Per la liberazione di Giuliana e degli iracheni
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- Date: Fri, 18 Feb 2005 14:21:42 +0100
Per la liberazione di Giuliana, per la libertà degli iracheni dagli
invasori! Del
rapimento di Giuliana Sgrena come dell’incolumità di qualsiasi occidentale – per l’oggi e per il futuro prossimo – sono totalmente responsabili
i governi -in primis quello italiano- che hanno aggredito il popolo iracheno e
continuano ad occuparne il territorio seminando morte, rapina, saccheggio e
distruzioni. Per
il movimento è necessario (per le sue
ragioni e per la stessa sorte di Giuliana) rafforzare la condanna
dell’azione interventista e guerrafondaia del governo Berlusconi ribadendo la
richiesta del ritiro immediato delle truppe occidentali senza se e senza ma.
Ci
pare che l’appello di Giuliana vada nella stessa direzione: nella sua drammatica
richiesta di aiuto si rivolge al movimento contro la guerra perché faccia una
battaglia forte per mettere fine alle sofferenze del popolo iracheno e lo liberi
da un’occupazione che non vuole e contro cui continua a resistere.
Non
ci sembra che di questa necessità si siano
fatte carico le forze dell’Ulivo né in passato né in risposta all’appello di
Giuliana. Solo la propaganda di Berlusconi può far passare come vero rifiuto dell’occupazione il voto
contrario al rifinanziamento della missione
militare italiana in Iraq da parte di una balbettante e spaccata FED che
continua a dichiararsi “disponibile a cambiare posizione” di fronte a “passaggi
concreti del governo” che tenendo conto “delle novità elettorali” vadano nella
direzione di una “rivalutazione del ruolo dell’ONU”. Da Rutelli a Prodi, da Fassino a Bertinotti si
sprecano le dichiarazioni di non belligeranza contro questo governo.
La
verità è che il sequestro di Giuliana Sgrena sta rappresentando una nuova
occasione, dopo
la
vergognosa esaltazione trionfalistica del “democratico voto iracheno” (tanto
democratico da riguardare meno del 30% della popolazione), per quanti intendono
legittimare lo stato di cose presenti magari dipingendo di blu gli elmetti delle
truppe di occupazione e marchiandoli ONU. Seppure in
forme meno nette per l’approssimarsi delle elezioni nella nostrana Italietta, si
sta materializzando il clima di Union Sacré Nazionale e di ipocrita esecrazione
antiterroristica che avevamo già visto nel caso del sequestro delle due Simona e
che non a caso rappresentò un freno alle mobilitazioni del movimento no war ed un affondo per depotenziarne
le ragioni politiche, l’autonomia e la sua stessa sopravvivenza.
Persino per
questa manifestazione, sentita profondamente da tutti noi, si è lavorato perché
si trasformasse in “una manifestazione di voci soffuse” come dice Prodi, con un
carattere umanitario che mettesse d’accordo tutti, persino chi questa
aggressione ha voluto e difeso. Certo saranno tante le immagini di Giuliana in
questo corteo ma questa non deve essere la manifestazione per la liberazione di
un’italiana ma per la liberazione di milioni di iracheni ostaggi delle truppe
occupanti. Ritiro delle
truppe,
quindi, senza i se ed i ma che anche
a sinistra si cominciano a pronunciare ed anche senza quell’ONU che ha legittimato la
prima aggressione dell’Iraq ed un embargo di 10 anni; per l’autodeterminazione dell’Iraq
devono caratterizzare questa manifestazione e la ripresa, sempre più
indispensabile, delle mobilitazioni di tutto il movimento mondiale contro la
“guerra infinita”. In
piazza il 19 Febbraio verso un 19 Marzo mondiale contro la
guerra: Gli
avvenimenti di questi ultimi mesi stanno, tragicamente confermando che l’Enduring Fredoom di Bush e delle altre
potenze occidentali non conoscerà soste nel suo, obbligato, percorso di
aggressione, rapina e di assoggettamento di interi popoli e
paesi. L’Iran,
la Corea del Nord, la Siria…l’Asia Centrale…la regione del Darfur in Sudan, il
Congo, la Costa d’Avorio…l’intera America Latina sono diventate Target dell’imperialismo, sia di quello
stellastrisce che di quello (felpato) dell’Unione Europea. E
dove non arrivano - ancora per il momento - i bombardieri sono attivi, a pieno
regime, gli strumenti del “libero
commercio e del mercato” per manomettere gli stati, deregolamentare le
economie ed imporre enormi privilegi per le imprese e le filiere
multinazionali. Una
forte denuncia di questa situazione è venuta dal recente Forum Sociale di Porto Alegre il quale – nel raccogliere ed
amplificare la protesta sociale che si esprime a scala globale – ha rilanciato,
la necessità di una mobilitazione
internazionale, per il prossimo 19
Marzo, contro la guerra, contro la diffusione delle basi militari nel mondo
e per il drastico taglio delle spese belliche. Una
indicazione di lotta da raccogliere e generalizzare,
proveniente, principalmente, come recitava uno striscione a Mumbay, in India, da coloro che ogni mattina si alzano dal lato sbagliato
del capitalismo, Nessuna artificiosa contrapposizione – quindi – tra
l’importante azione di attiva condivisione e di mobilitazione per la libertà di
Giuliana Sgrena ed il percorso di costruzione della giornata di lotta
internazionale del 19 Marzo per far risuonare in tutto il mondo il rifiuto delle
aggressioni imperialiste!! Rifiutiamo
la paralizzante logica dell’Unità nazionale, comunque mascherata, preservando
l’autonomia, la ricchezza politica e la radicalità del movimento no war!!
I/Le
compagni/e di Red Link per
contatti: red_link at tiscali.it |
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