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caro gigi, salvate fausto da sè stesso
- Subject: caro gigi, salvate fausto da sè stesso
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Sun, 2 Jul 2006 22:19:48 +0200
alla c.a. di GIGI MALABARBA (in forma di lettera pubblica) da parte di Alfonso Navarra Caro Gigi, oggi, domenica, nella edicola sotto casa, mi dispiace, ma non ho trovato, perche' esaurito, il settimanale "PANORAMA", dal quale risulterebbe che tu sei l'UNICO OPERAIO ELETTO NEL PARLAMENTO ITALIANO. Poiche' tra qualche giorno dovrai cedere il posto di senatore a Heidi Giuliani, avremo cosi', ahinoi, in virtu' dell'avvicendamento, oltre 7 milioni di persone senza nessuno che, a Palazzo Madama e a Montecitorio, esprima le loro istanze a partire da una conoscenza diretta della loro condizione esistenziale e lavorativa. Alla faccia della democrazia rappresentativa, che in Italia, dovremmo ormai essercene tutti accorti, esiste piu' di nome che di fatto, espropriata com'e' da un ceto politico che si e' trasformato in casta. La scomparsa sociale della classe operaia, certificata dal sistema mediatico ufficiale, e', infatti, una favola a cui credono solo i post- operaisti al traino del "cattivo maestro" Toni Negri. Il nostro "genio" da anni - con rozzo, semplicistico ed inconsapevole metodo pseudohegeliano - non fa che estrapolare le tendenze ultramoderne ricavabili da settori ristretti e parziali di realta', magnificate dagli ultimi sociologi di moda, per attribuirle ad un "piano del capitale" (oggi Impero) riflesso automatico (deterministico) dei comportamenti conflittuali antagonistici dell'autonomia operaia (oggi moltitudine). Secondo lui ed i suoi seguaci, il lavoro ormai sarebbe "immateriale" (puramente intellettuale, tecnologico) ed includente la stessa attivita' di consumo: i processi produttivi della nuova epoca postfordista sarebbero legati alle reti di conoscenza che si estendono sul pianeta, nelle quali ognuno interviene portando la sua dose di intelligenza. La fatica fisica del lavoro operaio industriale, il ricambio organico e materiale con la natura, sarebbero ormai fatto residuale in via di estinzione. Questa visione vale forse per una piccola aiuola del pianeta terra, vale a dire per le aree più "avanzate" sul piano economico e tecnologico, ma esclude con noncuranza i quattro quinti del pianeta, dove lavoratori salariati e coatti sono al centro di un'estorsione brutale e senza pari di "plusvalore assoluto" (per usare la terminologia marxiana). Nel mondo reale esistono, ad esempio, ancora 300 miloni di "schiavi", nel senso proprio del termine, che non sono affatto un residuo precapitalistico proprio perche' la frusta del sorvegliante è guidata dall'intensità del lavoro socialmente necessario registrata nei mercati borsistici mondiali. "Il problema di un'economia globalizzata, nella quale viene meno anche la distinzione tra centro e periferia, è la relazione tra i diversi tipi di sfruttamento, vale a dire il modo in cui enormi masse di plusvalore assoluto prodotte nelle più svariate parti del mondo sorreggono produzioni ipertecnologiche ed espansione dei servizi qui da noi". (Devi Sacchetto - Massimiliano Tomba, Manifesto, 30 giugno 2006). Anche in Italia, ce lo ricorda persino il sociologo Ilvio Diamanti commentando su "Repubblica" una ricerca dell'Eurisko, la categoria dei Cipputi non e' per nulla scomparsa. Secondo i dati ufficiali della Presidenza del Consiglio, nel 2003 gli operai in Italia, compresi quelli operanti nel settore agricolo, erano 7.314.000; nel 1970 assommavano a 9.743.000. Il numero si va percentualmente riducendo, ma l'entita' assoluta della classe operaia resta niente affatto trascurabile. Essa, secondo i sondaggi dell'Eurisko, si sente "popolo", non "ceto medio", spiega Diamanti, il che non va affatto considerato scontato. Il ceto politico partitocratico ce l'ha con gli operai, come con tutte le categorie popolari, perche' tende, all'americana, a rappresentare un CETO MEDIO sociale che deve diventare anche "centro" politico. Un'area socialmente benestante, di imprenditori, di professionisti, di commercianti, di ammanicati, impegnata nell'arricchimento individualistico, ma con la capacità culturale di comprendere gli interessi generali del sistema, che riesce a monopolizzare il voto e la politica (grazie alla ricchezza, alle relazioni, alla sua capacita' di organizzarsi in cordate) per giocare alla spartizione periodica e concordata delle risorse gestibili mediante l'alternanza nel controllo delle leve pubbliche. Il ceto medio, in questo progetto di riforma "moderna" della politica, e' collegato al bipolarismo maggioritario che rende decisivo il "centro moderato" finendo per espellere dalla politica i settori sociali operai e popolari, a partire dai piu' disagiati. In questa architettura "riformista" finisce per votare e fare politica solo la minoranza "ricca" ed organizzata della popolazione, mentre la maggioranza meno ricca, per non parlare di quella povera, vessata dal mobbing istituzionale e politico, finisce per abbandonare il ring e per perdere ogni rappresentanza. La politica "moderna" ha bisogno di notabili capaci di organizzare comitati elettorali (la cordata dei clienti portatori d'acqua) e di mobilitare i media; non servono le persone radicate nel sociale, che, come Salvatore Buglio, l'ultimo operaio diessino, si conquistavano il consenso con l'interfacciarsi diretto, mediante il lavoro personale e capillare porta a porta. Un lavoro che e' stato completamente reso inutile dall'ultima legge elettorale la quale, abolendo il voto di preferenza, ha riservato la scelta dei deputati alle segreterie dei partiti, senza nessunissima possibilita' di verifica diretta da parte dell'elettorato. La stessa Rifondazione comunista, ad esempio, ha preferito candidare l'ottima e intelligentissima Vladimir Luxuria, valutando il suo impatto mediatico, ma non anche il Buglio, operaio che stava sui coglioni pure ai DS, alla CGIL e alla FIOM visto che nella propria ingenua schiettezza le ha dette sempre in faccia a tutti e lui per primo non si è certo sorpreso di ritornare a fare il mestiere di cassintegrato come dieci anni fa. Un operaio parlamentare, come te, Gigi, in conclusione, e' una figura anomala nel ceto politico attuale. Ancora piu' eccezionale e' il caso di un operaio parlamentare e pacifista capace dell'onesta' e della coerenza di mettere al primo posto il valore della pace e del rispetto della Costituzione. Lo stai ampiamente dimostrando in questa vicenda dell'"obiezione" rispetto al voto che la maggioranza unionista ti chiede per avallare la partecipazione italiana alla guerra UNICA, GLOBALE, PREVENTIVA e PERMANENTE proclamata da Bush contro il terrorismo internazionale. Si tratta insubbiamente, quella tua, di una specie in via di estinzione che - io almeno credo - abbisogni di una salvaguardia e di una tutela particolari. Non c'e' dubbio che la tua forte caratura etica ti predestini a rispettare gli impegni e le promesse: stai per seguire le orme di Buglio. Tu rispetterai la parola data mentre la maggioranza unionista, con la sua scelta di guerra, si fa beffe del popolo italiano, a cui ha prima chiesto il voto sventolando ossessivamente bandiere e slogan arcobaleno per raccoglierne la "vocazione pacifista" (recita il programma di Prodi). Va bene, si dira', ti subentra Heidi Giuliani, altra bella figura "popolana": e' la moglie di una sindacalista che ha fatto per mestiere la maestra elementare. Pero' c'e' un pero'. Tutti noi corriamo il rischio, quando, per calcoli che sono tutti suoi, l'oligarchia partitica ci coopta nei ruoli istituzionali, di cadere nel nostro "LIVELLO DI INCOMPETENZA". Un rischio che vedo profilarsi per Heidi Giuliani, se devo stare alla - per me - brutta intervista che ha rilasciato sul Corriere della sera di martedi 30 giugno. Titolo: "PACIFISTA, MA SARO' RESPONSABILE". E' facile indovinare responsabile verso chi. Sicuramente non verso il movimento contro il neoliberismo e contro la guerra, di cui e' simbolo il figlio Carlo, assassinato a Genova il 20 luglio 2001. Io credo che i compagni genovesi dovrebbero chiedere una cosa molto precisa ad Heidi : stai andando in Parlamento per rappresentare le idee per le quali Carlo e' morto o per seguire l'esempio della Menapace che, dopo aver accettato di farsi candidare dai pacifisti alla Presidenza della Repubblica, scrive su Liberazione: "so che la responsabilita' di quello che decido e' mia e intera la tengo"? Solo se la Giuliani da' precise garanzie al movimento alter-global, non alla dirigenza del PRC, io la farei entrare in Parlamento al posto tuo. La Menapace - l'ho sentita con le mie orecchie ad un convegno del Movimento Nonviolento questo maggio a Firenze, li' (ma non solo li') dichiarava di voler "portare in Parlamento le rivendicazioni dei movimenti pacifisti nonviolenti" ed auspicava una "relazione molto fervida tra rappresentanze e rappresentati/e". Appunto. Abbiamo bisogno di essere rappresentati da persone che predichino bene e razzolino bene. Per il momento, l'essenza pratica della nonviolenza la vedo interpretata dagli otto senatori "obiettori" (forse gia' diventati sette), cui - REPETITA JUVANT- va la mia stima ed il mio ringraziamento. Il femminismo che mi piace e' quello della senatrice Loredana De Pretis, che auspico non molli rispetto alle incredibili e pesantissime pressioni che sta subendo, dai colleghi e da certi pacifisti. Non mi stupisce. Nel sistema in cui viviamo lavorare per ammazzare il prossimo e' la strada piu' sicura per garantirsi prestigio, ricchezza, onori... E' anche possibile che qualche "pacifista di regime" ci tiri fuori dei soldi da tutta questa vicenda, visto che il decreto governativo prevede piu' fondi per le ONG che lavorano e lavoreranno in Afghanistan. Assisteremo ad una "MISSIONE ARCOBALENO 2"? Metto la mano sul fuoco che, invece, Emergency di Gino Strada non accettera' nemmeno un centesimo da un governo che fa la guerra: da sempre non e' abituata a svendere la propria coscienza per un piatto di lenticchie. Il bellissimo comunicato dell'organizzazione di Strada dal titolo: "RIPUDIARE LA GUERRA O LA COSTITUZIONE"? e' pubblicato oggi sul "Manifesto". Invito ad acquistare ed a sostenere il giornale "comunista" che ha bisogno di aiuto (non beneficia dei fondi per l'editoria di partito): a me fa spesso incazzare per tante cose ma sulla guerra, riconosciamoglielo, non sposa la linea unionista dell'"interventismo democratico"... Ma torniamo a noi, caro Gigi. Come ho gia' fatto petulantemente per telefono, io, notorio ed acclarato rompicoglioni, insisto e premo affinche' i deputati ed i senatori "obiettori" continuino a puntare i piedi e non accettino il ricatto del subentrante voto UDC sui "crediti di guerra". Mi sono permesso di sottoporvi un suggerimento. A mio parere, elaborando un documento chiaro ed inequivocabile, dovete comunicare chiaramente e pubblicamente all'attuale maggioranza ed urbi et orbi: nessuno ci provi a prendere in giro il popolo italiano. Nessuno ci provi a chiedere voti di fiducia su guerre, manomissioni di costituzione, grandi opere che violentano comunita' locali (come la TAV in Val di Susa), tasse e salassi ai soliti noti - il popolo del lavoro dipendente, che suda e che soffre. La responsabilita' di violare, con ricatti ingiustificati ed ingiustificabili, gli impegni che avete preso con il popolo, nel vostro stesso programma, sarebbe tutta vostra e noi non la avalleremmo in nessun caso perche' ci teniamo al nostro ruolo costituzionale ed istituzionale, alla nostra dignita' di rappresentanti del popolo. Che cosa succederebbe dopo questa dichiarazione pubblica di deputati/e e senatori/senatrici dalla schiena dritta? Ho provato a prospettare alcuni scenari per gli amici pacifisti preoccupati che il rischio di una crisi di governo, ma anche solo l'eventuale imbarco di Casini e compagni nella maggioranza, possano indebolire la causa della pace. Ipotesi a: la maggioranza degli "unionisti" abbozzerebbe. Molto bene, no? L'asse del governo sarebbe seriamente spostato in direzione degli autentici bisogni della gente, degli operai, del popolo. Ipotesi b- la maggioranza degli "unionisti" imbarca appunto l'UDC che fa mostra di spasimare per questo. Il centro-destra, con la fine della CDL, in questo caso si disarticolerebbe. Sarebbe, a conti fatti, anche la fine del berlusconismo, della speranza del Cavaliere di riprendersi il governo, risultato comunque da salutare positivamente. I "renitenti" probabilmente espulsi diventerebbero il punto di riferimento per una autentica opposizione popolare su contenuti di sinistra radicale. Il gioco bipolare del ceto politico di espropriazione della partecipazione democratica risulterebbe scompigliato. Il governo formalmente guarderebbe piu' al centro, ma la sinistra, misurata sui suoi contenuti sostanziali, peserebbe di piu' nell'assetto politico complessivo. Perche'? Pensiamo, per capirlo, solo all'incubo che rischiamo di vedere materializzarsi nei prossimi giorni: il Parlamento che approva all'unanimita', senza nessuno che interpreti l'opinione pacifista, il rifinanziamento delle missioni di guerra, con qualche contentino verbale su fumose e generiche "exit strategy" dall'Afghanistan! Leggo oggi che per il Corriere della Sera voi otto senatori "ribelli" avreste gia' fatto comunella. Per un articolo a firma Alessandro Capponi, in cui campeggiano le vostre foto, avreste gia' aperto insieme una "nuova trincea": quella del "niente aiuti ai padroni". Non sono cosi' scemo da abboccare all'amo della stampa asservita ai "poteri forti". Ovviamente si tratta di una operazione mediatica di potere per "bruciare" la possibilita' che possiate sul serio mettervi d'accordo per colmare l'abisso di rappresentativita' che sta aprendo la deriva "moderata" (?) del governo Prodi. Ecco, io su questo punto di una eventuale allargamento dell'iniziativa comune vi suggerirei molta cautela. La vostra obiezione collettiva deve riguardare punti serissimi, sentiti in modo evidentemenmte maggioritario dal popolo italiano, ambiguamente strumentalizzati (come il no alla guerra) dal programma dell'Unione. Lasciate che, a suo tempo, sia invece Bertinotti a rompere con Prodi sulle "stronzate" tipo le licenze ai tassisti, o qualcosa del genere. Perche' a me sembra evidente che il subcomandante, da tipico sindacalista parastatale italiano, ha trattato malissimo con la componente del centro-sinistra riformista e, infilandosi in un pantano di doppiezze, ambiguità ed equivoci, si e' messo nelle condizioni di essere continuamente preso a pesci in faccia per tutta la durata del governo, dovendo subire ed inghiottire ripetute e sistematiche provocazioni ed umiliazioni per l'elettorato che rappresenta. Il ricatto dell'UDC lo condizionera' vita governativa natural durante. Massimo D'Alema, oltre che piu' potente, mi sembra molto piu' lucido, furbo, avveduto di lui. (Un avversario comunque degno di rispetto: qui lo affermo e qui non lo nego). Il non cedere sulle missioni di guerra sarebbe per Bertinotti, l'occasione di liberarsi subito del ricatto "moderato-centrista", ponendo un altola' chiaro ed immediato. Ma il nostro non mi sembra abbia l'intelligenza e la cultura per capirlo: non c'e' niente da fare, e'un (simpatico e folkroristico, va bene) bonzo sindacale, e' fuori dalla realta' sociale, e' uno di quelli con cui ti scontravi all'Alfa quando - ricordi Gigi - i Cofferati facevano ingoiare con procedure antidemocratiche gli accordi-bidone col padronato. Immaginatevi - povero Fausto, mi fa gia' pena - l'oceano di merda che gli cadra' addosso quando, dopo aver accettato di tutto e di piu', aver sudato settecento camice per far passare tra i suoi l'idea che questo governo viene prima di tutto e che va difeso ad ogni costo, aver trangugiato innanzitutto le guerre, mica bruscolini, si trovera' per pura stupidita' a perdere i nervi e a rompere sulla prima sciocchezza che gli verra' fatta capitare (immagino gia' da chi) sotto mano, senza la possibilita' di farsi a questo punto capire dalla gente! Questo film lo si e' gia' tristemente visto e sono pronto a scommettere che, fosse per il neo presidente della Camera, si ripeterebbe ancora, stavolta combinando anche aspetti surreali e farseschi. (Per uno come me che non crede nelle capacita' di anticipare "scientificamente" il futuro sociale l'affermazione potrebbe rappresentare una bella contraddizione: ma il leader del PRC e' cosi' scontato e prevedibile...) Tu Gigi, se riesci a metterti d'accordo con un paio d'altri "eletti", paradossalmente rappresenti anche per lui - per Bertinotti - la salvezza da se' stesso... Ma siate intelligenti, accorti, pazienti. I piu' disciplinati di tutti i vostri colleghi sulle "piccolezze", ma rigidi e coerenti solo sulle cose che contano per la maggioranza del popolo, le cose per le quali la parola "coscienza" ha un suono limpido ed appropriato. Grazie per l'attenzione e medita, ti prego, su quanto ti propongo: credo che dipenda anche dal tuo dinamismo e dal tuo coraggio se ci farete raccattare o meno i cocci sputtanati della tradizione comunista italiana! Alfonso Navarra cell. 349- 5211837
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