Tra anni fa



Tre anni sono poca cosa, passano in fretta e sembrano niente.
Eppure tre anni comincaino gia’ a darti un idea. Un idea di come il tempo
sfumi veloce le memorie e di come una storia conosciuta possa essere
riraccontata, reinventata. Tra anni fa il G8 e a sentirla raccontare ora ,
questa storia successa solo qualche anno fa, l’impressione è che i diritti
calpestati allora sono diventate verità negate oggi. Eppure ora piu’ che
mai la verità sui fatti di Genova è necessaria.Necessaria perché il governo
che ha architettato e messo in atto le violenze puo’ ancora rifarlo,
Perche’ un paese in cui la polizia carica, massaccra sistematicamente e
attacca trecentomila persone in un corteo democratico non e’ certamente un
paese libero, perche’ quello che e’ avvenuto al chiuso delle caserme non e’
l’errore di qualche esaltato uscito fuori dal controllo delle autorità.
quello che e’ successo e’ tortura, e quando sono le stesse forze
dell’ordine a perpetrarla credo che ci siano le ragioni di aver paura per
tutti.
Ecco, la verità negata sui fatti di genova deve fare paura, deve fare paura
non solo a chi la vuole tenere nascosta, deve fare paura anche a noi.
Perche’ in un paese come questo, dove non bastano ventanni per capire chi a
messo una bomba in una stazione o perche’ un aereo di civili sia esploso in
volo, le verita’ negate non sono mai solo le parti mancanti di una storia.
Le verita’ che mancano sono la certezza che quello che e’ successo si
potra’ ripetere , che ancora svegliandoci una mattina potremmo trovare la
nostra citta’ rinchiusa da gabbie, che ancora la polizia possa caricare
indiscriminatamente un corteo, possa sparargli contro.
Le verita’ negate in questo paese sono persone , sono un ragazzo di
ventitre anni che rimane per terra, non morto ma ucciso.
Dopo tre anni le verità che mancano sono tante e ancora di piu’ le
menzogne, c’e’ un processo in corso che vuole fare, di 26 persone prese a
caso tra i manifestanti, il caprio espiatorio di una storia che vuole
essere ricordata solo come una faccenda di vetrine spaccate.
C’e’ il silenzio colpovole o l’utile bipartigianeria della giunta comunale
di Genova incapace di reclamare giustizia per la propria città violentata.
E poi, poi c’e la voce di tanti che ancora non hanno rinunciato, che
rimangono fermamente convinti che la verita su genova non vada detta ma
urlata, che occorra lottare perché, che sui fatti del luglio 2001 sia fatta
finalmente giustizia non è un problema solo di tanti, ma di tutti.

Per non dimendicare, per continuare a camminare domandando

20 luglio 2004

Italo