R: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.



INCORAGGIAMO ALLA FORZA NONVIOLENTA CONTRO I TRENI DELLA MORTE
Stavo per scrivere anch'io quello che scrive Giuseppe qui sotto.
Stiamo attenti: il grande grido per la pace del 15 febbraio è accettato
anche da molti che non manifestano e non gridano, ma solo fin quando rimane
una invocazione affidata alla accettazione o al rifiuto dei potenti.
Appena si tenta di "impedire" una azione di guerra, il legalismo si ritrae.
Ma illegale è trasportare armi per una guerra illegalissima.
Violare un ordine ingiusto, come disobbedire una legge ingiusta, impedire
un'azione ingiusta, senza ferire, offendere, né distruggere, fa parte
essenziale
dell'azione per la giustizia. E può costare in conseguenze personali, in
numero dei partecipanti, in comprensione.
La cosa importante, anzi assolutamente essenziale, è che l'azione contro la
violenza sia fatta senza la minima violenza.
Se le autorità e la forza pubblica credono di dover difendere con la forza
l'azione ingiusta -ora i treni della morte- si deve non opporre alcuna
violenza fisica alla rimozione forzata o alla violenza fisica compiuta su
chi
boicotta quei treni.
L'argomento che queste azioni dividono e riducono il movimento per la pace,
mi pare meno importante.
Infatti, chi grida pace ma poi accetta nei fatti le azioni di guerra è molto
marginale al movimento.
Chi per età o condizioni fisiche o altro motivo non può partecipare a quelle
azioni ma le condivide e le sostiene, raccomanda a chi le compie di
resistere al contagio della violenza e vuole aiutarlo in questa impresa di
nonviolenza, che è coraggio fisico e forza morale.
Sarebbe il contagio della violenza, e non il dissenso dei legalisti, a
ridurre la forza del movimento.
I gruppi dei "disobbedienti" che altre volte nel linguaggio, nelle azioni,
nel simbolismo hanno dimostrato indulgenza per forme violente, questa volta
continuino come finora hanno fatto a mantenersi rigorosamente e
coraggiosamente nonviolenti.
E' la coerenza nella nonviolenza attiva che fa risaltare per contrasto
evidente la violenza di ciò a cui ci si oppone.
E' solo apparente la sconfitta, se la via del treno viene liberata a forza,
e il treno porta a destinazione il suo materiale di morte.
La sconfitta sarebbe usare forme di guerra contro la guerra: ciò sarebbe una
contaminazione, una scimmiottatura, una conferma che c'è solo il metodo
violento e che ha ragione chi fa più violenza. Ma questa è perfettamente la
logica e la legge della guerra.
Il gesto chiaro del rifiuto e dell'ostacolo nonviolento al cammino delle
armi è parlante per chi vuole onestamente capire.
La chiarezza forte e nonviolenta di quel gesto rafforza l'opinione pubblica
di pace, che oggi (come ha riconosciuto il New York Times) è l'altra unica
grande potenza opposta alla superpotenza imperiale.
Per la pace si manifesta in modo assolutamente pacifico, altrimenti si
decade a manifestare per la guerra, e i poteri violenti se la ridono.
Incoraggiamo, aiutiamo e ammiriamo gli oppositori - ferrovieri e
manifestanti - della morte che viaggia su questi treni verso le sue vittime.
Enrico Peyretti
"Disperati, noi speriamo"
"Aspettare la guerra è come assistere a un delitto"
"Ci sono sempre alternative, perché la guerra è una rinuncia"
"Ci sono due sole grandi potenze al mondo: gli Usa e l'opinione pubblica"



----- Original Message -----
From: Comitato Paul Rougeau (RM) <prougeau at tin.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Monday, February 24, 2003 1:15 PM
Subject: Re: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.


> Premetto che ammiro l'impegno e la generosità di chi compie tali azioni.
> Tuttavia queste azioni sono ammissibili se improntate ad una rigorosa
> nonviolenza. Se ci scappano scontri con le forze dell'ordine la perdita
per
> il movimento pacifista e' certa.
>
> Questo e' un mio parere strettamente personale
> Giuseppe
> P. S. Comunque non mi preoccuperei per la Cisl... non mi pare abbia grandi
> meriti di coraggio e di chiarezza su questo ed altri temi importanti
>
>
>
> A 12.40 24/02/2003 +0100, vous avez écrit :
> >Ciao a tutti...
> >
> >Di fronte alle azioni dirette sui binari ho alcune perplessita' che
vorrei
> >condividere con voi...
> >
> >1) Quali saranno gli effetti REALI sulla macchina bellica? Le mongolfiere
> >lanciate da Peppe Sini durante i bombardamenti sulla Jugoslavia hanno
> >rallentato gli aerei, forse fatto saltare qualche missione. Mi chiedo se
la
> >presenza sui treni sara' un reale intralcio o avra l'effetto della
zanzara
> >sull'elefante. Non e' una domanda retorica (ne' lo e' nessuno degli
> >interrogativi che seguono), mi chiedo soltanto che strumenti abbiamo per
> >misurare l'efficacia antibellica del blocco dei treni.
> >
> >2) Quali saranno gli effetti MEDIATICI di queste azioni?
> >Ho gia' visto titoli allucinanti in cui il blocco dei treni e' stato
> >descritto come una azione tra il black bloc e il terroristico,
sicuramente
> >molte persone lontane che iniziavano ad avvicinarsi alla pace anche da
> >posizioni non antagoniste o addirittura filogovernative adesso rischiano
di
> >cadere nei trappoloni della propaganda, che fino a ieri aveva come unico
> >argomento "i pacifisti lucrano sulle bandiere". A mio avviso questa era
una
> >grande vittoria culturale, perche' di fatto avevano esaurito gli
argomenti
> >per la demonizzazione. Adesso, invece, chi vorra' dimostrare l'equazione
> >pacifista=terrorista avra' di fatto molti strumenti in piu', e questi
> >strumenti glieli abbiamo regalati anche noi. Il lavoro paziente e "da
> >formiche" delle bandiere ha dato risultati grandiosi soprattutto perche'
ha
> >dato la possibilita' di identificarsi nei movimenti per la pace anche
alle
> >persone lontane, e persino il sindaco di Taranto (forza italia) ha
esposto
> >quella bandiera in comune violando le disposizioni del prefetto. Ora
quella
> >bandiera e' stata inquadrata dalle telecamere in mezzo a falo' sui binari
e
> >associata agli scontri tra polizia e attivisti. Ne valeva la pena? Non lo
> >so, per rispondere a questa domanda dovrei aver risposto alla domanda
> >numero 1, e cioe' capire quali sono stati i risultati effettivi del
blocco.
> >Se quel blocco e' servito a salvare delle vite umane, a me personalmente
> >non importa di essere chiamato terrorista, ma se non e' servito a molto
mi
> >dispiacerebbe aver fatto un autogol mediatico, perche' lascio altre
persone
> >esposte alla violenza della propaganda.
> >
> >3) Quali saranno gli effetti GIUDIZIARI di queste azioni?
> >Visto che ogni vita umana e' preziosa, e viene pirma di qualunque
strategia
> >di movimento, abbiamo messo in conto che una azione sistematica di blocco
> >potrebbe essere pagata con un gran numero di attivisti
> >caricati/fermati/arrestati/manganellati/gassati/processati? Vale la pena
> >spendere energie nell'inevitabile incontro/scontro con la forza pubblica
> >che nascera' da nuove azioni di blocco? In futuro le FFOO saranno meno
> >impreparate, si potra' contare meno sull'effetto sorpresa e ci saranno
> >direttive dall'alto tese a dare un'immagine di fermezza e di
> >inflessibilita' nel rispetto della legge italiana, che sui binari si
> >scontra con la legge delle coscienze. Un banchetto di otto potenti e'
> >costato la vita di un ragazzo, quale potrebbe essere il prezzo da pagare
> >per un banchetto militare molto piu' importante e strategico? Noi
lanciamo
> >campagne e slogan, ma personalmente ho alcuni dubbi a dire ad altri "fate
> >come me, seguite la mia iniziativa" se le mie campagne e i miei slogan
> >possono contribuire a trascinare ragazzi ancora incensurati nella spirale
> >giudiziaria.
> >
> >4) Quali saranno gli effetti POLITICI di queste azioni?
> >Per il momento l'unico risultato concreto e' andato a beneficio dei
> >"falchi", perche' tra le "colombe" si e' creata una nuova spaccatura...
La
> >Cisl, infatti, che aveva aderito alla manifestazione del 15 febbraio
> >partecipando alla costruzione del documento finale, adesso ha nuovamente
> >preso le distanze (CFR agenzia in coda al messaggio). A me sta bene che
nel
> >movimento antiguerra non ci siano patenti di legittimita' e che ognuno
> >abbia il diritto di rivendicare la propria cultura e la propria
> >specificita', ma di fatto per rispettare la specificita' antagonista e
> >disobbediente adesso ci siamo persi per strada la specificita' della
Cisl,
> >che secondo me con la sua presenza avrebbe potuto dare piu' forza a tutto
> >il fronte pacifista. Secondo me l'unico parametro per misurare la
> >legittimita' di un gruppo organizzato all'interno di un movimento e' la
> >misura dell'efficacia delle sue azioni, se uno a parole dichiara i piu'
bei
> >principi di Pace e disarmo, ma di fatto fa (consapevolmente o meno) il
> >gioco della parte avversa, a questo punto e' lui che si sta estromettendo
> >da solo dal movimento, non sono io che lo sto scomunicando. Di fatto chi
> >alza la voce o fa le azioni piu' eclatanti risulta sempre il vincitore
> >mediatico, ma gli effetti politici di questa attenzione conquistata a
colpi
> >di "strappi" e di azioni isolate possono fare gli interessi di chi
vorrebbe
> >scongiurare l'unita' e la compattezza dimostrata dagli organizzatori
della
> >manifestazione di Roma, che hanno scritto un documento finale in cui non
si
> >gioca al ribasso, ma ognuno ha contribuito con il meglio della propria
> >cultura sindacale o associativa.
> >
> >Dopo aver visto gli effetti disastrosi dell'antagonismo praticato a
Genova,
> >mi chiedo se valga la pena di farsi trascinare di nuovo in uno scontro,
> >quando gli strumenti per reagire alla cultura della guerra e alla
> >possibilita' di un intervento in Iraq sono talmente tanti da permetterci
di
> >gridare la voglia di pace non solo "tra di noi", ma anche insieme a
> >poliziotti (sul palco di piazza S. Giovanni c'era la bandiera del
sindacato
> >di polizia SILP), sindaci e deputati forzitalioti, parrocchie, sindacati
e
> >tanti altri organismi che invece qualcuno vedrebbe volentieri come
> >protagonisti di una ennesima "guerra tra poveri" che potrebbe consumarsi
> >sui giornali e sui binari mentre qualcuno si frega le mani sghignazzando
> >per l'ennesimo tentativo riuscito di strumentalizzazione delle azioni di
un
> >movimento.
> >
> >SI DIFFIDA QUALUNQUE GIORNALISTA E ORGANO DI INFORMAZIONE DALL'UTILIZZO
> >COMMERCIALE DI QUESTE AFFERMAZIONI, ESPRESSE IN FORMA PRIVATA ALL'INTERNO
> >DI QUESTA MAILING LIST.
> >
> >---------------
> >
> >10:42 IRAQ: PEZZOTTA, FERMARE TRENI NON AIUTA LA PACE
> >
> >(ASCA) - Roma, 24 feb - ''I blocchi non servono, creano
> >tensioni nell'opinione pubblica e rischiano, se continuano
> >nei modi in cui sono stati attuati, di far scemare
> >l'attenzione alla guerra che siamo riusciti faticosamente a
> >costruire''. Lo dice Savino Pezzotta, leader della Cisl, in
> >un'intervista al 'Corriere della Sera', a proposito dei
> >tentativi dei pacifisti di bloccare i treni diretti verso la
> >base militare statunitense di Camp Darby.
> >    ''Con Epifani - afferma Pezzotta - abbiamo convenuto che
> >il governo ha l'obbligo di informare i lavoratori addetti al
> >trasporto di quello che si trasporta, per la loro sicurezza.
> >E che se si vuole lavorare davvero per la pace bisogna stare
> >tutti dentro le regole della legalita'. Dico proprio
> >tutti'', anche - precisa - ''il governo di Silvio
> >Berlusconi. Alcune reazioni saranno ingiustificate e niente
> >affatto condivisibili, ma i comportamenti del governo non
> >sono stati certamente lineari. Prima di far attraversare il
> >paese dalle armi e caricare queste armi sulle navi nei porti
> >italiani aveva almeno il dovere di informare le commissioni
> >Difesa di Camera e Senato. Non l'ha fatto: lo considero un
> >fatto molto grave''.
> >    Quanto al blocco dei porti, deciso dalla Cgil, ''credo -
> >dice Pezzotta - che si stia un po' esagerando''; ''non
> >condividiamo questo modo di fare. Poi sarebbe ora che per
> >decidere le iniziative si discutesse unitariamente. Perche'
> >non si possono lanciare appelli all'unita' mentre ognuno
> >continua a fare come vuole. Di scioperi nei porti non se
> >n'e' mai discusso''.
> >
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