Giornata mondiale contro la guerra



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Giornata mondiale contro la guerra il 19 marzo
Manifestazione nazionale a Roma
(ore 15.00 piazza della Repubblica)

Via subito le truppe dall'Iraq

Portiamo l'Italia fuori dal sistema di guerra

Libertà per Giuliana Sgrena e tutte/i i sequestrati



A due anni dall'invasione dell'Iraq, visti i pericoli dell'escalation della
guerra permanente in Medio Oriente , il movimento contro la guerra, stante
quanto è stato ribadito e rilanciato dai movimenti sociali nel Forum
Sociale Mondiale a Porto Alegre, fa appello ad una straordinaria
manifestazione globale il 19 marzo.



Il movimento internazionale contro la guerra esige oggi più che mai la fine
dell'occupazione dell'Iraq. Esige che gli USA cessino di minacciare la
Siria, l'Iran, il Venezuela, Cuba ed altri paesi. Sostiene il diritto dei
palestinesi all'autodeterminazione e ad una pace fondata sulla giustizia.

I movimenti contro la guerra si stanno impegnando per stabilire maggiori
contatti con le forze che resistono contro l'occupazione in Iraq e in Medio
Oriente. I movimenti contro la guerra che si sono sviluppati a livello
mondiale appoggiano il diritto del popolo iracheno a resistere contro
l'occupazione. In questo senso condividiamo la proposta di organizzazione
di una conferenza - da tenersi fuori dall'Iraq occupato - di tutti i
diversi gruppi e delle forze antioccupazione dell'Iraq per confrontarsi
 anche con il movimento internazionale contro la guerra.



Le elezioni tenutesi in Iraq hanno rivelato sia la loro manipolazione sia
la loro incapacità di essere un reale elemento di ricomposizione popolare
di un paese occupato militarmente ed hanno reso ormai evidente il progetto
di balcanizzazione del paese.  Le elezioni non hanno affatto portato alla
normalizzazione mentre l'occupazione ha trasformato l'Iraq in un mattatoio
in cui imperversano le truppe occupanti, i mercenari e gli squadroni della
morte. E' in questo contesto che giornalisti scomodi scompaiono. vengono
uccisi o intimiditi ogni volta che cercano di far luce sui crimini di
guerra e su quanto è avvenuto a Falluja. E' il caso di Giuliana Sgrena del
Manifesto e prima di lei dei giornalisti francesi, dei giornalisti di Al
Jazeera, di Baldoni o delle cooperanti del Ponte Per. La sorte di Giuliana
Sgrena dipende dalla costanza e dall'ampiezza della mobilitazione popolare
che si oppone all'interventismo militarista del governo. Facciamo di tutto
per contribuire a liberarla.





Riteniamo necessario portare l'Italia fuori dal sistema di guerra.

L'integrazione dell'Italia nel sistema della guerra permanente, è quanto
venuto configurandosi negli ultimi anni. E' un sistema che prevede l'invio
di soldati all'estero per missioni militari mascherate da operazioni di
pace o guerre "umanitarie"; che utilizza le basi militari USA e NATO nel
nostro paese come strumento operativo della guerra preventiva, includendovi
- come è stato recentemente confermato - anche le armi mucleari; che vede
crescere sistematicamente le spese militari e per la "sicurezza" sottraendo
alle spese sociali; che privilegia lo sviluppo della ricerca e degli
investimenti nell'industria bellica; che vara leggi liberticide contro la
libertà di informazione, di associazione e di manifestazione.

E' da questo sistema di guerra che dobbiamo sottrarre l'Italia per
indebolire qui da noi gli interessi e le basi materiali della guerra
infinita contro gli altri popoli e paesi. E' la sfida democratica, quella
di una politica estera che sostenga il diritto internazionale opposto alla
teologia della guerra, quella che il movimento contro la guerra lancia a
questo e ai prossimi governi.

E per questi motivi che intendiamo appoggiare i militari che si rifiutano
di andare in guerra e difendiamo gli attivisti perseguitati perchè si
sono attivati contro la guerra bloccando i treni, i porti e le strade su
cui transitavano gli armamenti destinati al mattatoio iracheno.



Il 19 marzo prossimo, secondo anniversario dei bombardamenti sull'Iraq, il
movimento contro la guerra riempirà le piazze delle principali città degli
Stati Uniti e delle capitali nel resto del mondo. In Europa, a Londra e a
Roma, le manifestazioni assumono particolare importanza perchè i due
governi sono direttamente impegnati nell'occupazione dell'Iraq.

Chiamiamo i movimenti pacifisti, antimilitaristi, antimperialisti, le forze
sindacali, politiche, sociali, i soggetti della cultura e
dell'informazione, a mobilitarsi il 19 marzo a Roma in una
grande manifestazione nazionale:



1)     per esigere subito il ritiro delle truppe di occupazione dall'Iraq

2)     per ribadire la sovranità dell'Iraq e la legittimità della
resistenza all'occupazione militare

3)     per animare anche in Italia la campagna internazionale contro le
basi militari USA e NATO

4)     Per rilanciare le campagne per il disarmo nucleare, contro la
produzione e l'export delle armi, per la riduzione delle spese militari



Adoperiamoci in ogni ambito nelle prossime settimane per preparare con
incontri, sit in e manifestazioni locali la giornata mondiale contro la
guerra, affinchè il 19 marzo ci sia una nuova grande manifestazione nel
nostro paese. I governi della guerra devono trovarsi nuovamente la strada
sbarrata dal popolo della pace. Se non ora, quando?



Il Comitato promotore della manifestazione del 19 marzo

info e adesioni: Roma19marzo at libero.it