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Re: R: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.
- Subject: Re: R: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>
- Date: Mon, 24 Feb 2003 16:36:38 +0100
At 15.47 24/02/2003 +0100, Enrico Peyretti ha scritto:
La cosa importante, anzi assolutamente essenziale, è che l'azione contro la violenza sia fatta senza la minima violenza.
Enrico, il problema e' proprio questo: sono convinto che tutti i partecipanti alle azioni di blocco dei treni non compiranno azioni di violenza "a freddo", ma se chi occupa i binari verra' caricato a freddo dalle forze dell'ordine come e' accaduto a Genova con il corteo dei disobbedienti, siamo sicuri che tutti i presenti sapranno mantenere il controllo e reagire in forma nonviolenta oppure c'e' la probabilita' che qualcuno dia il via ad una umanissima, istintiva e comprensibile reazione che potrebbe pero' avere come effetto indesiderato l'avvio di una escalation di scontri?
Il mio principale timore e' che molti dei ragazzi che saranno sui binari possano essere coinvolti in uno scontro violento portandone conseguenze per tutta la vita... se Genova ha insegnato qualcosa e' che nessuna azione diretta va fatta senza prevedere ogni possibile scenario. Il mio timore e' che oltre alle vittime della guerra ci siano altre vittime sociali denunciate per resistenza a pubblico ufficiale o interruzione di pubblico servizio.
Se questo servisse a salvare delle vite umane, io sarei il primo a non avere dubbi, ma visto che l'azione dei treni corre il rischio di rimanere unicamente sul piano simbolico, non ho certezze granitiche, ma solo tanti interrogativi, e sono seriamente preoccupato per tutte le persone che parteciperanno alle azioni dirette. Non voglio che muoiano dei civili per il nostro petrolio e non voglio che dei ragazzi vengano marchiati a vita penalmente o addirittura fisicamente da una azione meno che efficace. Nel rapporto tra i costi e i benefici mi sono molto chiari i costi e i rischi possibili, faccio piu' fatica a capire i benefici.
I gruppi dei "disobbedienti" che altre volte nel linguaggio, nelle azioni, nel simbolismo hanno dimostrato indulgenza per forme violente, questa volta continuino come finora hanno fatto a mantenersi rigorosamente e coraggiosamente nonviolenti.
Anche a Genova il corteo dei disobbedienti e' stato perfetto e pacifico fino a quando non ha subito una carica a freddo e un massiccio lancio di lacrimogeni... questo non ha impedito che la situazione degenerasse, perche' non compiere azioni violente e' facile, e ormai fa parte anche della cultura antagonista, ma il reagire nonviolentemente alla violenza e' cosa che richiede ben altra preparazione...
Io sonosolamente preoccupato per tutti i ragazzi che andranno a bloccare i treni, e questo e' tutto...
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