Unione e politica di pace



Ho inviato a www.romanoprodi.it , la fabbrica del programma,
la seguente lettera:
 
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Ho scritto almeno una volta, se non di più, e non trovo il mio nome nello spazio "Europa e politica estera".
Ho inviato precise sintetiche proposte essenziali, irrinunciabili, serie e responsabili, che vengono dalla parte più cosciente e studiosa del popolo della pace.
Mi stupisco che non ci sia una sezione "Pace". La politica estera o coincide con una politica di pace positiva (non basta assolutamente non fare la guerra aggressiva) o non è politica, né estera né altro.
Aspetto di leggere questa parte del programma. Finora ho avuto delusione su delusione, come in generale il movimento per la pace. Quello che dite di giusto (Iraq) lo dite con debolezza e oscillazioni.
Dovete rinnegare la guerra del '99 fatta dal governo di centro-sinistra, ingiustificabilissima, fatta nella falsa sciagurata idea che chi governa deve anche saper fare la guerra (Fassino)
Vopi sapete bene che votare l'Unione è oggi NECESSARIO per salvare l'Italia, minacciata al cuore della civiltà giuridica, costituzionale, politica.
Spero che l'Unione vinca le elezioni e mi do da fare per questo. Ma se non decidete più chiaramente e qualificatamente una politica di pace positiva, avrete immediatamente l'opposizione del popolo della pace, del movimento mondiale per la pace e la nonviolenza, unico "varco della storia" (Capitini).
Come diceva don Milani a Pipetta, siamo oggi con voi (e io discuto duramente con i tanti pacifisti e nonviolenti tentati di astenersi), ma domani vi tradiremo, perché è necessario andare più avanti di quanto voi state dicendo.
Comunque, vedrò il programma.
Enrico Peyretti
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