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scelte di pace indeboliscono la pace
- Subject: scelte di pace indeboliscono la pace
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Sun, 2 Jul 2006 22:11:54 +0200
Alberto Cacopardo scrive: Caro Angelo, cara Nella, caro Alfonso e cari tutti, ho apprezzato molto di quello che dite. Sapete bene quanto condivida la radicale condanna della missione ISAF, complice della colpevolissima Enduring Freedom, e quanto sia forte la mia indignazione per l'odiosissima politica estera USA. (E quanto mi senta lontano da chi, come fa il buon Padellaro sull'Unita' di oggi, rimastica beoti stereotipi sulla minaccia talebana). Non condivido pero' le vostre conclusioni. Ritengo che in questo momento anche noi, come pacifisti e come sinistra critica, abbiamo il compito di partecipare all'impresa di tenere insieme un governo che va da Dini-Mastella-Bonino a Bertinotti- Diliberto-Malabarba. Non possiamo dimenticare che qualsiasi senatore ha il potere di far cadere il governo se decide di impuntarsi: non possiamo essere noi a dare questo esempio a chi potrebbe seguirlo per tutt'altri fini. Il compromesso che e' stato raggiunto, senza invio di caccia e senza aumento di truppe, e' decisamente sbilanciato a nostro favore e rappresenta comunque una netta svolta nella politica estera italiana. I nostri otto senatori hanno fatto un gesto nobile e utile. E' un gesto che puo' contribuire ad avviare la nostra politica estera su binari migliori. Adesso mi auguro che, davanti al rischio di una maggioranza ad hoc con Casini, si ricredano. Se lo fanno (nei modi opportuni), avranno voce in capitolo per impedire ulteriori deragliamenti futuri. DUNQUE CI FARANNO PIU' FORTI. Se non lo fanno, D'Alema andra' per la sua strada e la causa della pace sara' piu' debole. Un abbraccio, Alberto Cacopardo - Gruppo Scint, Firenze Alfonso Navarra risponde: Caro Alberto, dopo un periodo di intorpidimento intellettuale all'interno della concezione della storia e della politica come "scienze materialistiche", fondate sulla analisi e la previsione dei "rapporti di forza", ora sono arrivato alle seguenti conclusioni, che ritengo essenziali per una "rivoluzione intellettuale e morale" nonviolenta: - non esiste possibilita' di previsione "scientistica" delle conseguenze delle nostre azioni, in una realta' sociale dominata dalla complessita' e dal caos; - ragion per cui possiamo metterci il cuore in pace: oltre che giusto e' anche intelligente seguire il motto : "FA QUEL CHE DEVI, ACCADA QUEL CHE PUO'" - questo motto, di Ernesto Rossi, significa che perseguiamo una politica che tende all'omogeneita' mezzi-fini, quindi non separata dall'etica: cio' che si accorda con la nostra coscienza "persuasa", maturato in profondita', va sempre portato avanti; - diciamo che, come regola generale, a buone azioni seguono buoni effetti a catena; a cattive azioni, pur commesse con buone intenzioni, seguono cattivi effetti; - nello specifico, i ragionamenti "machiavellici" sul governo mi entusiasmano molto poco. Ma, seguendoti sul tuo piano scivoloso, constato, ad esempio, che il "compromesso" che tu apprezzi e' stato per l'appunto dovuto alla "obiezione" degli otto senatori: senza di essa avremmo inviato, come Italia, i caccia AMX in Afghanistan; - cio' che tu paventi come ipotesi peggiore, ammesso che si realizzi, potrebbe essere meno spaventoso di quanto credi. Una maggioranza che arriva a porre la fiducia per partecipare alla GUERRA UNICA, GLOBALE, PREVENTIVA E PERMANENTE proclamata da Bush (ufficialmente contro il terrorismo, praticamente per il petrolio), forse e' bene che imbarchi l'UDC e perda pezzi della sinistra radicale; - se l'UDC viene annesso alla maggioranza sarebbe la disgregazione della Casa delle liberta' e la fine del berlusconismo: non mi sembra poi un gran male, anzi. A me invece sembra proprio un incubo assoluto che, dopo una campagna elettorale che l'Unione ha condotto con sventolio ossessivo di bandiere e slogan arcobaleno, si arrivi all'unanimita' parlamentare per i "crediti di guerra"! - il tuo quadro politico "peggiore" in realta' potrebbe essere migliore di quanto pensi. Ed io insisto affinche' i deputati ed i senatori obiettori continuino a puntare i piedi. Ti assicuro che faro' grande pressing in questo senso. Essi debbono dire chiaramente e pubblicamente all'attuale maggioranza: nessuno ci provi a farsi beffe del popolo italiano. Nessuno ci provi a chiedere voti di fiducia su guerre, manomissioni di costituzione, grandi opere che violentano comunita' locali (come la TAV), tasse e salassi ai soliti noti - il popolo del lavoro dipendente, che suda e che soffre. La responsabilita' di violare gli impegni che avete preso con il popolo, nel vostro stesso programma, sarebbe tutta vostra e noi non la avalleremmo; - che cosa succederebbe dopo questa dichiarazione pubblica di deputati e senatori dalla schiena dritta? Ipotesi a: la maggioranza degli inciucisti abbozzerebbe. Molto bene, no? L'asse del governo sarebbe spostato in direzione degli autentici bisogni della gente. Ipotesi b- la maggioranza degli inciucisti imbarca l'UDC che spasima per questo. Il centro-destra si disarticolerebbe. I "renitenti" espulsi diventerebbero il punto di riferimento per una autentica opposizione popolare al neoliberismo e alla guerra. Credi che sarebbe un male assoluto? Ne sei proprio convinto? Ripeto che per me il male assoluto e' che non ci sia NESSUNA rappresentanza per, ad es., l'istanza della pace. Non un voto - che so - per dire no al una guerra che e' unica anche se articolata su piu' fronti. Deficit democratico da incubo, appunto. A me sembra che la vecchia cultura delle fumosita' simboliche e del politicismo non faccia vedere a tante persone di spessore morale ed intellettuale, come te, il pericolo che stiamo correndo nella realta', non nel mondo delle rappresentazioni: non c'e' una guerra iraqena ed una guerra afghana, ma un'unica guerra che, grazie anche all'acquiescenza del nostro governo, sta per diventare anche iraniana e israeliana: un unico, tragico, devastante, conflitto mondiale di civilta'. Mi dispiace, ma stavolta non possiamo essere per la mezza pace e per la mezza guerra: la natura delle cose ci dice che oggi o si e' per la pace o per la guerra. Leggi il direttore di Limes: la NATO deve togliere la castagne dal fuoco per gli americani in crisi in Afghanistan nella loro strategia bellica globale. Se avalliamo la "guerra unica al terrorismo" non abbiamo la "riduzione del danno" (questa e' una vera invenzione retorica da Telegatto!), conceto che non puo riguardare gli equilibri politici ma deve essere misurato sulle vittime. La "guerra unica al terrorismo" che, nei fatti, avalleremo produrra' danni concreti e maggiori ai bambini iraqeni, afghani, palestinesi, iraniani, eccetera (muiono in stragrande maggioranza sempre i dimenticati civili, specie se poveracci) , e ci precipitera' in un terrificante scontro di civilita'. Se non invertiamo la rotta. Carissimo, avro' torto, ma ti prego di credere che la mia posizione nasce da lunghe analisi realistiche e sofisticate (anche se ora sommariamente espresse) e soprattutto da una revisione radicale, molto sofferta, degli schemi mentali con cui mi approccio alla realta' politica e sociale. Ripeto il mio consiglio: prova a sospendere il giudizio e a riflettere su questo semplicissimo quesito: perche' la mia cultura attuale mi porta a credere che agire in modo lineare per la pace, "senza se e senza ma", possa portare a rendere piu' debole la causa della pace? C'e' o non c'e' qualcosa che non quadra? A te l'ardua risposta. Un saluto e un abbraccio, Alfonso Navarra
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