Fw: Osservatorio Iraq Newsletter 13/05 30 agosto-13 settembre








Osservatorio Iraq

Newsletter 13/05

30 agosto -13 settembre





Settemila famiglie in fuga, 150 morti ufficiali secondo le dichiarazioni
del comando americano, oltre 200 arresti, un numero imprecisato di vittime,
feriti, sfollati secondo le organizzazioni umanitarie. È Tal Afar
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1403>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1403
) , città del nord iracheno, a ovest di Mosul, molto vicina al confine
siriano, da quasi tre settimane sottoposta a continui bombardamenti da
parte degli eserciti Usa e iracheno.

Di Tal Afar finora si è saputo poco e nulla, anche se la situazione per i
suoi abitanti è pesantissima da molto tempo: lo hanno denunciato le
associazioni umanitarie della zona, lo ha fatto “Doctors for Iraq” nei suoi
appelli rimasti inascoltati. Non è una novità il fatto che le associazioni
umanitarie irachene, così come la società civile irachena non riescano a
farsi sentire in Occidente, nonostante la crisi umanitaria sia stata
denunciata anche  dalle Nazioni Unite
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1405>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1405
): anche per questo è nata l’iniziativa di Un Ponte per…, legata anche al
nuovo progetto “Diritti dentro”
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1411>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1411
) , che in questi giorni sta portando in giro per l’Italia esponenti di
queste associazioni, per parlare, raccontarsi, confrontarsi, cercare
sostegno e solidarietà.



La situazione in Iraq non può essere considerata una semplice dicotomia tra
buoni e cattivi, come scrive Jan Benvie
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1370):>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1370):
in mezzo, e sono la maggior parte, ci sono gli innocenti.

Mentre viene chiuso il confine con la Siria, secondo il governo iracheno
per impedire l’accesso dei “combattenti stranieri”, il comando americano
dichiara città sicura
Najaf(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1389>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1389
), e la riconsegna, almeno formalmente, all’autorità irachena.

Non è chiaro cosa sia una città sicura, e quando possa esserlo considerata:
non lo è Haditha, tra bombardamenti
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1375%3c>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1375)
e milizie islamiche
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1376>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1376),
non lo è Bassora
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1400>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1400)
, nella zona sotto comando britannico, dove ai problemi provocati dalle
milizie e alla violenza contro le donne, si sommano i problemi quotidiani.

Non è facile, spesso non è comodo, parlare di questo: della ricostruzione
che non va avanti, del petrolio che c’è in abbondanza ma che non basta
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1382>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1382
)  per dare elettricità alla popolazione.



Non è solo una questione di attacchi alle infrastrutture, che pure ci sono
e in alcuni periodi sono determinati: è un razionamento deciso dalla
politica economica del governo, che però diventa, agli occhi della
popolazione, vessazione. E rabbia.



Molto invece si parla della Costituzione, considerata un atto politico
decisivo, ma che ancora, a cinque settimane dal referendum, non conosce una
versione definitiva. C’è la bozza presentata il 22 agosto, poi
“consegnata”, dopo ulteriori discussioni e modifiche, all’Assemblea
Nazionale il 28 agosto, ma non messa ai voti. Le Nazioni Unite
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1404>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1404
) , incaricate di stampare i 5 milioni di copie del testo da consegnare
agli elettori, si rifiutano di farlo, poiché ancora non hanno ricevuto un
testo ufficiale.

L’ultima versione
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1413>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1413
) , quella del 28 agosto, da molti è considerata quella definitiva, perché
in pochi credono che ci sia la possibilità di altri emendamenti, e il tempo
è ormai scaduto. In questa situazione, quello che colpisce di più gli
analisti
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/cerca.php?stringa=costnl>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/cerca.php?stringa=costnl
) è proprio la fretta con cui l’Amministrazione Bush ha voluto che il
progetto fosse presentato, a dispetto di quelli che erano i problemi e le
discussioni in corso.

Non è un caso che già sia cominciata una “campagna referendaria”, che mira
soprattutto a far bocciare il testo al referendum fissato per il 15
ottobre: l’ex premier Allawi
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1402>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1402
)  si propone come leader di uno schieramento che unisca sciiti e sunniti,
assemblee e incontri si tengono in Iraq e fuori dall’Iraq, il leader
radicale sciita Moqtada Al Sadr
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1381>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1381
) cerca alleanze e consensi tra gli sciiti che desiderano un Iraq unito, e
i sunniti
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1388>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1388
) si organizzano in un nuovo partito politico che dia voce a queste istanze.

E’ dalla tragedia
(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1377>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1377)
del ponte di al Aima a Baghdad, che ha visto la morte di quasi mille
persone, che viene una lezione di solidarietà e unità, che il progetto di
Costituzione non riesce a riflettere: è la storia di Othman al-Ubeydi,
adolescente morto dopo aver salvato sei persone precipitate nel fiume

(<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1394>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1394
).Lui era sunnita, loro sciiti. Ma tutti, iracheni.







Incontri organizzati da un Ponte per…con rappresentanti di organizzazioni
di diritti umani irachene nell’ambito del programma “Ponti di Pace”

14 settembre

20:30 Teatro San Giorgio, Udine

15 settembre

20:30 Sala CGIL, Via Pedrotti 5, Torino

16 settembre

20:45 Sala Guicciardini, Via Macedonio Melloni 5, Milano









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