comporta responsabilità,
forse era meglio Berlusconi? Da:
pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di red_link ALLA FACCIA DEL “GOVERNO AMICO” La decisione del
governo Prodi di riconfermare la presenza italiana nell’occupazione
militare dell’Afghanistan dimostra quanto fossero infondate le speranze
di avere un governo amico della pace. A togliere ogni dubbio ci ha pensato
il già “bombardatore umanitario” della ex-Jugoslavia, Massimo
D’Alema, dichiarando che nessuna Exit
Strategy è pensabile rispetto all’Afghanistan poiché
l’Italia non intende venir meno alle sue responsabilità internazionali e
sottrarsi dal consesso delle grandi potenze (che
nella competizione mondiale si spartiscono il mondo). Non è un caso che la cosiddetta
destra ha assicurato che non farà mancare il proprio voto di sostegno al
decreto perché lo avverte, giustamente, in continuità con la propria politica
estera e con quella perseguita dalle classi dominanti italiane negli ultimi
anni. La foglia di fico rappresentata dalle presunte concessioni fatte al PRC e
che nulla cambiano della natura imperialistica di questa missione, non sono
servite però ad ingannare il grosso del movimento pacifista che mantiene la sua
opposizione alla guerra senza se e senza ma. Il sostegno della maggioranza del
PRC al decreto di rifinanziamento all’occupazione militare
dell’Afghanistan rappresenta un vero e proprio tradimento verso coloro
che hanno votato questo partito credendo alle sue dichiarazioni di pacifismo
assoluto. Chi avesse prestato fede alle
“sofferte riflessioni” di Bertinotti circa la necessaria coerenza
tra mezzi e fini è servito: non solo si entra direttamente nelle stanze del
potere in nome del rifiuto del potere, ma si finanzia una missione di guerra in
nome della pace. Particolarmente odioso è poi il ruolo di quei parlamentari che sono stati
eletti espressamente come portatori delle istanze pacifiste e che alla prima
occasione votano un provvedimento guerrafondaio inventandosi la ipocrita
categoria della riduzione del danno. La delega verso le istituzioni
ritenute amiche e le illusioni sul programma del governo hanno nei fatti
favorito una caduta dell’attenzione e della mobilitazione contro la
guerra e la politica militarista in cui è coinvolto pienamente l’Italia a
prescindere dalla compagine governativa. Quindi nel mentre apprezziamo e
sosteniamo i pochi parlamentari che, coerentemente con le loro convinzioni,
hanno deciso di votare contro il decreto nonostante i ricatti e le pressioni
cui sono sottoposti, dobbiamo dare, però, contenuti più forti e chiari e
maggiore stabilità e continuità alle iniziative di movimento contro la guerra. Noi non possiamo essere per una generica pace o
equidistanza tra chi rapina, aggredisce, occupa un altro paese e chi si oppone
a tale oppressione: come nella migliore tradizione antimilitarista possiamo
solo augurarci e favorire la sconfitta degli aggressori e sostenere le ragioni
di chi resiste in tutti i modi possibili a questa barbarie. DIAMO VITA AD UN NUOVO MOVIMENTO CONTRO SOSTENIAMO
IL DIRITTO ALLA RESISTENZA DEI POPOLI OPPRESSI Intanto si tratta di attivarsi da subito per fermare il brutale massacro
operato dallo stato sionista d’Israele ai danni di palestinesi e libanesi
con la complicità delle potenze occidentali mobilitandoci il 27 Luglio contro
la prossima visita a Roma del boia Olmert. RETE
DEI COMUNISTI cpiano at tiscali.it RED LINK
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