resoconto riunione rete Regionale e prossime



ciao a tutte/i,

ieri c'è stata la riunione della rete regionale contro la guerra, che ha
discusso ancora in merito all'appello che si propone per difendere e
rilanciare la legge regionale che istituiva l'Agenzia per la riconversione
dell'industria bellica (appello che trovate nella sua versione ultima di
seguito al messaggio).

Vista che la raccolta delle firme dei promotori (che vorremmo essere
trovati tra esponenti della cultura, del sindacato, del mondo cattolico e
del pacifismo) sta continuando - ci siamo dati come termine per la raccolta
delle firme dei promotori stessi GIOVEDI' 5 FEBBRAIO, alle 18.00 c/o Cons.
regionale, via F.Filzi 29 a Milano - quando ci troveremo (chi è
disponibile) per racoglire i nominativi ed eventuali richieste di modifica
(non sostanziali) che discuteremo insieme.
Chi sta contattando potenziali promotori, è pregato di dare conferma entro
quella data, o se possibile essere presente alla riunione.
In quell'occasione cominceremo a discutere come pubblicizzare e far
circolare l'appello, come raccogliere adesioni amie, quando incontrare i
rappresentanti istituzionali.

Vi segnalo - importante - che la successiva riunione generale della Rete
regionale è fissata per MARTEDI' 10 FEBBRAIO - sempre alle 18.00 c/o Cons.
regionale, via F.Filzi 29 a Milano - per discutere delle inziative, locali
e  concordate, verso la manifestazione del 20 marzo (tra le quali quelle
legate alla proposta di "carovane di pace") e delle iniziative in occasione
di Exa2004.

a presto, Piero Maestri


APPELLO per rilanciare la legge regionale per l'agenzia per la
riconversione dell'industria bellica

La guerra è tornata a essere lo strumento con cui si costruisce un nuovo
ordine mondiale, mezzo con il quale leaders politici più o
meno legittimati pretendono di affrontare conflitti che invece possono e
devono essere composti attraverso il confronto pacifico,
la  diplomazia e la cooperazione internazionale.

Alla vigilia della guerra contro l'Iraq milioni di donne e uomini in tutto
il mondo hanno manifestato per fermare quella guerra,
considerata ingiusta, illegittima e illegale - come del resto sono ormai
tutte le guerre.

Ma la volontà dei popoli non è stata rispettata, l'Iraq è stato comunque
attaccato e occupato. Le pratiche e le prospettive di
guerra ne escono rafforzate nella loro dimensione di lunga durata: la
guerra diventa "preventiva e permanente".
.
Più che mai, la pace va dunque conquistata con un impegno politico e civile
costante, quotidiano e capillare - cercando
di contrastare le spinte che portano alla guerra stessa e le politiche
che la preparano. Ognuno di noi può fare qualcosa per la
pace, ogni istituzione democratica deve essere coinvolta e
responsabilizzata attraverso l'adozione di misure e di atti concreti...



Rispondendo proprio a questa profonda esigenza politica e morale già dieci
anni fa la regione Lombardia si è dotata di una "Agenzia
per la riconversione dell'industria bellica", istituita con la L.R. n. 6,
dell'11 marzo 1994. Composta da rappresentanti della Giunta e del Consiglio
regionale, dei sindacati, degli industriali armieri e delle associazioni
eco-pacifiste, l'Agenzia aveva il compito di
incentivare progetti di riconversione produttiva delle aziende armiere
lombarde, di svolgere funzioni di osservatorio sul comparto,
di promuovere iniziative di ricerca, di formazione e informazione sui temi
della pace.

Dall'insediamento dell'ultima Giunta regionale, l'Agenzia per la
riconversione dell'industria bellica non è più stata convocata. I nuovi
commissari non sono stati nominati. La legge istitutiva non è stata
rifinanziata. Circolano anzi insistentemente voci che ne
preconizzano la definitiva soppressione, rivelando una volontà politica
tesa a lubrificare in ogni modo le opportunità di business
offerte dal mercato bellico.

Questo non deve succedere. Tanto più in un momento come questo, tanto più
nella regione italiana con i maggiori siti
produttivi di armi leggere, sistemi d'arma e aeronautici: la sola provincia
di Brescia, nel   2001ha esportato armi per 197 milioni di euro.
Non vogliamo che la Lombardia primeggi nella produzione di strumenti di
guerra e devastazione. Secondo gli studi
dell'Onu, nel decennio 1990-2000 le sole, cosiddette, armi "leggere" hanno
provocato nel mondo più di 5 milioni di
morti - la metà dei quali bambini - e 2,5 milioni di disabili gravi. La
nostra regione ha risorse materiali, tecniche e umane
sufficienti a garantire altrimenti la propria economia. Il cammino verso la
riconversione della produzione, dell'economia
e della cultura legata alle armi può e deve essere ripreso con decisione.

Chiamiamo perciò le persone, le associazioni e i movimenti che vogliono la
pace, le forze politiche e i consiglieri regionali della
Lombardia a un forte impegno perché l'Agenzia per la riconversione
dell'industria bellica della Regione Lombardia non chiuda, ma sia
rilanciata al più presto e perché riceva un congruo finanziamento che le
permetta di operare efficacemente per la pace e per il disarmo.

Per questo invitiamo le forze politiche, sociali e culturali della
Regione ad un confronto.

Firme dei promotori..

Adesioni.