no, no e poi no



Agli organi di informazone - Con preghiera di pubblicazione e diffusione)

Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti


Ci rivolgiamo a quant* in questi anni hanno manifestato con noi nelle
strade e nelle piazze di Genova, o nelle grandi iniziative  internazionali
di Roma contro il coinvolgimento di soldati italiani in teatri di guerra; o
semplicemente hanno condiviso le nostre parole.
Le ragioni che ci hanno portato centinaia di volte in piazza non sono cambiate.
Il coinvolgimento italiano in teatri di guerra come l'Iraq e l'Afghanistan
è e rimane illegale, inutile e criminale. I morti in guerra non torneranno
alle proprie famiglie, ci sia o non ci sia sulle loro uccisioni in timbro
dell'ONU, della NATO o della "ragion di stato". La Costituzione italiana
vieta la guerra. Sempre.
 Non lasciamo soli i parlamentari che hanno preannunciato il proprio voto
contrario alla guerra in Afghanistan: non è loro intenzione far cadere il
governo, ma pretendere il rispetto della  vita umana e costituzione
italiana. E ribadire la libertà di coscienza che deve caratterizzare
l'impegno di ciascun parlamentare. E, non ultimo, pretendere che i partiti
cui appartengono mantengano la propria dignità all'interno della coalizione
di maggiornaza: come potranno dimostrare fermezza su altri argomenti, dopo
che avranno ceduto su un argomento terribile come è una guerra? In quante
altre occasioni basterà minacciarli con  il "ritorno di Berlusconi?"
Sarebbe l'intero centro sinistra, e non una sparuta minoranza di
parlamentari, a dover votare contro le missioni di guerra!
Lunedì 17 luglio, in contemporanea con l'inizio della discussione
parlamentare sul rifinanziamento della missione militare italiana in
Afghanistan  si svolgerà a  un sit in sotto il parlamento per chiedere al
governo ed ai parlamentari di non rifinanziare la guerra.
Certamente non tutt* potranno partecipare a all'iniziativa romana; per
questo proponiamo a quanti condividono ancora la parola d'ordine "NO ALLA
GUERRA, SENZA SE E SENZA MA"  di ritrovarsi alle 17.30 di domani, 17
luglio, sotto la sede della prefettura, di Genova, in via Roma. Abbiamo
notizia che  iniziative analoghe si svolgeranno Modena Brescia , Firenze ed
in altre città.


incollo di seguito il testo del volantino che sarà distribuito.


VIA ANCHE DALL’AFGHANISTAN.

UNA LETTERA DI GINO STRADA, CHIRURGO.

Questa mattina ho visto due blindati italiani passare davanti all'ospedale
di Emergency, nel pieno centro di Kabul. I militari spuntavano dalla
torretta, ruotando la mitragliera da destra e sinistra, lentamente, a
"coprire" entrambi i lati della strada. Mi sono chiesto che penseranno i
cittadini di Kabul della loro citta' attraversata da carri armati stranieri.
E che sensazione avranno i passanti nel vedersi puntate addosso quelle
mitraglie?
Ho avuto il piacere di conoscere il Ministro Parisi qui a Kabul, e ne ho
apprezzato l'interesse per il nostro lavoro. Tornato a casa, leggo sul
"Corriere" di oggi una sua dichiarazione che suona cosi': "Se Emergency può
agire a Kabul, e' grazie alla protezione dei militari".
*
Domanda secca: perche' un Ministro dice bugie?
Una bugia sciocca, tra l'altro, banale, facilmente confutabile: Emergency
era a Kabul gia' nel 2000, quando non c'erano truppe italiane e perfino la
nostra l'Ambasciata era chiusa da anni. Gia', eravamo a Kabul, nella Kabul
talebana. E dal 1999 in Panchir, con un ospedale che curava chi viveva da
quella parte del fronte. Banalmente, per non fare torto a nessuno e
occuparci il piu' possibile di chi aveva bisogno, senza chiedere
appartenenze. A Kabul come in Panchir, abbiamo lavorato per anni senza
protezione militare.
Dal 7 ottobre 2001 per oltre un mese Kabul e dintorni sono stati bombardati.
Lotta al terrorismo, sicurezza internazionale? La nuova guerra in
Afghanistan, signor Ministro, e' iniziata cosi', con i B52 a sganciare
bombe anche da sette tonnellate, da quarantamila piedi. Molte migliaia di
civili sono morti sotto quelle bombe, signor Ministro. Possiamo fornirle
nomi e indirizzi, se le interessa. Piu' morti, molti di piu', che alle
Torri Gemelle: hanno fatto "giustizia" quei bombardamenti? O la "guerra al
terrorismo" non e' stata invece un altro atto di terrorismo? Moltiplicare
le vittime, nella macabra rincorsa ad uccidere di piu', ciascuno per le sue
ragioni, non mi sembra una strada ragionevole. La trovo perfino disumana.
Ma torniamo a Kabul. Neanche in quella occasione abbiamo avuto bisogno dei
militari a proteggerci (anzi i militari di ogni sorta erano in verita' il
pericolo). E abbiamo continuato cosi', a Kabul e nel resto dell'Afghanistan.
Nei cinque anni di "guerra al terrorismo" abbiamo fatto il nostro lavoro -
curare persone ferite o ammalate - senza bisogno dei militari.
*
E allora, Ministro Parisi, perche' quella bugia?
Pero' in qualche modo la capisco: lei "deve" dire bugie sull'Afghanistan.
Vi e' obbligato dall'avere scelto di partecipare a una operazione di guerra
cammuffandola e spacciandola per operazione di pace.
Non si puo' fare senza raccontare bugie. E senza apparire ridicoli. Gli
Stati Uniti chiamano Gwat quello che stanno facendo in Afghanistan (con
Enduring Freedom prima, con l'Isaf poi, infine con la Nato): guerra globale
contro il terrorismo. Il nostro Ministro della Difesa tende invece a far
credere che le truppe italiane (che hanno partecipato a tutte le operazioni
lanciate in Afghanistan) siano qui a fare la guardia ai medici.


Mi spiace contraddirla signor Ministro, ma non siamo qui grazie ai suoi
soldati, ne' ad altri militari. Anzi la loro presenza e' per noi motivo di
seria preoccupazione, per la sicurezza nostra, del nostro staff e dei
nostri pazienti. Provi a trovare altre scuse, per giustificarla. Per quanto
mi riguarda, e per quanto riguarda Emergency, puo' riportare a casa le sue
truppe domani mattina. Anzi ci spingiamo a pensare che lei dovrebbe farlo.
Per molte ragioni, la piu' evidente essendo che lei ha giurato di
rispettare la Costituzione Italiana, articolo 11 compreso