[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Re: Milano: prossime iniziative e il dopo Bombay
- Subject: Re: Milano: prossime iniziative e il dopo Bombay
- From: "nello margiotta" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
- Date: Wed, 28 Jan 2004 21:54:14 +0100
salve, per rendere piu' facile la segnalazione di eventi e iniziative varie sul sito peacelink.it abbiamo predisposto un CALENDARIO che puo' essere AGGIORNATO DIRETTAMENTE dai visitatori del sito. Cliccando su questo link potrai inserire tutti i dettagli del tuo evento, che verra' visionato dai redattori del sito e successivamente pubblicato online: http://db.peacelink.org/calendario/insert.php Utilizzando questo sistema potrai segnalare in modo veloce ed efficace anche le iniziative future. grazie Nello ----- Original Message ----- From: "associazione culturale punto rosso" <puntorosso at puntorosso.it> To: <pace at peacelink.it> Cc: "Appuntamenti Peacelink" <nellomargiotta55 at virgilio.it>; "Appuntamenti Carta" <agenda at carta.org> Sent: Wednesday, January 28, 2004 8:36 PM Subject: Milano: prossime iniziative e il dopo Bombay > Vi inviamo, al posto del Rossonotizienet, una comunicazione delle prossime > iniziative, nostre o di altri organismi con cui collaboriamo, e in allegato > una valutazione provvisoria del Fsm di Bombay a cura di Giorgio Riolo. > > -------------------------------------------------------------------------- -- > > Sommario > > - iniziativa a Milano dopo il Forum Sociale Mondiale di Bombay - Milano > lunedì 16 febbraio > - iniziativa del Forum per un'alternativa programmatica di governo - Milano > sabato 31 gennaio 2004 > - convegno a Milano sulla microfinanza per il sud del mondo - Milano giovedì > 29 gennaio > - iniziativa a Milano con Bertinotti su idee e pratiche della sinistra > alternativa - Milano giovedì 5 febbraio > - iniziativa nel lecchese contro gli oleodotti - Bevera di Castello Brianza > (LC) venerdì 6 febbraio > > -------------------------------------------------------------------------- -- > > Programma provvisorio > > IMMAGINI E PAROLE DI UN EVENTO STRAORDINARIO > IL FORUM SOCIALE MONDIALE DI MUMBAI 2004 > > MILANO - LUNEDI' 16 FEBBRAIO 2004 ore 20.30 > CAMERA DEL LAVORO - CORSO PORTA VITTORIA 43 > > Proiezione del video a cura di Antonio Pacor e Federico Minnini > > Partecipano > MEENA MENON (attivista indiana, Comitato Organizzatore di Mumbai 2004) > VITTORIO AGNOLETTO (cons. int. Fsm) > In attesa di risposta > MARINA FORTI (il manifesto), MARIO PORTANOVA (Il Diario) e altri > Intervento di EMILIO MOLINARI di ritorno dal Chiapas > > Coordina > MARIO AGOSTINELLI > > -------------------------------------------------------------------------- -- > > Milano 31 gennaio 2004 > Teatro delle Erbe, via Mercato 3 > (MM 1 - fermata Cairoli MM 2 - fermata Lanza) > dalle ore 9,30 alle 16 > > SEMINARIO NAZIONALE del Forum programmatico per una alternativa di governo > > Lavoro - Stato Sociale > > > Presiede Nicola Nicolosi > Introduce Sergio Tosini > > Relazione Prof. F. Roberto Pizzuti > > Comunicazioni Prof. P. Giovanni Alleva (Mercato lavoro) e Prof. Bruno > Bosco (Fisco e redditi) > > Interventi previsti > Paolo Ferrero(Prc) - Sergio Giovagnoli (ARCI) > Tino Magni(Fiom) - Pino Vanacore (Cgil) > Gian Paolo Patta (Cgil-Lavoro Società) - Natale Ripamonti (Verdi) Cesare > Salvi (sinistra D.S. per il Socialismo) - Dino Tibaldi (PdCI) Aldo > Tortorella (A.R.S.) - Vittorio Agnoletto (Social Forum) > > -------------------------------------------------------------------------- -- > > Creditosud e cooperativa Chico Mendes organizzano in collaborazione con > Banca Popolare di Milano un convegno dal titolo MICROFINANZA PER IL SUD DEL > MONDO > giovedi 29 gennaio 2004 dalle ore 14:30 alle ore 18:30 in via San Paolo 12 > (MM1), Milano, presso la sede della Banca Popolare di Milano. > Ore 14,30 Benvenuto e introduzione di avv. Paolo Manzato, vicepresidente BPM > relazioni e testimonianze di Stefano Magnoni, vice presidente Ctm > altromercato Rogelio Jacome Morales, Union General Huatusco, Messico, > organizzazione di piccoli produttori di caffè Sharon Riguero, vicedirettore > di Prestanic, Nicaragua, organizzazione di microcredito Conclude Andrea > Berrini, presidente CreditoSud Ore 16,45 tavola rotonda su "La finanza etica > italiana e il Sud del mondo" con Laura Viganò, Fondazione Giordano > Dell'Amore Marco Bersani, Attac Italia Alfredo Somoza, ICEI. Coordina Marco > Gallicani, Associazione Finanza Etica. > > In molte nazioni dell'Africa dell'Asia e dell'America Latina esiste da anni > un circuito di organizzazioni popolari, che hanno costruito attività > economiche autosostenibili. Questo circuito, spesso associato in reti a > livello soprannazionale, cerca contatti e solidarietà nel Nord del mondo. > Chiede possibilità di esportazione, assistenza tecnica, fondi a dono, cioè > solidarietà economica, politica e culturale. Ma ha anche bisogno, molto > semplicemente, di credito a tassi sostenibili. CreditoSud, una società di > microfinanza che opera in stretto contatto con le organizzazioni del > commercio equo e solidale italiano, con le banche alternative europee e con > le associazioni del no profit, invita con questo convegno a una riflessione > su come aumentare le possibilità di accesso al credito per un maggior numero > di persone nei Paesi in Via di Sviluppo, al fine di dimostrare loro quella > fiducia che altri non sono disposti a riconoscere. D'altra parte, offre al > risparmiatore italiano un'opportunità concreta di investimento etico. Per > informazioni: Gianluca Bozzia 02-54107745 int. 204 328-4634311 > www.creditosud.it > > -------------------------------------------------------------------------- -- > > IDEE, CULTURE, PRATICHE > PER UN' ALTERNATIVA DI SOCIETA' > > Giovedì 5 febbraio 2004 h. 21 > Camera del Lavoro di Milano > Salone "Di Vittorio" - C.so di Porta Vittoria 43 > > > Presiede Augusto Rocchi (Segretario PRC Milano) > > Intervengono > Fausto Bertinotti (Segretario Nazionale PRC) > Tom Benettollo (Presidente Nazionale A.R.C.I.) > Vittorio Agnoletto (Consiglio Internazionale Fsm) > Gianni Rinaldini (Segretario generale FIOM Nazionale) > Daniele Farina (Leoncavallo) > > -------------------------------------------------------------------------- -- > > La Rete di Lilliput di Lecco, insieme a: ALE G, Amnesty International, Anpi, > Arci, Attac, Beati i costruttori di pace, Associazione equosolidale, > Associazione Italia-Nicaragua, Bondeko, Comunità di via Gaggio, Gruppo > ambiente e partecipazione di Oggiono, Gruppo informazione territoriale Banca > Etica, Gruppo intercultura Namastè, "Il Granello" Merate , Ipsia-Acli di > Lecco, Karibuny, Centro Khorakhanè, Circolo Ambiente di Merone, CGIL, Mani > Tese di Bulciago, Movimento consumatori, Pax Christi, Punto Rosso, Radiè > Resh, organizza: > > E Noi Italiani ? > Venerdì 6 febbraio 2004, ore 20.45 > C/o Missioni Consolata, Via Romitaggio 1 Bevera di Castello Brianza (LC) > > > Incontro con: > > Antonio Tricarico > Campagna per la Riforma della Banca Mondiale > > Per capire come si costruisce un oleodotto, come si trovano ed impiegano i > "soldi pubblici a perdere", come ci si può opporre e come si può contribuire > per costruire un mondo senza povertà, guerre, terrorismo e corruzione. > > > > > ------------------------------------------------------------------- > ASSOCIAZIONE CULTURALE PUNTO ROSSO puntorosso at puntorosso.it > <mailto:puntorosso at puntorosso.it> > FORUM MONDIALE DELLE ALTERNATIVE fma at puntorosso.it > <mailto:fma at puntorosso.it> > LIBERA UNIVERSITA' POPOLARE lup at puntorosso.it <mailto:lup at puntorosso.it> > EDIZIONI PUNTO ROSSO edizioni at puntorosso.it <mailto:edizioni at puntorosso.it> > VIA MORIGI 8 - 20123 MILANO - ITALIA > TEL. 02-874324 e 02-875045 (anche fax) > www.puntorosso.it > > > > > > > IL FORUM SOCIALE MONDIALE DI BOMBAY 2004. ALCUNE NOTE SPARSE E PROVVISORIE > > di Giorgio Riolo > > > > Scrivevamo l'anno scorso, come commento finale del Fsm di Porto Alegre > 2003, che il Fsm stesso è sì "il fatto politico più importante della nostra > epoca" (Lula) e quindi sempre una grande assise delle migliori energie > intellettuali, politiche, culturali, etiche, antropologiche del pianeta. > Ma, al contempo, aggiungevamo che la soddisfazione per i risultati > raggiunti era fortemente mitigata dalla consapevolezza che milioni di > persone, di "occhi", non sapevano, non erano "incontrati" dal nostro > movimento. Al Fsm di Porto Alegre 2003, a fatica molti esponenti del > Consiglio Internazionale (da Amin, Houtart, Walden Bello, ad Agnoletto, Del > Roio ecc.) si erano adoperati affinché il Fsm 2004 si svolgesse in India, > proprio a partire dal convincimento che in questo modo il Fsm riuscisse a > investire altri continenti, altre masse fino ad allora pressoché escluse > dalla partecipazione. > > 1. Così è stato. Il Fsm 2004 non è stato solo una occasione di elaborazione > delle alternative. Compito che è sempre più urgente, più imprescindibile. > Il compito dell'affinamento della nostra strategia, sulle resistenze, sulle > lotte, sulle alternative. Con i grandi ritardi accumulati e i problemi > riscontrati nei recenti forum (peraltro riusciti e sempre sprigionanti una > bella carica intellettuale e politica) nel senso della ripetizione e non > dell'accumulazione. Ma al contempo abbiamo capito che il Fsm può > costituire, come abbiamo verificato a Mumbai, un potente impulso > innescatore di energie latenti. Un potente campo gravitazionale. Un potente > aiuto ai popoli, ai movimenti, ai soggetti, ai paesi interessati. Il Fsm > 2004 è stato un grande aiuto e stimolo per la miriade di movimenti, > organizzazioni, sindacati, gruppi, organismi del continente India e > dell'Asia in generale. Un aiuto sulle questioni scottanti del Communalismo > (le chiusure identitarie, escludenti), del fascismo indù (Roy), del sistema > delle caste, in primo dei dalit. Un aiuto per l'avvicinamento > India-Pakistan, per la soluzione dell'annosa questione del Kashmir. A mo' > di esempio, i tanti sudcoreani presenti facevano rilevare che se il Fsm > fosse svolto in Corea del sud si potrebbe compiere il miracolo > dell'apertura delle frontiere con la Corea del Nord. Con conseguenze > geostrategiche immaginabili. > > 2. Il Fsm 2004 ha dato l'opportunità storica agli ultimi, veri dannati > della terra, di potersi esprimere, di essere e sentirsi protagonisti. I > dalit e le minute donne contadine, operaie, nella doppia oppressione del > duro lavoro e del sistema patriarcale, le prostitute ecc. Sempre nelle > dimensioni asiatiche, con le sterminate dimensioni del paesaggio e del > materiale umano, degli esseri umani. Foss'anche solo questo come risultato > della presenza del Fsm 2004, ebbene è stato giusto svolgerlo in India. Il > ventre del pianeta, signori. > > > 3. Naturalmente l'espressione culturale spontanea e dominante si articolava > in slogan, cortei, drammatizzazioni per i viali del Goregaon. Noi > occidentali più avvezzi ai concetti e alle parole. Loro ai corpi, ai > colori, ai canti, alla mobilitazione, ai simboli. Fanon avrebbe detto corpi > colonizzati, compressi, pronti a esplodere. In altre culture e > antropologie, anche con l'esplosione violenta. Qui popoli e persone, miti, > dalla pazienza asiatica, che ti guardano negli occhi quando si vuole > riconoscere nell'altro un essere umano degno di attenzione e di rispetto > (noi occidentali spesso non guardiamo, ma "attraversiamo" gli altri). > Popoli e genti che meritano grande rispetto. > > 4. Irrimediabilmente, finché non si sarà trovata altra via, altro modalità > di condurre le cose umane, il mondo e la società andrà avanti grazie, in > bene o in mele, alle élite. Noi costituiamo una élite mondiale. In più > facciamo parte della classe media mondiale. Anche se subalterni, oppressi > taluni, salariati, marginali ecc. nei nostri centri sviluppati, abbiamo i > mezzi e i saperi per viaggiare, siamo onnipresenti. E' un dato di fatto, > non assiologico, di cui prendere atto. Non dobbiamo stracciarsi vesti, fare > professioni o atti di povertà (va bene comunque chi lo fa). Basta > semplicemente averne cognizione e usare al meglio questa irrimediabile > condizione di élite. "Loro" a Porto Alegre non potevano venire (e da qui la > campagna voluta dal Forum Mondiale delle Alternative "Asia, Africa a Porto > Alegre", che andrebbe sostenuta di più anche da chi ha firmato l'appello, > individui, giornali ecc.). Un esempio per tutti: era commovente come un > leader di uno dei tanti sindacati dei braccianti agricoli del Bangladesh, > 10 milioni di aderenti (10 milioni non 100 mila, non 1 milione) ci > ringraziasse, volesse conoscere la nostra associazione, attività ecc. Una > lezione di umiltà, come tante ne abbiamo ricevuto. > > 5. Un bagno purificatore, una catarsi. Una salutare e potente > relativizzazione delle delegazioni occidentali, italiana e francese > soprattutto. Salutare, perché, come dicevano sempre i greci, il senso della > "misura", il metron, il senso del limite, è la condizione della > maturazione, del diventare adulti, della civiltà in ultima istanza. Abbiamo > peccato, taluni di più perché senza freni inibitori, di prometeismo, di > creazionismo (come novelli "napoleoni": noi abbiamo fatto, abbiamo diritto > a decidere, a decidere le plenarie, a spartire ecc.). Quasi l'inversione > soggetto-oggetto, pensare che il movimento sia stato "creato". Contro > Napoleone, il generale Kutuzov pensava che invece di creare, i generali > erano "agiti" dalle migliaia di singole volontà che, per esempio, non > volevano i francesi in casa propria. > > 6. Rimane però il problema delle oligarchie. Come per le elite, non abbiamo > ancora trovato la soluzione del problema e fino a che non abbiamo trovato, > non abbiamo forgiato un altro strumento, ci teniamo le oligarchie. Non solo > nei partiti, luogo d'elezione di questa modalità, ma anche, e taluni > neanche hanno cognizione di ciò, negli organismi di movimento, nelle reti > ecc. (naturalmente qui vige una oligarchia più soft, più fluida ecc.). > Anche il Fsm ha una oligarchia. Soprattutto nel Consiglio Internazionale. > Al cui interno la potente oligarchia brasiliana (il gruppo degli 8) ha > naturalmente l'egemonia. Egemonia legittima perché senza di loro avremmo il > caos, non avremmo memoria storica e continuità. L'oligarchia ha l'unica > legittimazione nell'essere composta da elementi che si distinguono per > autorevolezza, disinteresse, per l'alto livello intellettuale, politico, > etico. Insomma, abbiamo fatto pochi passi in avanti rispetto al luogo > d'origine e archetipo della Repubblica di Platone e dei filosofi-reggitori. > > 7. La politica. Ancora una volta dobbiamo ritornare alla vexata quaestio. > Il movimento è anche, in vario modo, un tentativo di rifondazione della > politica. Nella sua accezione più vasta. Certo dal basso ecc. Ma è la > politica, anche degli stati e dei governi. Il modello è Cancun. Dobbiamo > avere efficacia politica di determinazione delle decisioni, politiche in > ultima istanza. La politica partitica fisiologicamente agisce in seno al > movimento, e quindi in seno al Fsm e al Consiglio Internazionale. La > soluzione comunque non è mai l'antipolitica. Ciò diventa molto più chiaro > in relazione alla questione guerra. > > 8. La guerra, l'Iraq, gli Usa, Bush erano fortemente presenti in ogni atto > o momento del Forum. L'antiamericanismo è un sentimento e un convincimento > naturale per i latinoamericani, gli asiatici. A misura di ciò che gli Usa > hanno fatto e continuano a fare intorno al mondo. Soverchi problemi ce li > poniamo noi dalle nostre parti. L'esigenza di individuare singole campagne > unificanti in cui far convergere tutti gli sforzi al fine di conseguire > risultati significativi che lascino il segno è la questione dei risultati > politici concreti e reali. Della politica come dicevamo sopra. Abbiamo da > lanciare campagne, come abbiamo fatto, sull'acqua, sui beni comuni, > sull'energia, sul commercio equo e solidale, sui diritti dei bambini ecc. > Ma abbiamo da lanciare campagne sulla questione politica per eccellenza, > che tutto riassume, la questione della guerra. Da qui l'indicazione del 20 > marzo come giornata mondiale contro la guerra, come è stato il 15 febbraio > 2003. E questo è già una grande cosa, precisa e concreta. Ma vorrei subito > riferire il discorso di apertura del Fsm di Arundhati Roy. A suo tempo, > ancor prima che assurgesse a grande punto di riferimento del nostro > movimento, indicata da noi come una delle studiose e delle attiviste più > importanti. Nel suo appassionato discorso, come al Gigantinho di Porto > Alegre nella scorsa edizione del Fsm, ma al contempo ironico, aggraziato, > pacato, la Roy ha posto, tra le altre cose, una sola questione, un solo > programma minimo, su cui far convergere tutti gli sforzi: l'Iraq. Invece di > sostenere dall'esterno la resistenza irachena (e quindi di chiedersi, > legittimamente od oziosamente, da chi realmente è fatta questa resistenza: > vecchi arnesi baathisti? Fondamentalisti islamici? Ecc.), con un veloce > slittamento semantico e reale, considerarci noi stessi, in tutto il mondo, > resistenza. Perché siamo in guerra. E allora: individuare due (non ha fatto > i nomi, ma è facile pensare alla Halliburton e alla Bechtel) delle > multinazionali Usa che stanno traendo enormi profitti dalla distruzione > dell'Iraq e del popolo iracheno. In ogni città, in ogni luogo, mobilitarsi > e costringere le loro sedi a chiudere (shut up, qualcuno è sobbalzato, ma > nessun gratuito incitamento al gesto, come ha precisato nella versione > pubblicata, vedi Internazionale di questa settimana, ricordando la celebre > "marcia del sale" guidata da Gandhi). Noi dobbiamo continuare a elaborare > il fine e il mezzo della "forza di massa non violenta". Non "buonista", ma > all'altezza della sfida lanciata dal potere, dai poteri, degli stati e > delle multinazionali, che attuano genocidi anche senza il ricorso alle vie > militari (fame, malattie, embarghi ecc.). Noi abbiamo ulteriormente tolto > il consenso alla guerra, agli Usa, il 15 febbraio. Non abbiamo fermato la > guerra, ma abbiamo creato coscienza e abbiamo seminato per il futuro. > Tuttavia la storia, l'essere-proprio-così della storia e delle cose umane, > ancora una volta ci mostra che, assieme alla sottrazione di consenso, > all'enormità della spesa militare che intralcia i piani dei guerrafondai > Usa ecc., alla fine e in ultima istanza, sono i "loro" morti a frenarli, a > metterli in crisi (naturalmente i bambini iracheni, le formichine irachene, > afgane ecc. non contano, non si contabilizzano, sono appunto formichine). > Si profila la "sindrome dell'Iraq". La "sindrome del Vietnam" è stata sì > innescata dal grande movimento pacifista mondiale di allora, statunitense > in primo luogo, ma tragicamente "decisivi" sono stati i 58.000 boys morti > (con il controvalore del 1,5 - 2 milioni di morti delle pazienti e > asiatiche formichine vietnamite). Non si recede di un millimetro sulla > nostra scelta strategica della non-violenza, ma dobbiamo avere tragica > cognizione di come procede la storia reale. Per non scadere a essere > petulanti metafisici. > > 9. Samir Amin e altri organismi presenti a Mumbai hanno lanciato la parola > d'ordine della mobilitazione contro la militarizzazione del mondo, per la > chiusura delle basi Usa disseminate nel mondo, in primo luogo in Asia, in > Africa e in America Latina. Nello spirito di Bandung, contro > l'imperialismo. E' irrealistico pensare a una grande mobilitazione > italiana, unificante i vari pezzi del movimento, per la chiusura delle basi > Usa in Italia? Per una Italia libera da armi nucleari, da armi ed eserciti > stranieri? > > 10. In ultimo le cifre. Asiatiche le proporzioni, le dimensioni. Delegati > circa 100.000, invitati molti. Straordinaria esperienza, intensa, quanti > incroci, quanti incontri, quante relazioni, quanti volantini, quanti > biglietti da visita, quante foto, quante immagini. E un grazie di cuore al > Comitato indiano e alle migliaia di volontari e di volontarie che hanno > reso possibile questa grande esperienza, non solo per loro, ma anche per > noi. Un popolo che merita grande rispetto. Nella spaventosa povertà, la > grazia e la dignità. > > 11. Infine. A chi le chiede quale libro stia scrivendo, la Roy risponde, > un poco stizzita, se per caso chi ha fatto la domanda non si sia accorto di > quello che accade intorno al mondo. La parola che le è data, ella la > utilizza per intervenire sulla guerra, sulle spaventose ingiustizie, per > contribuire alle mobilitazioni in India e fuori. Mi viene in mente Herbert > Marcuse, il quale, sul finire dei suoi giorni, nel 1977, nell'ultima > intervista concessa, alla domanda su quale tema filosofico, e quindi su > quale libro, stesse lavorando, un poco sorpreso, rispondeva che altro si > potesse fare se non impegnarsi e contribuire a risolvere i grandi problemi > dell'umanità, la morte per fame, le spaventose povertà, le guerre. > Aggiungendo che, per la prima volta nella storia, l'umanità avesse a > disposizioni tutti i mezzi materiali e conoscitivi per ovviare a tutti > questi mali e assicurare a tutti gli esseri umani una vita liberata > dall'indigenza, dalla fame, dalle malattie, dalla paura della guerra. > > > -- > Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/pace/maillist.html > Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/pace > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html >
- References:
- Milano: prossime iniziative e il dopo Bombay
- From: "associazione culturale punto rosso" <puntorosso at puntorosso.it>
- Milano: prossime iniziative e il dopo Bombay
- Prev by Date: Milano: prossime iniziative e il dopo Bombay
- Next by Date: resoconto riunione rete Regionale e prossime
- Previous by thread: Milano: prossime iniziative e il dopo Bombay
- Next by thread: resoconto riunione rete Regionale e prossime
- Indice: