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IRAQ: i soldati che si fingono civili mettono a rischio la popolazione/ Gli USA devono investigare sulle uccisioni di civili
- Subject: IRAQ: i soldati che si fingono civili mettono a rischio la popolazione/ Gli USA devono investigare sulle uccisioni di civili
- From: "Ufficio Stampa Amnesty" <press at amnesty.it>
- Date: Thu, 3 Apr 2003 18:19:40 +0200
Gent.mi tutti, vi trasmettiamo i comunicati stampa della Sezione Italiana di Amnesty International: IRAQ: i soldati che si fingono civili mettono a rischio la popolazione civile GUERRA IN IRAQ: Gli USA devono investigare sulle uccisioni di civili Grazie per la cortese attenzione Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Ufficio Stampa Amnesty International Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it http://www.amnesty.it/crisi/iraq COMUNICATO STAMPA CS46-2003 IRAQ: I SOLDATI CHE SI FINGONO CIVILI METTONO A RISCHIO LA POPOLAZIONE Amnesty International ha chiesto alle autorità irachene di ordinare la fine degli atti di perfidia mediante i quali i soldati iracheni si fingono civili per arrivare abbastanza vicino da attaccare le forze nemiche. L'organizzazione è particolarmente preoccupata per le affermazioni rilasciate dalle autorità irachene a seguito dell'attentato suicida del 29 marzo contro un posto di blocco militare che ha causato la morte di quattro soldati statunitensi. Il vicepresidente Taha Yassin Ramadan, nel corso di una conferenza stampa ha affermato: "Questo è solo l'inizio e voi sentirete notizie migliori nei giorni seguenti. Useremo ogni mezzo per uccidere il nostro nemico nella nostra terra e lo seguiremo nella sua terra." "Un'azione in cui i militari si fingono civili per portare avanti un attacco contro i soldati nemici è chiaramente illegale" ha sottolineato Amnesty International. "Rendendo confusa la distinzione tra combattenti e civili, questi attacchi mettono a rischio tutti i civili iracheni. Tali azioni sono classificate come atti di perfidia e, secondo quanto prevede lo Statuto della Corte penale internazionale, si tratta di crimini di guerra. Chiediamo alle autorità irachene di condannare pubblicamente questi attacchi e di rendere noto a tutti coloro che prendono parte ai combattimenti che queste violazioni sono inaccettabili." Ulteriori informazioni L'Articolo 37 del I Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra, relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali, stabilisce che: 1. È vietato uccidere, ferire o catturare un avversario ricorrendo alla perfidia. Costituiscono perfidia gli atti che fanno appello, con l'intenzione di tradirla, alla buona fede di un avversario per fargli credere che ha il diritto di ricevere o il dovere di accordare la protezione prevista dalle regole del diritto internazionale applicabile nei conflitti armati. Sono esempi di perfidia gli atti seguenti: … simulare di voler negoziare sotto una bandiera di armistizio o di resa … simulare una incapacità per ferite o malattia … simulare di avere lo status di civile e di non combattente … simulare di avere uno status protetto facendo uso di segni, emblemi o uniformi delle Nazioni Unite, di uno Stato neutrale o di altri Stati non Parti in conflitto. 2. Gli stratagemmi di guerra non sono vietati. Tali stratagemmi sono atti che intendono indurre in errore un avversario o di fargli commettere imprudenze, ma che non violano alcuna regola del diritto internazionale applicabile nei conflitti armati e che, non facendo appello alla protezione dell'avversario circa la protezione prevista da detto diritto, non sono perfidi. Sono esempi di stratagemmi di guerra gli atti seguenti: mascheramenti, inganni, operazioni simulate e false informazioni. FINE DEL COMUNICATO Roma, 1 aprile 2003 Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International - Ufficio stampa Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it www.amnesty.it/crisi/iraq COMUNICATO STAMPA CS47-2003 GUERRA IN IRAQ: GLI USA DEVONO INVESTIGARE SULLE UCCISIONI DI CIVILI Amnesty International ha espresso la propria preoccupazione per il crescente numero di episodi che, nel corso della guerra in Iraq, stanno causando la morte di civili. "Le autorità statunitensi devono avviare un'indagine indipendente ed esauriente sull'attacco del 31 marzo nei confronti di un veicolo civile che ha causato la morte di sette fra donne e bambini", ha dichiarato l'organizzazione per i diritti umani. "Chiunque sia sospettato di aver compiuto uccisioni illegali di civili deve essere consegnato alla giustizia", ha sottolineato Amnesty International, ribadendo che le forze statunitensi e britanniche devono assumere tutti i provvedimenti necessari a proteggere i civili, indipendentemente dalle violazioni commesse dagli iracheni. "Il dovere di proteggere I propri soldati non può giustificare alcuna violazione del diritto internazionale umanitario. I comandi militari devono adottare misure che tutelino le vite dei civili e di altri non combattenti e assicurare che episodi come questo non si ripetano mai più". Secondo il Washington Post, il 31 marzo soldati della III divisione della Fanteria statunitense hanno aperto il fuoco su un veicolo non identificato che si stava avvicinando a un posto di blocco nei pressi di al-Najaf. Il quotidiano ha riferito che un comandante ha dapprima ordinato ai soldati di esplodere dei colpi di avvertimento; quando il veicolo si è ulteriormente avvicinato al posto di blocco, egli ha ordinato ai soldati di fermarlo. Non è chiaro se i soldati abbiano esploso uno o più colpi di avvertimento prima di uccidere a colpi di artiglieria sette dei 15 passeggeri. Il dipartimento della Difesa statunitense ha affermato che i colpi sono stati esplosi dopo che l'autista del veicolo aveva ignorato grida e colpi di avvertimento. Questa ricostruzione appare diversa da quella riportata dal Washington Post. FINE DEL COMUNICATO Roma, 2 aprile 2003 Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International - Ufficio stampa Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it www.amnesty.it/crisi/iraq
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