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Siria: Amnesty International chiede la fine delle violazioni dei diritti umani dei curdi
- Subject: Siria: Amnesty International chiede la fine delle violazioni dei diritti umani dei curdi
- From: press at amnesty.it
- Date: Thu, 10 Mar 2005 13:07:36 +0100
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS29-2005 SIRIA: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE LA FINE DELLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI DEI CURDI Il governo di Damasco deve porre immediatamente fine alle violazioni dei diritti umani ai danni dei curdi siriani e aprire un'indagine sulle denunce di uccisioni illegali, decessi sotto tortura e maltrattamenti in carcere emerse a partire dal marzo 2004. Le richieste sono contenute in un rapporto di Amnesty International sulla Siria, pubblicato oggi, in cui sono esaminate le violazioni dei diritti umani commesse contro i curdi all'indomani degli incidenti scoppiati, nel marzo 2004, durante un incontro di calcio tra una squadra curda e una araba a Qamishli, nel nordest della Siria. Quell'episodio diede vita a una serie di manifestazioni e rivolte in tutto il paese, in cui vennero uccisi oltre 30 curdi e furono arrestate piu' di 2000 persone, quasi tutte appartenenti alla minoranza curda. Molti detenuti ? compresi bambini di 12 anni, ragazze, donne e anziani ? furono sottoposti a maltrattamenti e torture. Decine di studenti vennero espulsi dalle universita' e dagli ostelli, solo per aver preso parte a manifestazioni pacifiche. Negli ultimi dodici mesi Amnesty International ha constatato un significativo aumento del numero dei curdi morti sotto tortura: cinque delle nove vittime accertate dal marzo 2004 alla fine dell'anno erano curde. Nello stesso periodo c'e' stato anche un incremento sospetto delle morti di curdi in servizio di leva: almeno sei soldati sono stati uccisi con percosse o colpi d'arma da fuoco da parte di commilitoni o ufficiali. Negli uni come negli altri casi, le autorita' non hanno aperto alcuna indagine. Il rapporto denuncia inoltre la sistematica discriminazione cui sono sottoposti i curdi siriani a causa della propria identita' e descrive i casi di difensori dei diritti umani arrestati, processati in modo iniquo e torturati per aver cercato di promuovere la loro causa. Amnesty International chiede al governo di Damasco di porre fine al divieto di usare e praticare la lingua e la cultura curda. 'Le autorita' siriane devono aprire un'inchiesta sulla reazione sproporzionata delle forze di sicurezza all'indomani degli incidenti del marzo 2004' ? ha dichiarato Amnesty International. 'Devono indagare sulle uccisioni illegali, sul massiccio ricorso alla tortura e sulle morti che ne sono scaturite. E' infine necessario introdurre modifiche legislative per porre fine alla discriminazione sistematica ai danni dei curdi e alle altre violazioni dei diritti umani che possono aver contribuito ad esacerbare la tensione e a far divampare la violenza'. Ulteriori informazioni I curdi ? da un milione e mezzo a due milioni ? costituiscono, dopo gli arabi, il secondo gruppo etnico della Siria. Subiscono discriminazioni a causa della propria identita', come il divieto di usare la lingua curda nell'istruzione, nei luoghi di lavoro, nelle celebrazioni private e negli uffici dell'amministrazione pubblica. Sia i bambini che le imprese, inoltre, non possono portare nomi curdi. Diverse centinaia di migliaia di curdi risultano a tutti gli effetti apolidi e questa circostanza fa si' che venga loro negato il pieno accesso all'istruzione, al lavoro, alla salute e ad altri diritti garantiti ai cittadini siriani, come quello ad avere una nazionalita' e a possedere un passaporto. Amnesty International chiede al governo siriano di modificare la legislazione vigente e trovare una rapida soluzione al problema dell'assenza di cittadinanza dei curdi nati in Siria e della discriminazione derivante da questa situazione. FINE DEL COMUNICATO Roma, 10 marzo 2005 Il rapporto e' disponibile all'indirizzo http://www.amnesty.org e presso l'Ufficio stampa di Amnesty International Italia. Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia ? Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei # contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e' # pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non # portarle a conoscenza di alcuno. Opinioni, conclusioni e altre # informazioni contenute in questa mail rappresentano punti di vista # personali e non, salvo quando espressamente indicato, quelli di Amnesty # International.
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