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Fsm 2005 - La proposta di Itaca finisce al Parlamento brasiliano (244)
- Subject: Fsm 2005 - La proposta di Itaca finisce al Parlamento brasiliano (244)
- From: Fabio Della Pietra <f.dellapietra at itaca.coopsoc.it>
- Date: Sat, 29 Jan 2005 15:50:05 +0100
Porto Alegre La relazione di Itaca su "Cooperativismo e resistenza" va discussa in Parlamento Consegnata alla rappresentante del Partito Comunista del Brasile in parlamento Chiesta una legge che trasformi la Cooperazione in strumento di lotta contro povertà e fame * Immagini dell'incontro in allegato e relazione di Itaca al Forum <http://www.itaca.coopsoc.it>www.itaca.coopsoc.it Ieri è cominciata la nostra partecipazione al quinto FSM nei dintorni dell'Anfiteatro Por do Sol, acanto al fiume Guaiba. La conferenza proposta dalla Cooperativa Itaca e dal Movimento di Lotta per l'Abitazione (MNLM) aveva come titolo "Cooperativismo e Resistenza", ed il suo contenuto riguardava le possibilità del cooperativismo di diventare un argine contro la globalizzazione. Con esempi e riflessioni sulle tattiche per utilizzare il cooperativismo quale strumento di lotta contro la miseria, è nato un acceso dibattito fra giornalisti e partecipanti all'incontro. Un giovane giornalista di una radio paraguaiana mi ha domandato se credo che il cooperativismo possa essere compatibile con l'ideale rivoluzionario latino americano. Ho risposto che la Cooperazione è nata come parte dell'ideale di trasformazione della società che ha infiammato i movimenti operai, che poi hanno sviluppato le idee anarchiche e socialiste alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX. Nella Cooperazione i lavoratori, con il loro potenziale produttivo, diventano 'padroni' di se stessi. Inoltre, le piccole aziende e le botteghe artigiane possono mettersi insieme per unire le forze e diventare concorrenti rispettati nel mercato, senza perdere il contatto con la finalità sociale e comunitaria. Il cooperativismo è l'estensione dei bisogni del territorio sull'imprenditorialità. Le cooperative possono rappresentare le comunità in maniera molto più concreta ed effettiva del partito politico, che chiede i voti ai cittadini una volta ogni quattro o cinque anni per rimanere poi isolato nella classica torre d'avorio, in attesa delle prossime elezioni. Una tale rappresentanza non è né produttiva né pedagogica, serve soltanto a lasciare le comunità più depresse e deluse. La cooperazione, invece, può galvanizzare gli sforzi collettivi, insegnare e stimolare l'organizzazione dei popoli perché porta cibo al tavolo e dignità a chi la sogna. Se ciò non è parte dello sforzo rivoluzionario, a cosa servono le rivoluzioni? Per finalizzare la risposta ho ribadito la mia perplessità sul fatto che governi popolari come quelli di Lula, Kirchner o Chávez non abbiano realizzato niente fino ad ora per la Cooperazione in Brasile, Argentina e Venezuela. Accanto a me un vecchio militante del PC do B (Partito Comunista del Brasile, dissidente del Partido Comunista Brasileiro) ha perso la flemma e ha deciso di consegnare il testo della nostra conferenza alla rappresentante del partito nel Parlamento brasiliano, chiedendo con urgenza una legge adatta a trasformare la Cooperazione in uno strumento prioritario nella lotta contro la povertà e la fame. Alberto Chicayban e Fabio Della Pietra Ufficio stampa Cooperativa Itaca - Pordenone Prot. 244 -------------------------------------- La relazione di Itaca al FSM 2005 Cooperativismo e Resistenza 28 gennaio 2004 A cura di Alberto Chicayban. ANFITEATRO DO PÔR DO SOL nella sala F205, in collaborazione con le Cooperative del MOVIMENTO NACIONAL DE LUTA PELA MORADIA - MNLM (Movimento Nazionale di Lotta per l'Abitazione). L'istituzione del cooperativismo occupa un posto di indubbia importanza nell'economia europea. L'attenzione della Commissione Europea ai problemi e sfide del cooperativismo comunitario è costante perché la forza dei numeri della cooperazione è eloquente, anche se confrontata con le grandi imprese capitalistiche dell'Unione. Per esempio: Esistono circa 132.000 cooperative nell'Unione Europea e queste hanno 83,5 milioni di soci ai quali si aggiungono altri 23 milioni di soci delle cooperative dei paesi neo arrivati. Totale: 106,5 milioni di europei associati a cooperative. Nella maggior parte degli Stati membri la cooperazione regge quote di mercato sostanziali nel settore primario come nel caso dell'Olanda, nella quale le cooperative hanno in mano l'83% di tutta l'agricoltura. In Finlandia, nello stesso settore, si sono aggiudicate il 79% e in Italia il 55%. Nella silvicoltura le cooperative controllano il 60% del mercato in Svezia e il 31% in Finlandia. Nel settore terziario le cooperative hanno raggiunto oltre il 50% del mercato del risparmio in Francia, il 35% in Finlandia, il 31% in Austria e il 21% in Germania. Nelle vendita al dettaglio le cooperative di consumatori dominano il 35% del mercato in Finlandia e il 20% in Svezia. In Italia alcune cooperative di consumo possono essere paragonate a multinazionali in fatturato. Nel campo dell'approvvigionamento farmaceutico e nell'area della salute le cooperative spagnole possiedono il 21% del mercato e in Belgio il 18%. Nonostante l'evidente peso economico del cooperativismo i registri delle imprese capitalistiche tendono a sottostimare l'importanza delle cooperative in Europa. Il cooperativismo può assumere molteplici forme giuridiche ed in alcuni Stati membri non esiste alcuna specifica legge sulle cooperative. Molte non compaiono, quindi, nelle statistiche commerciali. Ma le strutture cooperative sono adatte anche ad aiutare le piccole e medie imprese a costruire gruppi e reti sostenibili, attraverso le quali sviluppare servizi comuni e raggiungere le dimensioni critiche necessarie per emergere e raggiungere economie di scala. Attraverso l'unione cooperativa le piccole imprese possono acquistare un potere negoziale in mercati sempre più competitivi e concentrati, pur mantenendo controllo ed indipendenza nelle loro operazioni. In questo modo esse rappresentano un argine tra la globalizzazione e l'attività economica locale. In molti Stati europei le cooperative hanno dimostrato la capacità di fornire soluzioni economicamente e socialmente valide e sostenibili per conciliare la società dell'informazione e i bisogni di sviluppo socio economico sostenibile. In Europa ed in altre economie avanzate, la forma cooperativa è utilizzata in maniera innovativa degna di nota, di incoraggiamenti o applicazioni più ampie. In alcuni casi, le cooperative funzionano bene in un particolare contesto nazionale per ragioni legate alla loro localizzazione, ma molte funzionano bene grazie alla loro natura particolarmente adatta agli interessi della comunità e potrebbero essere sperimentate più ampiamente altrove. Per esempio: In Giappone e in Spagna la gestione di molte scuole riguarda le cooperative e questo permette a genitori e insegnanti di influenzarne la gestione in maniera diretta. Negli Stati Uniti le cooperative elettriche rurali forniscono elettricità a 26 milioni di soci a prezzo di costo e sono responsabili per più della metà della distribuzione di energia elettrica nel Paese. Cooperative simili si stanno sviluppando in Portogallo. Una cooperativa telefonica è stata creata nel Regno Unito per acquisire "traffico telefonico" a tariffe vantaggiose e passare i benefici ai soci. Cooperative di franchising sono state create negli Stati Uniti e anche in Europa, come catene di fast food e di negozi in generale. I più grandi produttori di automobili in Giappone si avvalgono di cooperative di fornitori che permettono di evitare interruzioni nel processo di fornitura. Cooperative di dettaglianti e cooperative di ferramenta e utensili (hardware cooperatives) permettono a centinaia di piccoli proprietari di negozi indipendenti di competere con grandi catene della distribuzione. In Italia ed in Francia cooperative di commercio elettronico hanno permesso a piccole industrie e ad artigiani di proporre e vendere i loro prodotti su Internet. Organizzazioni cooperative di tutela della salute offrono servizi sanitari a quasi 1,4 milioni di famiglie nord americane e sono molto importanti nel settore sanitario spagnolo. In molti campi artistici e culturali, artisti e interpreti hanno creato cooperative per mettere in scena le proprie opere. Per esempio, in Francia, esistono oltre 50 teatri cooperativi, incluso l'universalmente famoso "Théatre du Soleil", perché la forma cooperativa assicura la piena libertà artistica. Il cooperativismo, dovuto ai vantaggi particolari della sua forma, può essere assolutamente fondamentale nel campo dell'assistenza sociale e sanitaria, nello sviluppo regionale o locale, nell'educazione e nei servizi d'alloggio. In Italia (ai sensi della L.381 del 1991) ed in Europa centrale, le cooperative sociali procurano lavoro ai soci disabili o ad altri gruppi emarginati come gli ex detenuti o i tossicodipendenti. Alcune altre cooperative sociali italiane, quelle dette "di assistenza", come la nostra Cooperativa Itaca, hanno in mano una buona parte del sostegno agli anziani, ai malati psichiatrici e persone deboli in generale. Senza l'istituzione cooperativa probabilmente il campo assistenziale italiano sarebbe andato in crisi parecchio tempo fa. La cooperazione sociale ha già ampiamente dimostrato di saper contribuire in modo originale al problema dell'inserimento lavorativo non solo di soggetti svantaggiati, ma anche di persone che, più in generale e per diversi motivi, sono maggiormente discriminate nel mercato del lavoro. Le cooperative sociali, però, non sono, e non vogliono essere, imprese residuali, né tanto meno imprese che si curano solo degli emarginati. Uno dei problemi principali delle cooperative sociali è anzi trovare risorse motivate e competenti che, sulla base di una scelta sociale e politica, vogliono rendersi disponibili alla realizzazione di un progetto imprenditoriale dalla parte degli esclusi. Alcune caratteristiche delle cooperative sono dei punti di forza nell'ambito sociale: L'indipendenza da investimenti esterni ne fa una fonte di impiego nelle aree urbane depresse, nelle regioni con scarsità di popolazione e per le categorie a rischio d'esclusione. Il cooperativismo promuove lo spirito imprenditoriale in categorie che altrimenti non avrebbero accesso a responsabilità manageriale (l'esperienza del cooperativismo può essere anche determinante come fonte di lavoro e di esperienza manageriale nell'imprenditorialità femminile, per esempio). Obiettivi più ampi garantiscono benefici in termini di benessere e prosperità alle varie parti interessate. Le strutture partecipative possono mobilitare il potenziale locale e regionale latente attraverso la partnership tra le parti interessate; esse presentano una percentuale di donne imprenditrici particolarmente alta. Le cooperative sono molto sensibili alle loro responsabilità sociali. La loro principale responsabilità è naturalmente verso i loro soci, ma la loro natura decentrata e democratica indica che esse sono fermamente radicate in comunità locali e regionali, e le loro decisioni terranno conto degli interessi di tali comunità in modo maggiore rispetto a quanto non facciano le imprese in cui la retribuzione del capitale è l'obiettivo principale. L'importanza delle cooperative non può essere misurata solo in base ai loro profitti. E' stato riconosciuto che i tre tipi tradizionali di capitale (naturale, fisico ed umano) determinano solo parzialmente il processo di crescita economica, poiché trascurano il modo in cui gli attori economici interagiscono e si organizzano per generare crescita e sviluppo socialmente accettabile. In una cooperativa, e ai livelli locale o regionale, il capitale sociale può essere definito come "aspetti di organizzazione sociale, quali accordi, norme e reti che possono migliorare l'efficienza dell'organizzazione facilitando azioni coordinate. Il capitale sociale deriva dallo stabilimento e dalla messa in opera di reti ed accordi ed è perciò un fattore chiave dello sviluppo economico sostenibile. Le cooperative possono anche costituire uno strumento efficace per offrire servizi di interesse generale quando il supporto pubblico non è disponibile o quando l'offerta a scopo di lucro non garantisce parità di condizioni nell'uso di questi servizi. Le cooperative che riuniscono diverse parti interessate hanno fornito prova di costituire strumenti pratici ed efficaci per l'organizzazione e la fornitura di altri servizi pubblici, per esempio, servizi ricreativi o assistenziali, dove un'organizzazione imprenditoriale, che combini la presenza e l'influenza di diverse parti interessate, incluse le autorità locali, può incoraggiare un uso equo di tali servizi. La forma cooperativa, nonostante i vantaggi a livello sociale e territoriale, continua ad essere una caratteristica della cultura dei paesi ricchi. La comparsa del cooperativismo nel Terzo Mondo è stata timida dove, forse, potrebbe innescare un processo di resistenza allo sfruttamento e, allo stesso tempo, aiutare nel processo di liberazione dallo stato di povertà. E' strano non trovare la cooperazione come uno dei punti di supporto nelle politiche sociali di governi popolari come quelli di Lula, Kirchner o Chávez.
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