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Mozione Iraq
- Subject: Mozione Iraq
- From: ufficio stampa Elettra Deiana <uffstampa_edeiana at libero.it>
- Date: Sat, 29 Jan 2005 16:34:42 +0100
Inviamo alla vostra cortese attenzione la mozione sull'Iraq dei deputati del Forum per l'Alternativa La Camera, premesso che: - alla conferenza di Sharm El Sheik la comunità internazionale e il Governo ad interim iracheno si sono assunti l'impegno di garantire attraverso iniziative politico-diplomatiche, la piena partecipazione al processo elettorale di tutte le componenti politiche e religiose irachene; - ad oggi tali garanzie, com'era prevedibile, non sono state assicurate e in tutto il Paese la situazione si va aggravando in maniera drammatica con l'approssimarsi del 30 gennaio, mentre vengono alla luce ulteriori episodi di corruzione elettorale facenti capo al presidente ad interim Allawi; - la situazione dei diritti umani è altrettanto drammatica e inquietante, come dimostrano le notizie sulle gravi torture da parte dell'esercito britannico - da cui il contingente italiano dipende e a cui consegna i prigionieri -, su arrestati per reati comuni e quelle riguardanti la sparizione di circa 10.000 prigionieri; - il Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha espresso preoccupazione sull'opportunità di mantenere al 30 gennaio la data delle elezioni in Iraq, proprio in considerazione dei continui attentati che mostrano una situazione, mai venuta meno, di endemiche e gravi instabilità e insicurezza; - la Conferenza dei Capigruppo del Parlamento europeo, su richiesta di alcuni europarlamentari che avevano proposto l'invio di una delegazione parlamentare per il controllo della regolarità del voto in Iraq, ha dichiarato formalmente l'impossibilità di dare luogo a questa richiesta a causa della mancanza dei minimi di sicurezza; - il ministro degli esteri italiano, on. Gianfranco Fini, in una recente dichiarazione ha messo in risalto il pericolo di un deficit di rappresentatività della consultazione elettorale in Iraq, in assenza di una piena partecipazione di tutte le componenti della società irachena; - il presidente iracheno ad interim Ghazi al Yawar ha esortato le N.U. a valutare l'opportunità che le elezioni del 30 gennaio si svolgano, dato il un contesto di violenza che minaccia gli elettori, precisando che elezioni poco partecipate equivarrebbero ad un fallimento; - i rappresentanti delle autorità elettorali di Canada, Gran Bretagna, Messico ed altri paesi, unitamente ad esperti internazionali dei processi elettorali, che ad Ottawa hanno creato un nuovo organismo con il compito di verificare l'equità delle elezioni irachene, hanno escluso la possibilità di inviare osservatori in Iraq in ragione delle attuali condizioni di sicurezza; - lo stesso Primo Ministro ad interim, Iyad Allawi, ha dichiarato che in alcune zone del paese la partecipazione non sarà nei fatti possibile a causa delle condizioni di sicurezza proibitive (tra queste quattro delle più importanti province, circa la metà della popolazione, sono in rivolta); - il consiglio degli Ulema e le principali formazioni politiche sunnite hanno dichiarato che la loro partecipazione al voto è legata alla fissazione di una data certa entro la quale le truppe di occupazione dovranno lasciare l'Iraq, altrimenti si asterranno e metteranno in atto comportamenti ostativi; - il ministro iracheno Hazem Shaalan ha ventilato l'ipotesi di accogliere la proposta di un rinvio delle elezioni a nuova data, purché questo sia necessario a garantire la partecipazione delle formazioni sunnite al processo elettorale; - il governo provvisorio iracheno ha stabilito di prolungare lo stato di emergenza per altri 30 giorni a partire dal 5 gennaio, impedendo di fatto lo svolgimento delle normali attività elettorali di contatto tra partiti, candidati e cittadini; - nelle condizioni politiche in cui si svolgeranno le elezioni è forte il rischio di un appuntamento elettorale che acuisca le divisioni politiche, etniche e religiose, alimentando la spirale della guerra civile; - Ucraina e Portogallo hanno annunziato il ritiro dall'Iraq dei propri contingenti; IMPEGNA IL GOVERNO Ad attivarsi immediatamente in tutte le sedi internazionali affinché sia rinviata la scadenza elettorale del 30 gennaio e sia favorita la partecipazione di tutte le componenti politiche e religiose irachene, attraverso il sostegno e l'accettazione della proposta avanzata dalla comunità sunnita (fissazione di una data certa entro la quale le truppe di occupazione dovranno lasciare definitivamente l'Iraq) e l'organizzazione di una vera conferenza internazionale a cui possano partecipare tutte le componenti irachene comprese quelle che hanno alimentato la guerriglia, come proposto tempo addietro anche dalla Francia; impegna altresì il governo a disporre il ritiro immediato delle truppe dall'Iraq, già attuato o annunciato da diversi paesi facenti parte della "coalizione dei volenterosi", al fine di contribuire all'obiettivo sopra indicato. FOLENA, GIORDANO, ZANELLA, CRUCIANELLI, GRANDI, COSSUTTA MAURA, DEIANA, PISA, RUSSO SPENA, BULGARELLI, PISTONE, CENTO, GIANNI ALFONSO, BANDOLI, VENDOLA, DIANA LORENZO, SINISCALCHI, BUFFO, DUCA, CARBONI, PANETTONI, SASSO, SCHIACCA, TRUPIA, BELLINI, ZANOTTI, BIELLI, COLUCCINI, DE SIMONE Ufficio stampa: Barbara Romagnoli Tel. 339/6365001 uffstampa_edeiana at libero.it
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