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Discontinuità e fuoriuscita dalla guerra. Convergenze e divergenze tra i No War e i gruppi parlamentari della sini stra
- Subject: Discontinuità e fuoriuscita dalla guerra. Convergenze e divergenze tra i No War e i gruppi parlamentari della sini stra
- From: "seca58" <seca58 at libero.it>
- Date: Tue, 27 Jun 2006 12:25:08 +0200
Discontinuità e fuoriuscita dalla guerra. Convergenze e divergenze tra i No War e i gruppi parlamentari della sinistra Report A tre giorni dalla scadenza del 30 giugno del decreto relativo al rifinanziamento delle missioni militari sui teatri di guerra in Iraq e Afganistan, il movimento No War manifesterà martedì 27 giugno sotto le finestre di Palazzo Chigi. Nei giorni scorsi, il Comitato per il Ritiro dei Militari Italiani, ha incontrato i gruppi parlamentari del Senato del PRC e PdCI/Verdi per sottolineare come il movimento contro la guerra non intenda accettare passi indietro sui propri obiettivi storici né la mancata discontinuità del nuovo governo da quello Berlusconi sui temi della guerra e della politica estera. In particolare, la missione militare in Afganistan è andata assumendo un carattere dirimente. Se infatti il ritiro dall’Iraq viene vissuto diversamente dagli ambienti di governo e dai No War (per i primi è l’unica cambiale che si ritiene di dover onorare degli impegni di programma, per i secondi una scelta dovuta e attesa da tempo), il ritiro dall’Afganistan pone in rotta di collisione i pacifisti e la maggioranza del governo Prodi. In mezzo - in una posizione esternata in negli incontri avuti come di “forte sofferenza” – ci sono i gruppi parlamentari di PRC, PdCI, Verdi e Sinistra DS che dovranno decidere se votare in coerenza con il proprio mandato o piegarsi ai compromessi dovuti dalla lealtà di coalizione. La scelta dei No War non è casuale, al Senato infatti il margine di manovra sul decreto per rifinanziare le missioni militari italiane all’estero è assai più esiguo per il governo Prodi. Se i senatori della sinistra decidessero di non votare il decreto si aprirebbe un serio problema e le salmerie di soccorso offerte dall’UDC potrebbero rivelarsi una polpetta assai più avvelenata di quanto oggi appaia. Lo avevano sottolineato i senatori del PRC qualche giorno fa, lo hanno segnalato la capogruppo del PdCI/Verdi al Senato Manuela Palermi e la senatrice Loredana De Petris nell’ultimo incontro con una delegazione del Comitato per il ritiro dei militari. Il capogruppo al senato del PRC, Giovanni Russo Spena, ha confermato che per la sinistra si starà sulle spine, soprattutto se il governo porrà la fiducia sul mantenimento delle missioni militari ed ha annunciato un’assemblea di tutti i parlamentari pacifisti per discutere un documento sugli indirizzi di politica estera e militare dell’Italia. Diversamente Fosco Giannini (senatore dell’area dell’Ernesto) ha affermato che se il decreto resta così com’è non lo voterebbe neanche se il governo ponesse la fiducia. Elettra Deiana, parlamentare del PRC ha rilevato un divario gigantesco tra le posizioni dei partiti più vicini ai pacifisti e il resto dell’Unione, la quale dopo aver pagato il “debito dovuto” del ritiro gruppo scout Agesci Verbania 1.
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