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Birmania, nuova condanna per la leader dell'opposizione
Una settimana di carcere per una lite col cugino. "Sentenza politica", denuncia Aung San Suu Kyi, premio Nobel e capo del partito di opposizione alla giunta militare. 

YANGON (BIRMANIA) - La leader dell'opposizione birmana, il premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, è stata condannata ad una settimana di reclusione per una disputa di carattere familiare.
Per la Suu Kyi, che solo nello scorso maggio è stata liberata dagli arresti domiciliari, la sentenza è l'ennesimo strumento di pressione per metterla a tacere della giunta militare al potere nel Myanmar (ex Birmania).
''La sentenza e il processo sono politicamente motivati'', ha dichiarato il portavoce del partito della donna, la Lega Nazionale per la Democrazia (Nld). Lo stesso portavoce ha aggiunto che comunque la Suu Kyi è "pronta ad affrontare il carcere".
La leader dell'opposizione è stata condannata (la pena può essere commutata in 500 kyat, circa 80 euro) in seguito ad una causa persa per una lite contro il cugino.
Il partito della Suu Kyi, l'Nld, aveva vinto a pieno titolo le elezioni del 1990. I risultati sono stati però annullati dalla giunta militare che ha arrestato e incarcerato i leader del partito. A cominciare da Suu Kyi, vista in patria e all'estero come simbolo della democrazia nel Paese.
(21 FEBBRAIO 2003, ORE 12:20)
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