"Porto Alegre 2005, Itaca a Lula: " "Cooperativismo per resistere allo sfruttament o e liberare dallo stato di povertà" ( 238)



VENERDÌ 28 GENNAIO 2005
<http://www.itaca.coopsoc.it/article.php3?id_article=836>Cooperativismo e
Resistência
di <mailto:a.chicayban at itaca.coopsoc.it>Alberto Chicayban
Resistere alle imprese del capitalismo imperante per arginare la
globalizzazione. Conciliare la società dell'informazione e i bisogni di uno
sviluppo socio-economico sostenibile. Il messaggio della Cooperativa Itaca
a Lula, Kirchner e Chávez: "Il Cooperativismo può innescare un processo di
resistenza allo sfruttamento e, allo stesso tempo, intervenire nel processo
di liberazione dallo stato di povertà".

<http://www.itaca.coopsoc.it>www.itaca.coopsoc.it

A cura di Alberto Chicayban. Oggi, ANFITEATRO DO PÔR DO SOL nella sala
F205, in collaborazione con le Cooperative brasiliane del MOVIMENTO
NACIONAL DE LUTA PELA MORADIA - MNLM (Movimento Nazionale di Lotta per
l'Abitazione).

Cooperativismo e Resistenza 28 gennaio 2004

L'istituzione del cooperativismo occupa un posto di indubbia importanza
nell'economia europea. L'attenzione della Commissione Europea ai problemi e
sfide del cooperativismo comunitario è costante perché la forza dei numeri
della cooperazione è eloquente, anche se confrontata con le grandi imprese
capitalistiche dell'Unione.

Per esempio:

Esistono circa 132.000 cooperative nell'Unione Europea e queste hanno 83,5
milioni di soci ai quali si aggiungono altri 23 milioni di soci delle
cooperative dei paesi neo arrivati. Totale: 106,5 milioni di europei
associati a cooperative. Nella maggior parte degli Stati membri la
cooperazione regge quote di mercato sostanziali nel settore primario come
nel caso dell'Olanda, nella quale le cooperative hanno in mano l'83% di
tutta l'agricoltura. In Finlandia, nello stesso settore, si sono
aggiudicate il 79% e in Italia il 55%. Nella silvicoltura le cooperative
controllano il 60% del mercato in Svezia e il 31% in Finlandia. Nel settore
terziario le cooperative hanno raggiunto oltre il 50% del mercato del
risparmio in Francia, il 35% in Finlandia, il 31% in Austria e il 21% in
Germania. Nelle vendita al dettaglio le cooperative di consumatori dominano
il 35% del mercato in Finlandia e il 20% in Svezia. In Italia alcune
cooperative di consumo possono essere paragonate a multinazionali in
fatturato. Nel campo dell'approvvigionamento farmaceutico e nell'area della
salute le cooperative spagnole possiedono il 21% del mercato e in Belgio il
18%.

Nonostante l'evidente peso economico del cooperativismo i registri delle
imprese capitalistiche tendono a sottostimare l'importanza delle
cooperative in Europa. Il cooperativismo può assumere molteplici forme
giuridiche ed in alcuni Stati membri non esiste alcuna specifica legge
sulle cooperative. Molte non compaiono, quindi, nelle statistiche
commerciali. Ma le strutture cooperative sono adatte anche ad aiutare le
piccole e medie imprese a costruire gruppi e reti sostenibili, attraverso
le quali sviluppare servizi comuni e raggiungere le dimensioni critiche
necessarie per emergere e raggiungere economie di scala.

Attraverso l'unione cooperativa le piccole imprese possono acquistare un
potere negoziale in mercati sempre più competitivi e concentrati, pur
mantenendo controllo ed indipendenza nelle loro operazioni. In questo modo
esse rappresentano un argine tra la globalizzazione e l'attività economica
locale. In molti Stati europei le cooperative hanno dimostrato la capacità
di fornire soluzioni economicamente e socialmente valide e sostenibili per
conciliare la società dell'informazione e i bisogni di sviluppo socio
economico sostenibile.

In Europa ed in altre economie avanzate, la forma cooperativa è utilizzata
in maniera innovativa degna di nota, di incoraggiamenti o applicazioni più
ampie. In alcuni casi, le cooperative funzionano bene in un particolare
contesto nazionale per ragioni legate alla loro localizzazione, ma molte
funzionano bene grazie alla loro natura particolarmente adatta agli
interessi della comunità e potrebbero essere sperimentate più ampiamente
altrove.

Per esempio:

In Giappone e in Spagna la gestione di molte scuole riguarda le cooperative
e questo permette a genitori e insegnanti di influenzarne la gestione in
maniera diretta. Negli Stati Uniti le cooperative elettriche rurali
forniscono elettricità a 26 milioni di soci a prezzo di costo e sono
responsabili per più della metà della distribuzione di energia elettrica
nel Paese. Cooperative simili si stanno sviluppando in Portogallo. Una
cooperativa telefonica è stata creata nel Regno Unito per acquisire
"traffico telefonico" a tariffe vantaggiose e passare i benefici ai soci.
Cooperative di franchising sono state create negli Stati Uniti e anche in
Europa, come catene di fast food e di negozi in generale. I più grandi
produttori di automobili in Giappone si avvalgono di cooperative di
fornitori che permettono di evitare interruzioni nel processo di fornitura.
Cooperative di dettaglianti e cooperative di ferramenta e utensili
(hardware cooperatives) permettono a centinaia di piccoli proprietari di
negozi indipendenti di competere con grandi catene della distribuzione. In
Italia ed in Francia cooperative di commercio elettronico hanno permesso a
piccole industrie e ad artigiani di proporre e vendere i loro prodotti su
Internet. Organizzazioni cooperative di tutela della salute offrono servizi
sanitari a quasi 1,4 milioni di famiglie nord americane e sono molto
importanti nel settore sanitario spagnolo. In molti campi artistici e
culturali, artisti e interpreti hanno creato cooperative per mettere in
scena le proprie opere. Per esempio, in Francia, esistono oltre 50 teatri
cooperativi, incluso l'universalmente famoso "Théatre du Soleil", perché la
forma cooperativa assicura la piena libertà artistica.

Il cooperativismo, dovuto ai vantaggi particolari della sua forma, può
essere assolutamente fondamentale nel campo dell'assistenza sociale e
sanitaria, nello sviluppo regionale o locale, nell'educazione e nei servizi
d'alloggio.

In Italia (ai sensi della L.381 del 1991) ed in Europa centrale, le
cooperative sociali procurano lavoro ai soci disabili o ad altri gruppi
emarginati come gli ex detenuti o i tossicodipendenti. Alcune altre
cooperative sociali italiane, quelle dette "di assistenza", come la nostra
Cooperativa Itaca, hanno in mano una buona parte del sostegno agli anziani,
ai malati psichiatrici e persone deboli in generale. Senza l'istituzione
cooperativa probabilmente il campo assistenziale italiano sarebbe andato in
crisi parecchio tempo fa.

La cooperazione sociale ha già ampiamente dimostrato di saper contribuire
in modo originale al problema dell'inserimento lavorativo non solo di
soggetti svantaggiati, ma anche di persone che, più in generale e per
diversi motivi, sono maggiormente discriminate nel mercato del lavoro.

Le cooperative sociali, però, non sono, e non vogliono essere, imprese
residuali, né tanto meno imprese che si curano solo degli emarginati. Uno
dei problemi principali delle cooperative sociali è anzi trovare risorse
motivate e competenti che, sulla base di una scelta sociale e politica,
vogliono rendersi disponibili alla realizzazione di un progetto
imprenditoriale dalla parte degli esclusi.

Alcune caratteristiche delle cooperative sono dei punti di forza
nell'ambito sociale:

L'indipendenza da investimenti esterni ne fa una fonte di impiego nelle
aree urbane depresse, nelle regioni con scarsità di popolazione e per le
categorie a rischio d'esclusione. Il cooperativismo promuove lo spirito
imprenditoriale in categorie che altrimenti non avrebbero accesso a
responsabilità manageriale (l'esperienza del cooperativismo può essere
anche determinante come fonte di lavoro e di esperienza manageriale
nell'imprenditorialità femminile, per esempio). Obiettivi più ampi
garantiscono benefici in termini di benessere e prosperità alle varie parti
interessate. Le strutture partecipative possono mobilitare il potenziale
locale e regionale latente attraverso la partnership tra le parti
interessate; esse presentano una percentuale di donne imprenditrici
particolarmente alta.

Le cooperative sono molto sensibili alle loro responsabilità sociali. La
loro principale responsabilità è naturalmente verso i loro soci, ma la loro
natura decentrata e democratica indica che esse sono fermamente radicate in
comunità locali e regionali, e le loro decisioni terranno conto degli
interessi di tali comunità in modo maggiore rispetto a quanto non facciano
le imprese in cui la retribuzione del capitale è l'obiettivo principale.

L'importanza delle cooperative non può essere misurata solo in base ai loro
profitti. E' stato riconosciuto che i tre tipi tradizionali di capitale
(naturale, fisico ed umano) determinano solo parzialmente il processo di
crescita economica, poiché trascurano il modo in cui gli attori economici
interagiscono e si organizzano per generare crescita e sviluppo socialmente
accettabile.

In una cooperativa, e ai livelli locale o regionale, il capitale sociale
può essere definito come "aspetti di organizzazione sociale, quali accordi,
norme e reti che possono migliorare l'efficienza dell'organizzazione
facilitando azioni coordinate. Il capitale sociale deriva dallo
stabilimento e dalla messa in opera di reti ed accordi ed è perciò un
fattore chiave dello sviluppo economico sostenibile. Le cooperative possono
anche costituire uno strumento efficace per offrire servizi di interesse
generale quando il supporto pubblico non è disponibile o quando l'offerta a
scopo di lucro non garantisce parità di condizioni nell'uso di questi
servizi.

Le cooperative che riuniscono diverse parti interessate hanno fornito prova
di costituire strumenti pratici ed efficaci per l'organizzazione e la
fornitura di altri servizi pubblici, per esempio, servizi ricreativi o
assistenziali, dove un'organizzazione imprenditoriale, che combini la
presenza e l'influenza di diverse parti interessate, incluse le autorità
locali, può incoraggiare un uso equo di tali servizi.

La forma cooperativa, nonostante i vantaggi a livello sociale e
territoriale, continua ad essere una caratteristica della cultura dei paesi
ricchi. La comparsa del cooperativismo nel Terzo Mondo è stata timida dove,
forse, potrebbe innescare un processo di resistenza allo sfruttamento e,
allo stesso tempo, aiutare nel processo di liberazione dallo stato di
povertà. E' strano non trovare la cooperazione come uno dei punti di
supporto nelle politiche sociali di governi popolari come quelli di Lula,
Kirchner o Chávez.


Fabio Della Pietra
Ufficio stampa
Cooperativa Itaca - Pordenone

Prot. 238