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Acqua fredda-bollente: non ringrazio
- Subject: Acqua fredda-bollente: non ringrazio
- From: doriana at inventati.org
- Date: Mon, 03 Jul 2006 09:14:46 +0200
lunedì 3 luglio 2006 (07h43) : Acqua fredda-bollente: non ringrazio Oggetto: libertà on line http://www.bellaciao.org/it/article.php3?id_article=14119 Cara Lidia, sono una di quelle che non scorda il passato e spera nel futuro.Ma veniamo al presente. Non sono tra quell* che ringrazi perchè schierat* a tuo favore. Non metto in dubbio che avrai ricevuto critiche pesanti (improperi?) da parte di molti altri. Il tuo esserti messa a disposizione nel passato al dialogo e al confronto anche aspro tra il movimento e la politica istituzionale, ci ha abituato ad interlocquire con te, direttamente.Non è cosa da poco. Nel mio piccolo, ho dovuto ricevere, in proporzione alle tue ben diverse legittimazioni parlamentari, condanne di-per averti sostenuta-mitizzata-con faciloneria e superficialità, dal momento che poi, basta un tuo silenzio di giorni per sentirmi profondamente delusa-tradita- e trascinare nella polemica insidiosa tutto il cucuzzaro... Non è nel mio stile lanciare "improperi", al punto che a volte quello che scrivo viene addirittura letto e capito senza l?ironia con cui avevo intenzione di intervenire, i fischi per fiaschi a farla breve. Altri hanno pensato che tante belle addormentate nel bosco, maschi femmine trans,avevano avuto la lezione che si meritavano: la delusione nel credere alla democrazia, al governo del popolo e dei rappresentanti da loro eletti. Del linciaggio politico da sinistra, che tu non ti aspettavi, non voglio neanche parlarne, tanto solo numericamente e qualitativamente è schiacciante. Forse è vero pure che io come molti "non" della mia età,ho vissuto la politica solo di recente, solo esattamente dal luglio del 2001. A partire da Genova. Prima facevo parte di quei milioni di persone che la politica la subivano indirettamente tramite i media e si difendevano con qualche sporadica passeggiata pacifista e interlocuzione lavorativo-famigliare. Da Genova mi sono montata la testa. Mi è montata la rabbia, non ho sentito più ragione dei miei acciacchi e= mi sono "confusa" nel movimento per la pace. Ho appreso via via ad ascoltare, riconoscere, intervenire, tacere, espormi, manifestare,ragionare, lottare.E non solo in mio nome, con tutto quello che significa agire politicamente dentro un partito e nel movimento. Sei stata una compagna di cammino a cui guardare, senza età ed appartenenze. Ho trovato spesso , pochi per la verità, altri in cui ritrovarmi con tanta certezza e affetto. Ma purtroppo cara Lidia, io sono una attenta ai dettagli... E questa tua fretta, dopo il complotto disgraziato che ti ha messo fuori uso nella rete, di ringraziare uno ad una le sostenitrici del tuo agire, del tuo prudente silenzio, dichiarato poi dalle colonne di Liberazione e oggi, ripeto, prima delle tue spiegazioni-considerazioni che ci annunci, la circolarità dei tuoi ringraziamenti, oltretutto personali, individuali, in lista, in liste dove noi tutti leggiamo, bene tutto questo mi fa ancora una volta ripensare ai miei trascorsi scolastici, di lontana memoria ma freschi sulla pelle. Respinta per condotta. Era il 1965. Fummo in 18 ad essere bocciati. Sono passati 40 anni e ahimè, vedo ancora metodi di giudizio scolastico, esclusione-inclusione, affidabili o meno, respinti-rimandati-promossi. Io, noi, da chi e da che cosa? E questi famosi ponti, cosa sono diventati arieti d'ssalto al palazzo,o peggio-meglio, vogliamo creare un bel fossato ( questo ci fa notare la "sinistra")? I ponti sono tutti in costruzione, la strada è in salita e lo sappiamo da un pezzo, sulla testa credimi non ho mai messo caschi (da scema imprudente) al massimo sotto al palazzo mi puoi vedere con uno scolapasta sulla testa, ma l'acqua fredda-bollente, ahimè, arriva... Doriana Goracci *ho inviato ieri questa lettera a Lidia Menapace di seguito la sua risposta= . * Cara Doriana rispondo anche a te, come a tutti/e quelli che mi hanno scritto. Non mi lamento per i giudizi pesanti e senza un minuto di dubbio che hanno investito la mia decisione, so che capita, a me è capitato spesso, il più delle volte mie proposte (occuparsi dei paesi neutrali per fare un argine contro l'uso della guerra, favorire l?obiezione di coscienza anche dei militari volontari per avere dentro l?esercito possibili alleati ecc.ecc.) sono state considerate sciocche o inutili e si è preferito discutere di posizioni non traducibili in azione politica. Ho pensato allora che forse sarebbe stato possibile trovare tra movimenti e posizioni istituzionali una relazione, come appunto tra mete avanzate e difficile e intricato cammino per approssimarle, con reciproca comprensione e autonomia. Già quello che scrissi dopo il 2 giugno sulla reciproca libertà tra movimenti e istituzioni andava in quella direzione, ma non mi pare abbia avuto esito. Scriverò su Carta che mi ha messo a disposizione spazio una riflessione un po' meno convulsa e affrettata di quanto ho fin qui buttato giù. Mi spiace che molte e molti debbano pentirsi per essermi stati vicino, ma non posso davvero fare nulla, se non raccomandare che in futuro abbiano un atteggiamento più laico nei miei confronti. Davvero sono convinta che -nel contesto dato e non nella dimensione più sciolta da condizionamenti come avviene nei movimenti- la decisione giusta, provvisoria ma importante, sia quella che ho preso: da parte dei movimenti naturalmente tutta l' autonomia di criticarla anche aspramemte, purchè senza discredito: anche tra quelli dello stesso gruppo parlamentare che sono così duramente divisi si è deciso di avere= rispetto reciproco. La cosa migliore sarebbe forse una buona e reale analisi: il movimento (che peraltro si è espresso con sfumature di opinione non da poco) e la popolazione (che quasi non si è espressa, se non per dichiarare preoccupazione per una eventuale caduta del governo) ci impongono di esaminare dove stiamo: le ragioni della pace hanno fatto molti passi indietro nell'opinione e il "pensiero militare" molti passi avanti e sarebbe il caso di chiedersi come mai e se una certa visione conservativa del movimento non abbia alla fine provocato una perdita di ascolto, di eco, di azione. Insomma c'è molto più da fare che stracciarsi le vesti. Se ero una icona, comumque sono contenta che ci siano degli iconoclasti che la rompono, le icone fanno male anche a chi è ritenuta esserlo ciao grazie lidia Di : Doriana Goracci lunedì 3 luglio 2006lunedì 3 luglio 2006 (07h43) :
Acqua fredda-bollente: non ringrazio
Oggetto: libertà on line
http://www.bellaciao.org/it/article.php3?id_article=14119
Cara Lidia, sono una di quelle che non scorda il passato e spera nel
futuro.Ma veniamo al presente.
Non sono tra quell* che ringrazi perchè schierat* a tuo favore. Non
metto in dubbio che avrai ricevuto critiche pesanti (improperi?) da
parte di molti altri. Il tuo esserti messa a disposizione nel passato
al dialogo e al confronto anche aspro tra il movimento e la politica
istituzionale, ci ha abituato ad interlocquire con te, direttamente.Non
è cosa da poco.
Nel mio piccolo, ho dovuto ricevere, in proporzione alle tue ben
diverse legittimazioni parlamentari, condanne di-per averti
sostenuta-mitizzata-con faciloneria e superficialità, dal momento che
poi, basta un tuo silenzio di giorni per sentirmi profondamente
delusa-tradita- e trascinare nella polemica insidiosa tutto il
cucuzzaro...
Non è nel mio stile lanciare "improperi", al punto che a volte quello
che scrivo viene addirittura letto e capito senza l?ironia con cui
avevo intenzione di intervenire, i fischi per fiaschi a farla breve.
Altri hanno pensato che tante belle addormentate nel bosco, maschi
femmine trans,avevano avuto la lezione che si meritavano: la delusione
nel credere alla democrazia, al governo del popolo e dei rappresentanti
da loro eletti.
Del linciaggio politico da sinistra, che tu non ti aspettavi, non
voglio neanche parlarne, tanto solo numericamente e qualitativamente è
schiacciante.
Forse è vero pure che io come molti "non" della mia età,ho vissuto la
politica solo di recente, solo esattamente dal luglio del 2001.
A partire da Genova.
Prima facevo parte di quei milioni di persone che la politica la
subivano indirettamente tramite i media e si difendevano con qualche
sporadica passeggiata pacifista e interlocuzione lavorativo-famigliare.
Da Genova mi sono montata la testa.
Mi è montata la rabbia, non ho sentito più ragione dei miei acciacchi e=
mi sono "confusa" nel movimento per la pace. Ho appreso via via ad
ascoltare, riconoscere, intervenire, tacere, espormi,
manifestare,ragionare, lottare.E non solo in mio nome, con tutto quello
che significa agire politicamente dentro un partito e nel movimento.
Sei stata una compagna di cammino a cui guardare, senza età ed
appartenenze.
Ho trovato spesso , pochi per la verità, altri in cui ritrovarmi con
tanta certezza e affetto.
Ma purtroppo cara Lidia, io sono una attenta ai dettagli...
E questa tua fretta, dopo il complotto disgraziato che ti ha messo
fuori uso nella rete, di ringraziare uno ad una le sostenitrici del tuo
agire, del tuo prudente silenzio, dichiarato poi dalle colonne di
Liberazione e oggi, ripeto, prima delle tue spiegazioni-considerazioni
che ci annunci, la circolarità dei tuoi ringraziamenti, oltretutto
personali, individuali, in lista, in liste dove noi tutti leggiamo,
bene tutto questo mi fa ancora una volta ripensare ai miei trascorsi
scolastici, di lontana memoria ma freschi sulla pelle. Respinta per
condotta. Era il 1965. Fummo in 18 ad essere bocciati. Sono passati 40
anni e ahimè, vedo ancora metodi di giudizio scolastico,
esclusione-inclusione, affidabili o meno, respinti-rimandati-promossi.
Io, noi, da chi e da che cosa?
E questi famosi ponti, cosa sono diventati arieti d?assalto al
palazzo,o peggio-meglio, vogliamo creare un bel fossato ( questo ci fa
notare la "sinistra")?
I ponti sono tutti in costruzione, la strada è in salita e lo sappiamo
da un pezzo, sulla testa credimi non ho mai messo caschi (da scema
imprudente) al massimo sotto al palazzo mi puoi vedere con uno
scolapasta sulla testa, ma l'acqua fredda-bollente, ahimè, arriva...
Doriana Goracci
*ho inviato ieri questa lettera a Lidia Menapace di seguito la sua risposta=
.
* Cara Doriana rispondo anche a te, come a tutti/e quelli che mi hanno
scritto. Non mi lamento per i giudizi pesanti e senza un minuto di
dubbio che hanno investito la mia decisione, so che capita, a me è
capitato spesso, il più delle volte mie proposte (occuparsi dei paesi
neutrali per fare un argine contro l'uso della guerra, favorire
l?obiezione di coscienza anche dei militari volontari per avere dentro
l?esercito possibili alleati ecc.ecc.) sono state considerate sciocche
o inutili e si è preferito discutere di posizioni non traducibili in
azione politica.
Ho pensato allora che forse sarebbe stato possibile trovare tra
movimenti e posizioni istituzionali una relazione, come appunto tra
mete avanzate e difficile e intricato cammino per approssimarle, con
reciproca comprensione e autonomia.
Già quello che scrissi dopo il 2 giugno sulla reciproca libertà tra
movimenti e istituzioni andava in quella direzione, ma non mi pare
abbia avuto esito. Scriverò su Carta che mi ha messo a disposizione
spazio una riflessione un po' meno convulsa e affrettata di quanto ho
fin qui buttato giù. Mi spiace che molte e molti debbano pentirsi per
essermi stati vicino, ma non posso davvero fare nulla, se non
raccomandare che in futuro abbiano un atteggiamento più laico nei miei
confronti.
Davvero sono convinta che -nel contesto dato e non nella dimensione più
sciolta da condizionamenti come avviene nei movimenti- la decisione
giusta, provvisoria ma importante, sia quella che ho preso: da parte
dei movimenti naturalmente tutta l' autonomia di criticarla anche
aspramemte, purchè senza discredito: anche tra quelli dello stesso
gruppo parlamentare che sono così duramente divisi si è deciso di avere=
rispetto reciproco.
La cosa migliore sarebbe forse una buona e reale analisi: il movimento
(che peraltro si è espresso con sfumature di opinione non da poco) e la
popolazione (che quasi non si è espressa, se non per dichiarare
preoccupazione per una eventuale caduta del governo) ci impongono di
esaminare dove stiamo: le ragioni della pace hanno fatto molti passi
indietro nell'opinione e il "pensiero militare" molti passi avanti e
sarebbe il caso di chiedersi come mai e se una certa visione
conservativa del movimento non abbia alla fine provocato una perdita di
ascolto, di eco, di azione.
Insomma c'è molto più da fare che stracciarsi le vesti. Se ero una
icona, comumque sono contenta che ci siano degli iconoclasti che la
rompono, le icone fanno male anche a chi è ritenuta esserlo
ciao grazie lidia
Di : Doriana Goracci
lunedì 3 luglio 2006
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