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tribunale sull'iraq
- Subject: tribunale sull'iraq
- From: Paola Manduca <magma2 at libero.it>
- Date: Mon, 13 Sep 2004 09:49:15 +0200
Il gruppo di coordinamento per il Tribunale Mondiale sull'Iraq-Genova (Serena Giordano, Alessandro Dal Lago, Antonio Bruno, Mariangela Mozzone, Ugo Beiso, Fernanda La Camera, Norma Bertulacelli, Jean Visconti, Carlo Coffaro, Patrizia Poselli, Paola Manduca, Sergio Tedeschi, Haidi Gaggio-Giuliani, Giovanna Caviglione, Edda Cicogna, Gianni Ferretti) con questa lettera chiede la vostra adesione ed il sostegno alla iniziativa. Vi preghiamo di mandare le adesioni personali (indicando la professione) e quelle delle organizzazioni a tribunaleitalianoiraq at yahoo.it Il nostro sito: www. tribunaleitalianoiraq.org e per contribuire alle spese cc postale 57093080 intestato La Camera Fernanda Sotto sono inclusi una descrizione del progetto internazionale, nazionale e l'appello già firmato da cittadini genovesi che sono il nostro gruppo di sostegno. Il percorso versos il tribunale inizia in Ottobre con una serie di eventi collaterali di cui vi informeremo . Allegato 1 World Tribunal on Iraq Tribunale Mondiale sull'Iraq Sessione italiana: "La politica dell'informazione di guerra" Il World Tribunal on Iraq (WTI) è un'iniziativa internazionale dal basso, che si propone di cercare la verità sulla guerra e l'occupazione in Iraq allo scopo di emettere un giudizio complessivo sui fatti. Il WTI si situa nel solco dei tribunali morali come il tribunale Russell, il tribunale dell'International action center, il tribunale giapponese sui crimini della guerra in Afghanistan e nasce nell'ambito dei movimenti di opposizione alla guerra cresciuti in tutto il mondo. L'istituzione del Tribunale è stata approvata dai movimenti mondiali contro la guerra nelle riunioni di Giacarta (maggio 2003) e della fondazione Russell (giugno 2003), nelle assemblee del Forum sociale europeo a Parigi (novembre 2003) e del Forum sociale mondiale a Mumbay (gennaio 2004). Le sessioni del WTI sono organizzate da un coordinamento internazionale e si svolgono in diversi paesi a cura di gruppi locali di volontari. Il WTI valuta i crimini di guerra e dell'occupazione, le violazioni delle legislazioni internazionali e dei diritti umani, le premesse teoriche e politiche della guerra e dell'occupazione, la manipolazione mediale dell'opinione pubblica e le ragioni addotte per giustificare la guerra. Esso utilizza in ciascuna sessione approcci diversi (informativi, legali, etici, politici) ed è un procedimento di ricerca di verità e giustizia. Finora ha coinvolto molti gruppi in diversi paesi e culminerà in una Sessione Finale ad Istanbul, il 20 Marzo del 2005. Sessioni sono già state tenute a Londra, Tokyo, Mumbay, Copenhagen, Bruxelles , Berlino e New York e altre sono in preparazione, a Hiroshima, Stoccolma, Parigi e Tunisi. www.worldtribunal.org Proposta di una sessione italiana, da tenersi a Genova, su "La Politica dell' Informazione di guerra" La guerra contro l'Iraq è stata giustificata dagli Stati Uniti e dal Regno Unito con motivazioni risultate clamorosamente false. Nonostante l' opposizione della maggioranza dei membri delle Nazioni Unite e dello stesso Consiglio di sicurezza e la protesta, senza precedenti, dei movimenti pacifisti, è stato sostenuto che l'invasione dell'Iraq era una "nobile" violenza per il bene comune e, in particolare, per il bene degli Iracheni. Da parte dei governi americano, inglese, italiano e dei loro alleati si continua a sostenere la "necessità" della continuazione dell'occupazione con la motivazione di "salvare" l'Iraq, di prevenire il "male primario del terrorismo", di condurre l'Iraq alla "democrazia". Anche se visibilmente menzognero, questo messaggio viene riproposto quotidianamente, direttamente o indirettamente, da gran parte dei mezzi di comunicazione di massa. L'opinione pubblica ha dato troppo spesso per scontata l'indipendenza e la credibilità delle istituzioni e dell'informazione pubblica: governi, servizi segreti e mezzi di comunicazione. La guerra in Iraq ha reso manifesto che, per conseguire i loro interessi ed obiettivi, i padroni dell'informazione sono disponibili a tutto. La sessione Italiana del WTI intende ristabilire la verità sulla guerra e sull'occupazione e svelare i meccanismi della disinformazione utilizzando alcuni casi esemplari. Intende mostrare non solo che la pretesa indipendenza dei media è stata spesso sacrificata da chi doveva praticarla e tutelarla, ma anche che la manipolazione dell'opinione pubblica attraverso i media è stata un obiettivo strategico dei pianificatori militari. Grazie alla subordinazione dell'informazione, è stato perpetrato il massacro di decine di migliaia di civili iracheni, mentre le infrastrutture, la vita civile e soprattutto il futuro di un intero paese venivano distrutti. La sessione sarà costruita intorno alla raccolta di documenti ufficiali e del mondo della comunicazione, e alle testimonianze di informatori e testimoni diretti. Tra le fonti dirette, nazionali e internazionali, saranno ascoltati: giornalisti indipendenti, che hanno verificato la realtà irachena, prima e durante la guerra e nel corso dell'occupazione; analisti dei servizi segreti e dei mezzi di comunicazione; giornalisti accreditati e associati alle forze armate (embedded); consulenti nelle "pubbliche relazioni" e nell'informazione, volontari e così via. Nel corso della sessione sarà inoltre data voce alle vittime della guerra, irachene ma non solo, perché la loro verità sia confrontata con quella distorta della comunicazione asservita. La proposta di una sessione italiana del WTI, da tenersi a Genova i giorni 8 e 9 gennaio 2005, nasce per volontà di un gruppo di cittadini genovesi - scienziati contro la guerra, docenti universitari, attivisti per la pace, artisti, intellettuali, insegnanti, operatori sociali, ecc. - a cui si sono unite voci da tutta Italia. Noi, promotori dell'iniziativa, chiediamo il vostro sostegno per realizzare questa sessione del WTI. Il vostro aiuto può prendere varie forme, a seconda delle competenze e disponibilità. Sono tutte necessarie e gradite. Allegato 2 APPELLO PER UNA SESSIONE ITALIANA DEL TRIBUNALE MONDIALE SULL'IRAQ DA TENERSI A GENOVA I GIORNI 8 E 9 GENNAIO 2005. Negli ultimi anni in tutto il mondo si sono levate milioni di voci di opposizione alla strategia di guerra permanente condotta dagli USA e dai loro alleati. Una strategia che ha non solo portato la devastazione nei paesi coinvolti, ma sospetto, incertezza e crescente povertà in tutta la terra. Se in Afghanistan e Iraq la guerra ha provocato decine di migliaia di morti, soprattutto civili, e sta minacciando vita e futuro di altri milioni, nel resto del mondo sta compromettendo le libertà individuali e di associazione, in nome della lotta contro il terrorismo. La guerra ha dato impulso all'aggressione e al razzismo verso stranieri e immigrati, soprattutto se islamici o provenienti da paesi arabi. Inoltre, sta dirottando risorse sempre più imponenti verso il settore militare, sottraendole alle attività da cui dipende la sopravvivenza di gran parte dell'umanità. Gli Usa e gli alleati hanno giustificato la guerra con motivazioni del tutto infondate, per ammissione delle commissioni di inchiesta da loro stessi promosse. Ma milioni di abitanti del mondo, offrendo una notevole prova di maturità e coscienza collettiva, hanno subito interpretato questa guerra come frutto di politiche egemoniche e di appropriazione delle risorse primarie. Fin dal primo momento, milioni e milioni di persone hanno compreso la realtà eticamente perversa, pervasiva e coloniale di questa guerra, anche se le informazioni disponibili erano parziali e largamente distorte dai media dominanti. Di conseguenza, milioni di cittadini del mondo si sono mobilitati contro l'invasione militare di stati sovrani e la guerra permanente. Da questo movimento è nato più di un anno fa il progetto di un Tribunale morale internazionale sui crimini di guerra in Iraq (il "World Tribunal on Iraq") che si propone (oltre all'informazione e alla discussione collettiva sulla guerra) di offrire testimonianze dirette e formulare delle raccomandazioni che raccolgano, mediante tribunali regionali e locali, i contributi del numero più ampio di persone nel mondo. L'istruttoria finale si terrà ad Istanbul il 20 marzo 2005. E' nata così anche in Italia la decisione di partecipare al tribunale mondiale. Alla sezione italiana è affidato il compito di indagare sul comportamento dei media in occasione della scatenamento della guerra e durante la sua conduzione. Milioni di cittadini ritenevano, d'accordo con gli ispettori ONU, che l'Iraq non possedesse armi di distruzione di massa e la capacità di costruirle. Milioni di cittadini si sono chiesti perché tanta parte della stampa mondiale abbia sottoscritto, senza prove, le "verità" del governo americano, inglese e degli altri paesi aggressori. Quando poi la motivazione ufficiale della guerra è divenuta la "libertà" e la "democrazia" in Iraq, si sono chiesti se sia giusto, in nome di questi slogan, uccidere decine di migliaia di civili e condannarne altri milioni alla fame. E hanno risposto di no. Milioni di persone si sono si sono chieste come mai, se la guerra era condotta in nome della libertà, l'informazione sulla guerra si sia assoggetta al volere delle forze d'invasione e abbia accettato limitazioni e censure. Si sono chieste inoltre quale fosse l'etica professionale di media che prima hanno accettato tutto questo, e poi hanno ammesso disinvoltamente di non aver dato informazioni corrette sulle motivazioni della guerra (un pentimento tardivo e di maniera, poiché un'informazione indipendente avrebbe cambiato le sorti degli Iracheni e di tutto il mondo). Si sono chieste infine perché, nonostante scuse e pentimenti, i media continuino, durante la presente occupazione dell'Iraq, a svolgere un ruolo spesso in conflitto con un'informazione veritiera. Di queste domande largamente inevase si vuole fare carico il Tribunale Italiano del WTI. Partendo dalla constatazione che il quinto potere si è mostrato largamente servile nei confronti dei paesi invasori, nonostante le pretese etiche della professione (sancite dagli UNESCO International Principles of Professional Ethics in Journalism), esso vuole accertare se il comportamento dei media sia parte integrante dei progetti di guerra. In base a queste considerazioni, noi sottoscritti, donne e uomini di pace e abitanti di una città che nei giorni del G8 ha sperimentato come un'informazione distorta possa contribuire ad alimentare la violenza istituzionale, condividiamo la proposta di tenere a Genova, i giorni 8 e 9 gennaio 2005, una sessione del Tribunale Mondiale sull'Iraq, dedicato al ruolo dell'informazione sulla guerra, e ci impegniamo a sostenerla e diffonderla. Primi firmatari Angelo Abbondandolo, docente Facoltà SMFN, Università di Genova Franco Ajmar, docente, Facoltà di Medicina, Università di Genova Simonetta Astigiano, Dirigente Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro , Genova Loredana Astigiano Don Antonio Balletto, sacerdote, teologo Ottavia Barbieri, Docente Facoltà di Medicina, Università di Genova Amedeo Benedetti, saggista Norma Bertulacelli, insegnante Francesca Biasetton, artista Ugo Beiso, tecnico Ansaldo Stefania Bonatti, ex ricercatrice CNR, Genova Luca Boni Angel Brancati Antonio Bruno, Insegnante Carlo Buzzo, impiegato Luca Burgazzoli, consulente aziendale Aurelio Caminati, pittore Giuliano Carlini, docente, Facoltà di Scienze Politiche, Università di Genova Giovanna Caviglione, CNR, Genova Edda Cicogna, insegnante Pino Ciurlo, oculista, docente università di Genova Carlo Coffaro, operatore sociale Monica Colombo, insegnante Giuseppe Coscione, insegnante. Lorenzo Costa, Operatore sociale Alessandro Dal Lago, docente, Università di Genova Fernanda Della Camera , pensionata Danilo Di Termini, Teatro dell'Archivolto, Genova Alessandra Fava, giornalista Maria Teresa Facco, architetto Sergio Fedriani, artista Guido Frosina, Dirigente, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro Guido Frumento, Dirigente Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro , Genova Graziella Gaggero, consulente del lavoro Heidi Gaggio, insegnante Don Andrea Gallo, sacerdote Valerio Gennaro, Medici per l'Ambiente, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro Paola Giacalone Antonio Giacalone Serena Giordano, artista Giuseppe Gonella, impiegato Caterina Gualco, gallerista Lucio Luzzatto, docente, Università di Genova Emanuele Luzzati, artista Aurelio Macciò Maurizio Maggiani, scrittore Graziella Mancinelli, Docente Biologia, Università di Genova, Genova Paola Manduca. Docente Genetica, Università di Genova Max Manfredi, musicista Fulvio Magurno, fotografo Gianni Martini, musicista Agusta Molinari, docente Università di Genova Luca Moro, Educatore Mariangela Mozzone, Impiegata Stefania Opisso, Teatro dell'Archivolto, Genova Salvatore Palidda, docente Università di Genova Gino Paoli, musicista Filippo Parodi, cartolaio Marzia Perera, Dr. Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, Genova Patrizia Poselli, Insegnante Gabriella Petti, ricercatrice, Università di Genova Maria Pezzano, pensionata Claudio Pozzani, poeta Max Manfredi, musicista Mario Rocca, docente, Università di Genova Guido Rodriguez, docente Università di Genova Marina Rui, docente, Università di Genova Edoardo Sanguineti, scrittore Attilio Sartori, insegnante, ex assessore alla cultura Comune di Genova Giorgio Scaramuzzino, attore Sandra Solimano, direttrice Museo di arte contemporanea Marco Spiccio, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, Genova Sergio Tedeschi, pensionato Mons. Piero Tubino, ex direttore Caritas -- Paola Manduca
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