Re: L'occasione



Caro Leopoldo, cos'è il capitalismo lo sanno tutti
sulla propria pelle, quello che manca è l'innesco di
un processo di catalizzazione organizzata di un
sentimento generale di rivolta che porti non alla
sterile manifestazione del dissenso ma all'apertura di
un vero processo di cambiamento che coinvolga la
maggioranza della popolazione. Questo è possibile,
spetta a tutti noi aprire un processo costituente per
una nuova Area della sinistra, una nuova economia ed
una nuova etica: è necessaria una forte etica che
ridia una identità alla gente capace di resistere alla
campagna idolatrica di menzogne quotidiane di cui
Frodi è un campione, come lo era ieri Berlusconi!
--- "bruno.leopoldo at libero.it"
<Bruno.Leopoldo at libero.it> ha scritto: 

> L’occasione
> 
> Con l’esito delle elezioni politiche del 9 e 10
> aprile 2006 si apre in Italia uno scenario inedito. 
>  
> 
> Gli esponenti dei partiti barcollano nelle loro
> considerazioni che vanno dalla soddisfazione per la
> vittoria alla preoccupazione per come fare a
> governare. E’ evidente che chi invece lavora per un
> altro mondo possibile deve ragionare in tutt’altro
> modo. 
> 
> Ci vogliono far credere che la gente è andata a
> votare in massa. E invece - come rivela l’Istituto
> Cattaneo su “il manifesto” del 12/4/6 - è solo
> l’effetto della diminuzione del numero degli aventi
> diritto rispetto a cinque anni fa.
> 
> A mio modo di vedere, questa che si è aperta
> rappresenta in tutta evidenza una buona occasione.
> Il nostro luogo è la faglia che si è creata.
> Muoverci come se fossimo il coltello in una forma di
> parmigiano.
> 
> Per il Movimento la strada migliore è individuare e
> condividere un obiettivo guida. 
> 
> Il punto centrale da perseguire – seconodo me - è
> l’economia. 
> Noi dobbiamo stimolare il declino. E’ qualcosa che
> non ha a che fare con la violenza né tantomeno con
> la mera riduzione della quantità d’acqua da usare
> pro-capite.
> 
> Indirizzare le nostre energie a favore della
> decorticazione dell’attuale modello neoliberista del
> capitalismo. Rivelare in tal modo a tutti cos’è.
> Cominciando ognuno nel comportarsi in modo
> perfettamente opposto a quello che ci viene
> richiesto. E nel contempo organizzare collettività e
> produrre teoria di liberazione della società e della
> conoscenza. 
> I Sindacati (che per la loro stessa attività hanno
> ragione d’essere dentro al rapporto capitale-lavoro)
> non sono della partita.
> 
> John Holloway su “il manifesto” del 9/4/6 afferma:
> “...la rivoluzione non è quella catarsi così come
> immaginavamo nel passato...Ora possiamo pensare la
> rivoluzione non come evento di un futuro più o meno
> lontano ma come un insieme di lacerazioni che si
> stanno aprendo nel tessuto della dominio, spazi o
> momenti di rifiuto-e-creazione nei quali gli uomini
> e le donne affermano che qui no, qui faremo le cose
> in un altro modo. La rivoluzione è semplicemente la
> creazione, espansione e moltiplicazione di questi
> strappi”.
> 
> Quello del voto per le elezioni politiche è uno
> strappo endogeno istituzionale. 
> Ora sta a noi dire: “no”. Manifestare contro i
> prossimi accordi per i tagli alle spese sociali non
> deve più bastare!
> 
> Qui ora ci impegnamo su un altro obiettivo. E'
> l’economia stessa che produce disoccupazione
> endemica e precarietà della salute, degli affetti,
> delle relazioni. 
> L’ultima è che anche gli studiosi adesso ammettono
> sottovoce che – contrariamente a quel che si pensava
> – sul lavoro più si è precari e più lo si continua a
> essere. 
> I contratti “flessibili” che vengono proposti ai
> lavoratori si susseguono l’uno all’altro anziché
> avere un termine; determinano un circolo vizioso. La
> soluzione non è il posto fisso invece di quello
> precario. Viviamo in un sistema che si fonda su un
> tipo di vita che non vale la pena.    
> 
> Prendiamo nel contempo atto, però, che c’è un
> problema evidente di leadership nel Movimento.
> Incapace, dal 2001 a oggi, di costruire legami fra
> noi. Le manifestazioni oceaniche contro la guerra
> non hanno prodtto risultati e hanno lasciato
> soltanto ricordi personali. Chi ha rappresentato la
> leadership fino a oggi, chi vi ha dedicato la vita
> va ringraziato. 
> 
> Il detto ci dice che "l’occasione fa l’uomo ladro".
> Proviamo soltanto a farci furbi.
> Mostriamo a tutti quanti che cos’è il capitalismo,
> tirandogli via la sua corteccia. 
> 
> 12/4/6 – Leopoldo BRUNO
> 
>        
> 
> 
> 
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