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Speciale: Esecuzioni extragiudiziali a Sirnak
- Subject: Speciale: Esecuzioni extragiudiziali a Sirnak
- From: "ufficio d'Informazione del Kurdistan In Italia" <uiki.onlus at fastwebnet.it>
- Date: Sat, 29 Jan 2005 16:34:31 +0100
A cura dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia <http://www.uikionlus.com>www.uikionlus.com , <http://www.kurdishinfo.com>www.kurdishinfo.com IHD: quelle avvenute a Sirnak sono state esecuzioni extragiudiziali (27 gennaio 2004 – Diyarbakir – MHA) Quelle avvenute a Sirnak sono state esecuzioni extragiudiziali: lo ha dichiarato l associazione per i diritti umani IHD in un suo rapporto, al termine della propria inchiesta sulla causa dell’uccisione di 5 persone (4 delle quali erano donne), da parte delle forze di sicurezza il 19 gennaio, nei pressi del villaggio di Toptepe, collegato a Kumçati, nella provincia di Sirnak. La sezione IHD di Diyarbakir ha reso noto il rapporto nel corso di una conferenza stampa. È stato detto che i cinque giovani indossavano abiti civili ed erano disarmati. “Quello che le forze statali hanno fatto costituisce esecuzione extragiudiziale; quei giovani potevano essere arrestati da vivi, invece che uccisi”. Reyhan Yalcindag, vicepresidente generale dell’IHD, ha parlato nel corso della conferenza stampa, ricordando che vi sono diritti che non si possono limitare né ledere né lasciare inosservati,nemmeno in una fase di guerra, riferendosi in particolare alle norme umanitarie. Yalcindag aggiunge inoltre: “Anche se 5 persone, due delle quali minorenni, sono partite per andare a unirsi al Kongra-Gel, potevano essere per questo arrestate da vive, dal momento che erano ancora in abiti civili e senza armi. Abbiamo dichiarato che le cinque persone sono state uccise con un’esecuzione extragiudiziale, poiché non sono state arrestate da vive. Ad ogni condizione e in ogni luogo il diritto alla vita è sacro e intangibile. Le autorità, non avvalendosi della facoltà di arrestare le cinque persone, hanno attentato alla loro vita; questo è un crimine, in base al diritto umanitario internazionale e rientra tra quei crimini che sono commessi contro l’umanità. La pena di morte, anche se per legge è stata abolita, in pratica nel nostro paese ultimamente è ancora praticata: lo dimostrano i casi di Gumushane, Trabzon, Semdinli, Kiziltepe e, ultimamente”. Yalcindag ha fatto appello al governo, agli appartenenti alle forze di sicurezza e alle altre autorità pubbliche affinché si comportino secondo giustizia e mettano in pratica tutti i cambiamenti legislativi che abbiano effetto positivo. Yalcindag afferma “Lo IHD si servirà di tutte le istanze giudiziarie internazionali e nazionali nei confronti di coloro che hanno praticato le esecuzioni extragiudiziali, sia i membri della Gendarmeria che le hanno praticate che il prefetto di Siirt (che ha proceduto alla sepoltura dei cadaveri di Sibel Sartik e Nergiz Ozer in maniera contraria alla volontà delle famiglie delle vittime), che altre autorità pubbliche a quelle collegate”. Yalcindag ha fatto anche riferimento alle dichiarazioni secondo le quali le 5 persone sarebbero state uccise dopo esser state torturate: “Stiamo facendo ricerche volte ad accertare tali dichiarazioni; finora non abbiamo trovato nessun indizio che consenta di dimostrare che sono state praticate torture. Il rapporto autoptico non è molto dettagliato e quel che da esso abbiamo capito è che queste persone sono state uccise tutte con armi di fuoco”. Dopo Yalcindag ha preso la parola l’avvocato Selahattin Demirtas, Presidente della Sezione IHD di Diyarbakir, che ha reso noto il contenuto del rapporto. I fatti di cui si parla sono avvenuti due chilometri a sud di Toptepe, in una zona vicina a un corso d’acqua. La zona è vicina a insediamenti militari e molti sono i gruppi militari in essa presenti. Le persone uccise indossavano abiti civili d’uso comune. Sia prima che dopo le cinque uccisioni non è stata fatta alcuna perquisizione di case del villaggio. Il procuratore non si è mai recato sul luogo dell’accaduto e non ha svolto il ruolo che in una fase d’indagine compete al procuratore. Nel dossier preparato dalla procura non c’e la definizione del luogo dell’accaduto, né il dossier contiene appunti su rilievi fatti sul posto, né fotografie o disegni relativi al luogo; sul luogo sono stati girati nemmeno dei filmati. Le impronte sono state prese dalla gendarmeria, alla quale appartengono le persone sospettate di aver fatto le uccisioni. Riguardo alle persone uccise sono da tener presenti le date del loro allontanamento da casa e il fatto che è contrario a un normale percorso di crescita personale che persone in quell’età abbiano la predisposizione ad apprendere come usare quel tipo di armi. Nel rapporto sono stati elencati alcuni punti che devono ancora esser chiariti: 1) come è avvenuto che le cinque persone, provenienti da diverse città, si siano ritrovate insieme nell’area di Sirnak per partecipare a un’organizzazione guerrigliera? 2) Si dice che è stata presa un’arma a canna lunga di marca BIXI rinvenuta sul luogo dopo l’uccisione; sarà vero? Coloro che hanno visto l’arma dicono che era priva del caricatore, rovinata e non funzionante dall’umidità. 3) I gendarmi che hanno partecipato all’operazione, tralasciando per il momento la questione se siano o meno colpevoli, sono comunque sospettati eppure hanno proceduto a raccogliere impronte e indizi sul luogo; inoltre la perizia balistica risulta bloccata; e anziché inviare per la perizia gli elementi di prova a una struttura pubblica della sanità generale, si è provveduto a inviarli al laboratorio criminologico della gendarmeria stessa. 4) Non si sa, non essendovi chiari indizi al riguardo, se i gendarmi abbiano intimato ai cinque di fermarsi e arrendersi, prima di sparare. La madre di Sartik: mia figlia è stata uccisa, MHA – Sirnak 24 gennaio 2005 (estratti) Nell’area di Sirnak, nel villaggio di Toptepe, il 19 gennaio cinque persone (tra le quali 4 donne) sono state uccise. La madre di una delle vittime ha dichiarato: dopo averlo torturato, lo hanno portato sulla montagna e lì hanno simulato che fosse avvenuto uno scontro tra militari e guerriglieri. Ci sono stati sviluppi nelle ricerche sulle circostanze della morte delle cinque persone. Dopo l’uccisione da parte dei militari, sui corpi della 16enne Nergiz Ozer e di Hamdullah Cinar sono stati rinvenuti segni di percosse e di bruciature sulla pelle praticate mediante sigarette. Fotografie che sono state scattate durante il lavaggio dei cadaveri che precede la sepoltura risultano essere molto raccapriccianti. Le famiglie che non hanno potuto ricevere I rapporti balistici e autoptici, nonostante i loro sforzi, hanno dichiarato che si rivolgeranno alla Corte di Strasburgo e alla Procura della Repubblica di Siirt. Quelli che hanno visto: erano in abiti civili I contadini che hanno dovuto assumersi la responsabilità di trasportare i cadaveri dei giovani uccisi hanno dichiarato che si trattava di civili. Quel giorno a causa della pioggia le AUTO non potevano accedere all’area di Toptepe, per via del fango; pertanto i militari si sono recati in un paesino, Cemilli, e hanno prelevato alcuni asini assieme ai loro padroni, affinché trasportassero i cadaveri. Un contadino, che non vuol svelare il suo nome, dice che i militari gli hanno richiesto di aiutare a trasportare i cadaveri. “Un gruppo militare, nel primo pomeriggio, è giunto in paese e ha voluto tre asini; noi siamo partiti con i nostri asini perché ci avevano detto che erano stati uccisi cinque guerriglieri e che dovevamo trasportarne i cadaveri. Quando siamo arrivati al luogo, abbiamo visto che vi erano cinque persone morte, ma nessuna di esse indossava divise da guerriglia. Ho potuto osservare bene solo le due ragazze che ho trasportato; entrambe indossavano jeans ed erano in abiti normali: nulla nel loro aspetto faceva pensarE che fossero guerrigliere; i loro abiti erano persino assai colorati. Abbiamo caricate le persone sui tre asini e siamo ripartiti per portarle alla caserma. Tutti sanno, ma per paura dei militari nessuno vuol raccontare”. Zeki Idin ha anche lavato il cadavere di Cinar prima della sepoltura; ha riferito che sul corpo del giovane erano presenti, ben visibili, segni di bruciature fatte sul petto con sigarette, e che anche dalle fotografie si capisce abbastanza chiaramente che si tratta di bruciature procurate con sigarette. Zeki Idin aggiunge “In totale ho visto che vi erano 11 segni di bruciature provocate con sigarette, sul petto e sulla gamba sinistra, sul palmo della mano vi erano tagli inferti con coltello. C’erano anche numerosi fori di proiettile; le ferite indicavano che i proiettili erano penetrati nel corpo, lo avevano perforato ed erano poi fuoriusciti, lasciando fori. Questo dimostra che i colpi erano stati sparati da distanza ravvicinata. Anche le fotografie dimostrano tutto ciò. La madre di Sartik : mia figlia è stata torturata “Mia figlia da 15 giorni non si sapeva dove fosse; poiché prima di allontanarsi mi aveva detto che andava a far visita al padre a Mersin, non mi ero preoccupata di cercarla. Due giorni prima della sua morte sono venute delle persone, che si sono definite militari, e hanno fatto una perquisizione in casa, qui a Izmir. Mi hanno anche chiesto dove fosse mia figlia e io ho detto che non sapevo dove si trovasse. Mi hanno detto, prendendomi in giro, che forse era a Sirnak o a Van. Il giorno dopo i miei vicini di casa hanno detto che la televisione aveva fatto il nome di mia figlia, dicendo che era stata uccisa. Pertanto sono giunta qui a Sirnak per stabilire se si trattasse di mia figlia o meno. Durante l’identificazione non ho riconosciuto mia figlia: la ricordavo grassottella, come l’avevo vista 15 giorni prima, e invece quella che mi veniva mostrata era una ragazza il cui corpo presentava lividi ovunque (segno delle percosse subite) e potevo anche vederne sporgere le ossa. Sono sicura che è stata sottoposta a tortura. Non ci è stato dato alcun rapporto balistico o di un’autopsia; ma non lasceremo perdere: andremo avanti per chiarire; abbiamo del resto già presentato un ricorso giudiziale e presenteremo il caso anche alla Corte di Strasburgo. MHA – Siirt 27 gennaio 2005 (estratti) A Siirt ancora continuano i disordini. I feriti sono circa 100 (tra i quali anche dei poliziotti). Proseguono anche i fermi e gli arresti all’interno della città. La popolazione invoca la “SERHILDAN” contro i comportamenti antidemocratici e irresponsabili della polizia. In città la tensione è ancora alta. Nelle strade vi sono mezzi blindati, carri armati, e squadre speciali viaggiano con essi, imbracciando armi Kanas a canna lunga. Si effettuano perquisizioni nelle case, svengono infrante vetrate, le automobili sono danneggiate e bossoli di proiettili sono rinvenibili nelle strade. Tutto ciò fa sì che la popolazione si senta in stato di guerra. Il presidente dell’Ufficio IHD di Siirt afferma, Vetha Aydin: “Questore e prefetto hanno dato ordine al comune; ormai da un anno il prefetto non lascia entrare i cadaveri a Siirt. È quel che abbiamo saputo da familiari di persone morte che si sono rivolti a noi. Per questo ci adoperiamo. Su quanto è successo ultimamente abbiamo udito alcune dichiarazioni, in base alle quali vi sono stati ordini impartiti da questore e prefetto al sindaco; ma certamente anche questore e prefetto hanno ricevuto ordini da autorità più in alto. Se il questore di un luogo dice “Non sono stato eletto dal popolo, ma sono stato nominato dallo stato e farò tutto quel che lo stato mi dice di fare” e i poliziotti usano le armi senza alcuna misura, tutto ciò fa sì che in quel luogo la situazione peggiori; e di conseguenza, in situazioni come quelle attuali a Siirt e a Sirnak, avviene che le necessità della popolazione restino inascoltate. Nelle vie di Siirt sono stati lanciati gas lacrimogeni e sembrava di assistere a scene di guerra, in cui si ricorre alla forza senza misura. I feriti non riuscivano a recarsi in posti dove poter essere curati ed erano fermati dalla polizia. Sono scene del periodo in cui vigeva l’OHAL (stato di emergenza), eppure nemmeno allora tali scene erano visibili così frequentemente come ora. E attualmente nessuna autorità si sta adoperando per fermare questa situazione”. Il presidente del THAY-DER di Siirt afferma: “Responsabile di tutto quel che è accaduto è il comune di Siirt (il sindaco di Siirt è membro del partito AKP), dato che il comune di Gokcebag aveva già inviato la macchina scavatrice per aprire nuove tombe, ma tale macchina è stata bloccata e il sindaco di Siirt, come per provocare, ha mandato la sua autovettura. In questo caso si assiste a una provocazione da parte del comune e della polizia. Nello stesso giorno in cui ciò è avvenuto un funzionario della questura ha gridato, intimando a donne e bambini di venir fuori dalle case. Il DEHAP e la popolazione di Siirt hanno congiuntamente protestato per quanto è accaduto finora alla popolazione stessa e dichiarato che la risposta del popolo è da intendersi come SERHILDAN ai comportamenti antidemocratici.
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