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Per il futuro dell'Onu un seggio all'Ue
- Subject: Per il futuro dell'Onu un seggio all'Ue
- From: Vallinoto Nicola <n.vallinoto at datasiel.net>
- Date: Thu, 23 Oct 2003 10:18:05 +0200
dalla rubrica "Europa federale" del quotidiano Europa di mercoledì 22 ottobre. Nicola Vallinoto == Per il futuro dell'Onu un seggio all'Ue di LUCIO LEVI L'approvazione unanime della risoluzione sull'Iraq restituisce un ruolo all'Onu dopo la ferita inferta dagli Stati uniti con la decisione di attaccare quel paese anche senza un voto del consiglio di sicurezza. Quale lezione se ne può trarre? Poiché hanno bisogno della copertura dell'Onu, gli Stati uniti sono stati costretti a edulcorare l'unilateralismo. Però viene legittimata la presenza delle truppe di occupazione sotto la guida americana. Francia, Germania e Russia, che avevano contestato la legittimità dell'attacco all'Iraq senza il voto del consiglio di sicurezza, ora non solo accettano lo stato di fatto, ma concorrono in modo decisivo ad apporre il sigillo dell'Onu all'occupazione dell'Iraq, alla quale però si astengono dal partecipare. In definitiva, se tutti riconoscono che la costruzione della pace deve passare attraverso le Nazioni unite, è confermato però il primato americano, al quale né la Francia, né la Germania, né la Russia sanno offrire un'alternativa. Solo un'Europa capace di parlare con una sola voce, dotata di una politica estera e di sicurezza unica, può condizionare le iniziative unilaterali degli Stati uniti e riportarle nell'alveo dell'Onu. Per avviare il mondo verso un nuovo ordine più flessibile, giusto e pacifico, bisogna riformare il consiglio di sicurezza. Non è accettabile che il potere di decisione sia attribuito, come nel 1945, a 5 Stati (i membri permanenti) su 191. L'assetto del potere mondiale ha subito profondi cambiamenti. Alcuni stati membri del consiglio sono in declino, come la Francia, il Regno unito, la Russia, altri in ascesa, come l'India o il Brasile, che però sono esclusi dal consiglio di sicurezza. Ci sono due approcci alla riforma del consiglio. Il primo consiste nell'aprire le porte del consiglio agli stati che sono saliti nella gerarchia mondiale del potere e affidare loro la rappresentanza degli stati più piccoli appartenenti alla stessa regione. Così il Brasile rappresenterebbe l'America latina, il Giappone l'Asia orientale e così via. E' una soluzione avversata dagli Stati più piccoli. Il secondo è quello di trasformare progressivamente il consiglio di sicurezza nel consiglio delle grandi regioni del mondo, a partire dall'ingresso dell'Unione europea. Quest'ultima può avviare la riforma trasmettendo alle altre regioni, che sono ancora divise in stati sovrani, l'impulso all'unificazione. Così tutti gli stati sarebbero rappresentati nel consiglio attraverso le rispettive organizzazioni regionali. E' diffusa l'opinione che la Germania avrebbe i titoli per diventare membro permanente del consiglio di sicurezza. Lo ha sostenuto anche il presidente francese Jacques Chirac all'assemblea generale dell'Onu. Proprio mentre la costituzione europea getta le basi per una più forte coesione delle istituzioni europee e apre la prospettiva all'ingresso dell'Unione europea nel consiglio di sicurezza, l'ammissione della Germania in questo organismo rappresenterebbe per i tedeschi un incentivo a promuovere una politica estera indipendente e in definitiva una spinta alla divisione dell'Unione. Attribuire un seggio all'Unione europea non sarà una decisione facile, perché Francia e Regno unito non sono per ora disponibili a rinunciare a quello che è l'ultimo segno distintivo della loro passata grandezza. Ma non c'è altra via. (in collaborazione con il Movimento Federalista Europeo) rubrica Europa federale - ogni mercoledì su Europa
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