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R: ateo, e cioè cristiano più vero di un qualunque Butti-bacchettone
- Subject: R: ateo, e cioè cristiano più vero di un qualunque Butti-bacchettone
- From: "Salina Donatella" <d.salina at sanita.it>
- Date: Mon, 18 Oct 2004 10:06:49 +0200
- Thread-topic: ateo, e cioè cristiano più vero di un qualunque Butti-bacchettone
Il problema e' quale societa' e quale famiglie difendiamo.Questa e' una societa' areligiosa nel senso piu' deteriore del termine perche' si adora non Dio ma il denaro ed il potere e questo si riflette si tutto, nel pubblico e nel privato.Certe volte gli atei fanno del bene piu' dei credfenti questo perche' la fede normalmente e' una etichetta e cosi' non va .Non credo che l'ateismo risolva il problema caso mai il contrario e i vari Deleuze o Adorno hanno decostruito la famiglia patriarcale occidentale ma non conoscevano la famiglia tradizionale indiana o quella buddista o quella islamica e non e' detto che la famiglia non patriarcale non possa esistere se pur costituita da un padre, da una madre e dai figli qwuando ci sono.ESISTONO ANCHE FAMIGLIE CON UN SOLO GENITORE MA PRETENCDERE CHE UN PADRE E UNA MADRE DA SOLI SI SOBBARCHI TUTTO NON E' GIUSTO I FIGLI SI FANNO IN DUE E SI CRESCONO IN DUE.Inoltre ci sono altri modelli di famiglia nelle culture altRe che non copiano il modello produttivistico- proprietario perche' in alcune societa' tradizionali i valori sono altri rispetto a quelli del capitalismo. .Amare Dio significa amare il prossimo senza proprieta' ne' possesso anzi espropriarsi di potere e possesso poiche' solo Dio ha il potere sulle cose noi no.La religione puo' essere un fattore di liberazione non di oppressione se la fede si collega ad un progetto di trasformazione del mondo e se non viene imposta .Nel movimento antiglobalizzazone ci sono cristiani,ebrei e una grande quantita' di musulmani .Avere coe punto di riferimento Dio significa non avere come punto di riferimento i disvalori di questa societa'.La stessa cosa vale er i gay,ci sono credenti che accettabo l'omosessualita', in tutte le religioni.Se guite il sito di cristiani di sinistra www.ildialogo.org dove ci sono-tra l'altro-posizioni progressiste di cristiani di base ed una pagina sull'Islam . salam èace shalom amina musulmana e no global -----Messaggio originale----- Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it]Per conto di Associazione Partenia Inviato: sabato 16 ottobre 2004 12.52 A: Undisclosed-Recipient:; Oggetto: ateo, e cioè cristiano più vero di un qualunque Butti-bacchettone Tutto in famiglia GIANNI VATTIMO Non so se è un ennesimo effetto della dissoluzione della (coscienza di) classe, ma ciò che mi sembra emergere dalla furibonda polemica sui diritti dei gay, prima ancora che sui doveri delle madri di famiglia, sui quali si è infelicemente pronunciato Buttiglione, è che la rivoluzione è un affare di minoranze piuttosto che del proletariato tutto. Potrebbe essere un modo di ricuperare Lenin, ma non lo credo. E' forse semplicemente un tratto caratteristico delle democrazie mediatiche, almeno in questo non del tutto da buttar via: siccome delle minoranze si deve parlare per fare notizia e non annoiare il pubblico, quando una di queste viene toccata duramente da qualche misura persecutoria, diventa un problema generale - e le sue rivendicazioni si rivelano per lo più riguardare tutti, come è ben evidente dalla questione gay. Gli omosessuali che rivendicano i loro diritti fanno un «lavoro» che tocca tutti, anche coloro che gay non sono. Demonizzare l'omosessualità, e perseguirla con leggi quando se ne abbia il potere, è qualcosa che si fa anche a danno dei tanti Luca Coscioni che, in nome delle stesse ragioni di «diritto naturale» in cui crede Buttiglione, vedono vietate o comunque rallentate le ricerche sugli embrioni da cui potrebbe scaturire una cura per le loro, nostre, malattie. Ma non diamo tutti i meriti ai gay, anche se sono oggi una minoranza più combattiva delle madri di famiglia. In verità, l'accanimento con cui la Chiesa e la cultura conservatrice rifiutano ogni comprensione al problema omosessuale è la consapevolezza - del resto lo dicono sempre anche loro, papi e reazionari di ogni specie - che la famiglia è la cellula della società. Dimenticando di dire: di questa società. E questa famiglia. Abbiamo forse messo in soffitta troppo presto - era per diventare finalmente «cultura di governo»? - autori come Reich, Cooper, Laing, Deleuze e Guattari, naturalmente Marcuse, e persino il più «serio» Adorno - che ci hanno insegnato verità elementari sulla funzione della famiglia patriarcale nel perpetuare la società proprietaria e autoritaria. Un bambino che cresca in una famiglia con due mamme o con due padri non riprodurrà nella propria formazione quello schema edipico che dovrebbe prepararlo a diventare a sua volta padre-padrone di figli sottomessi e poi fisiologicamente ribelli, e difensore (!) della donna che sceglierà di impalmare. Certo, avrà le sue difficoltà con i compagni di scuola «normali», non diventerà un cittadino esemplare... grazie a dio; e magari grazie a dio diventerà persino ateo, e cioè cristiano più vero di un qualunque Butti-bacchettone. Nemmeno i laici hanno osato rivendicare un cristianesimo non omofobo e sessuofobo, come se si fossero ormai rassegnati alla competenza esclusiva del papa e dei suoi vescovi sulla morale cristiana; un modo per disinteressarsi totalmente del senso del cristianesimo, «cosa loro», di preti e bigotti; tranquillizza molto di più così. Ma quale «amore per la vita» e le generazioni future? Nel clerico-fascismo italiano che si sta scatenando, la sola vita vera è quella di spermatozoi ed embrioni, che non sanno di esistere e dunque possono essere «difesi» da papi, vescovi, autorità varie, specie quando permettono così di violare la libertà cosciente dei vivi-vivi. Noi non ci scandalizziamo (dove sei andato a finire, Cacciari?) per la bocciatura «laicista» di Buttiglione; ci scandalizziamo perché i cattolici italiani permettono che le sue posizioni siano identificate con quelle dei credenti in Cristo e nel Vangelo. Fino a quando? n.b. (sottolineature e neretto sono dell' Associazione Partenia.)
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