doc sulla pace di Vescovo e 130 presbiteri di Vicenza



 A partire dalle riflessioni dell'Azione Cattolica vicentina, 147
Presbiteri della nostra diocesi, attraverso un veloce passaparola avvenuto
nel giro di sole 48 ore, hanno sottoscritto il documento che allego,
accolto e fatto proprio dal Vescovo Pietro Nonis e che uscirà domani in
prima pagina sul settimanale diocesano la Voce dei Berici, organo ufficiale
della Cheisa Vicentina.
Vi chiedo di darne cortesememente diffusione attraverso la vostra testata.

Un saluto di pace.

 Mariagrazia Bonollo

  PS: Ve lo invio come servizio richiestomi dalla Caritas vicentina, a nome
del Vescovo e dei sacerdoti sottoscrittori.
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Mariagrazia Bonollo
via Bassano del Gr. 54/b
36030 Sarcedo (VI)
0445/344264
348/2202662

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IL SILENZIO PENITENZIALE

E IL SUONO DELLE CAMPANE





Carissimi, domando di far vostre le idee espresse in questa pagina, nata
dalla collaborazione dei nostri Presbiteri.



Quali Pastori delle Comunità cristiane, ringraziamo l'Azione Cattolica
della nostra diocesi per la nota No alla guerra e, riprendendo larga parte
di quella, sentiamo il dovere e l'urgenza di ulteriore discernimento,
peraltro costretti dalla drammatica evoluzione della crisi in atto.

La guerra per evitare la quale abbiamo pregato, manifestato in silenzio,
scritto messaggi, è scoppiata.

La preoccupazione che ha caratterizzato i giorni precedenti aumenta fino a
diventare angoscia. Qualcuno dei "grandi" della Terra ha deciso
unilateralmente di schiacciare il grilletto. L'Onu con i suoi sforzi
diplomatici è stata ignorata in modo sprezzante.

Gli accorati appelli del Papa e i suoi tentativi di arrivare ad una
soluzione che fosse diversa dalla guerra sono caduti nel vuoto.

L'Europa, nella sua divisione, ha dimostrato ancora una volta la propria
debolezza.

Il nostro Paese ha cercato di far quadrare il cerchio riaffermando la
propria amicizia con gli Usa e nel contempo affermando che non può esserci
guerra al di fuori dell'Onu. Alla fine la quadratura del cerchio non è
riuscita.

Ci sarebbe piaciuto che l'Italia avesse riaffermato che una guerra
unilaterale e preventiva è un attentato al diritto internazionale, mina i
rapporti tra le nazioni, è un precedente pericolosissimo per il futuro.

Anche con gli amici si può dissentire su cose che contano. La pace è una di
quelle cose per le quali si dovrebbe avere il coraggio di dissentire.

Le gravissime responsabilità del dittatore Saddam Hussein rispetto al
proprio popolo e al contesto internazionale e la minaccia che egli
rappresenta per la sicurezza mondiale non giustificano infatti un attacco
unilaterale, semmai rischiano di consacrarlo per il futuro - vivo o morto,
esule o no - disperato mito o delirante leader della frustrazione di tanti,
di troppi poveri affamati, umiliati ed incattiviti dell'area Medio
orientale.

Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. La speranza, la richiesta e la
preghiera, ovvia, è che questa guerra assurda cessi il prima possibile.
Temiamo l'incancrenirsi della crisi in scontro di civiltà, tra culture, che
trascinerebbe con sé l'inevitabile acuirsi della gelida diffidenza fra
religioni.

Pensiamo alla popolazione irakena, prima vittima di questo conflitto, ai
bambini, alle donne, agli anziani. Vorremmo che potessero scrutare di nuovo
il cielo con speranza e non con terrore di nuovi attacchi.

Ai credenti chiediamo di intensificare la preghiera e, unitamente ad ogni
uomo e donna operatori di pace, di spendersi attivamente perché rifiorisca
una cultura di pace, dove la fame e la sete di giustizia diventino la fonte
e insieme il traguardo di un'umanità  mai stanca di camminare per un mondo
più giusto.

Proponiamo, finché la guerra non cesserà, qualche minuto di silenzio
penitenziale all'inizio di tutte le nostre Liturgie eucaristiche. E mentre
esortiamo a prolungare o estendere la pratica del digiuno o di altre forme
penitenziali, proponiamo che ogni sera, sino alla fine della guerra, la
campana che per ultima invita nelle nostre chiese i fedeli alla preghiera
suoni per uno o due minuti, quale voce della comunità.

Il Signore accolga nella Sua misericordia la nostra supplica, per
l'intercessione di Maria e dei nostri Santi.



Vicenza, 2 aprile 2003  



+ Pietro Nonis, Vescovo