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(Fwd) Un articolo da leggere: La faccia telegenica del jihadis
- Subject: (Fwd) Un articolo da leggere: La faccia telegenica del jihadis
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Thu, 10 Jun 2004 21:07:55 +0200
- Priority: normal
------- Forwarded message follows ------- From: "Associazione Partenia" <partenia at katamail.com> To: <Undisclosed-Recipient:;> Subject: Un articolo da leggere: La faccia telegenica del jihadismo Date sent: Thu, 10 Jun 2004 19:37:53 +0200 Giuliano Ferrara - Panorama del 7.6 Un articolo da leggere su Panorama.it La faccia telegenica del jihadismo http://www.panorama.it/opinioni/archivio/articolo/ix1-A020001024979 Con i loro video, con la loro ferocia, con le loro ordinanze di morte tecnologica o ruspante, i seguaci di Bin Laden sono diversi da come li pensa l'Occidente. Occupare per alcune ore la città del petrolio saudita, seminare il terrore in un paese e in luoghi fra i più custoditi e cruciali dell'universo islamico, far fuori una ventina di persone e mettere la tremarella addosso alla prima industria energetica del mondo, sgozzare gli stranieri nel bagno del ristorante di lusso, rivendicare via web il «dono» fatto al governo italiano, «allo sciocco e superbo Berlusconi», distinguere nel sangue tra fedeli musulmani e infedeli di ogni altra religione da fare meticolosamente a pezzi, il tutto per così dire con poca spesa e pochi effettivi: ci vuole altro per capire che questi picchiano, che il loro odio è intenso e fanatico, che non sono in rivolta contro una guerra coloniale sbagliata, sono bensì all'attacco ormai da anni e in nome di secoli di pirateria e di purismo religioso frammisti, e non demordono, e ci daranno filo da torcere? La feroce e spettacolare incursione nella culla del lusso petrolifero, kalashnikov e coltellacci alla mano, dovrebbe aver fatto capire la differenza tra un semplice fenomeno di terrorismo, che si potrebbe combattere con l'intelligence, riducendo il livello dell'acqua in cui nuotano i pesci combattenti, applicando il soft power delle lusinghe occidentaliste attraverso il rinsaldamento dei legami con il famoso partito degli islamici moderati, e il jihadismo che è tutt'altra cosa, che è dialettica armata nella civiltà islamica e contro la civiltà occidentale, i suoi simboli disumanizzati, fino all'assassinio del cuoco italiano o svedese. Il jihadismo non è terrorismo fino a ora conosciuto: non ha base nazionale o di classe, evolve rapidamente verso la sua vera origine o radice, si mostra come rivolta di un mondo contro un altro mondo, corrisponde ai criteri simbolici dell'11 settembre in ogni suo atto, in ogni decapitazione, in ogni attentato, in ogni proclama, in ogni trasformazione del martirio in assassinio e prima dell'assassinio in quella speciale magia, in quell'esoterismo coranico delle madrasse, che ha sfondato di brutto tra folte minoranze d'avanguardia al riparo delle ambiguità e dei sostegni degli stati canaglia. Con i loro video, con l'impostazione iperbolica della loro telegenica ferocia, con le loro mascherate e bellurie, con le loro ordinanze di morte tecnologica (l'aereo contro il grattacielo) o ruspante, terragna, primitiva e sacrificale come l'uccisione del maiale o dell'agnello o di Daniel Pearl o di Nick Berg, i jihadisti non mentono. Mentono invece, mentono prima di tutto a se stessi, quegli occidentali che pensano o fingono di pensare a cause sociopolitiche, che s'interrogano in modo riduzionista sui perché della rivolta, che non sanno coglierne il livello effettivo, il grado di esplosiva penetrazione spirituale, tradizionalista e profetica, nel mainstream musulmano in giro per il mondo. Non è che si debba insistere moralisticamente sulla cattiveria dei terroristi della guerra santa, bisogna invece coglierne la superbia, la estrema e irriducibile forza, la completa autonomia morale dalle nostre categorie, il terribilismo cocente che viene da lontane predicazioni, da eresie e ortodossie maturate lungo i secoli che fanno friggere e bollire un pezzo di mondo alle prese con una modernità rifiutata in toto. Certo che è bella la lettera al kamikaze islamico scritta dall'islamico moderato, occidentalista, Khaled Fouad Allam (la trovate nei brevi saggi della Rizzoli). È ispirata e lirica, è un tentativo encomiabile di leggere a uno che è ormai dall'altra parte, che si prepara a uccidersi e a uccidere nella prospettiva del paradiso, il gran libro della religione e della cultura islamica in una versione edulcorata e progressista, introducendo nuove domande sincretistiche sul senso della vita e della morte, cercando di contaminare con la cultura moderna e altre culture religiose il nucleo refrattario dell'Islam vero e puro e duro, quello che rigetta il sistema di vita in via di globalizzazione. Ma leggendo quelle righe piene di buone intenzioni si sente il richiamo dell'altra parte in ombra, si sente quanto è più forte nel proselitismo il più elementare credo islamico e profetico, nella sua versione attivistica e politica, di qualunque tentativo di riforma e correzione spirituale. Ho paura che l'Islam moderato e riformatore appaia come l'unica prospettiva a cui aggrapparsi, ma che sia anche una prospettiva cieca, sorda e muta di fronte alla violenza guerriera e alla giustificazione spirituale del richiamo fondamentalista. L'altro Allam, Magdi Allam, sembra invece essersi accorto prima di molti altri della realtà effettuale della cosa, come diceva Niccolò Machiavelli. Il suo libro mondadoriano e tutto il suo lavoro di scavo giornalistico sull'Islam, anche quello europeo, è una spietata denuncia della sordità occidentale e delle nostre paure, che ci impediscono di cogliere la vera portata dell'emergenza. È una guerra in senso proprio quella dichiarata all'Occidente, non una riedizione della lotta di classe o un risveglio nazionale; è una guerra totale che implica la messa in gioco del comando, perché si deve stabilire chi farà la legge, chi imporrà la propria struttura di legittimazione dell'obbligo politico, chi saprà dare l'impressione di tenere nelle sue mani la sorte e il destino delle genti. che ne dite? associazione partenia ------- End of forwarded message -------
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