Ça iraq. Due



Ça iraq. Due
lanfranco caminiti [www.lanfranco.org]

ASCA (POL) - 06/02/2003 - 17.11.00
Berlusconi al Senato: Si vis pacem, para bellum
(ASCA) - Roma, 6 feb - "Si vis pacem, para bellum". Cita un cardine
della politica estera dell'antica Roma il Presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi, per sintetizzare, al Senato, la situazione
internazionale rispetto alla crisi irachena. Per il resto, il Premier
italiano ha letto, nell'aula di Palazzo Madama, lo stesso testo del suo
intervento alla Camera. and/mcc/ss 061714 FEB 03

chi cazzo scrive i discorsi a Berlusconi?
va a braccio?
Dopo Romolo e Remolo, un'altra chicca di romanità [un "cardine"
enfatizza l'ASCA: cristo, si può essere ruffiani anche in poche righe,
nelle note d'agenzia stampa, e quante maiuscole, c'è già la "Stefani"?].
Poi ci sarà "Quo usque tandem abutere, Saddam, patientia nostra."
E poi ancora "Iraq est omnia divisa in partes tres."
E via così.
chi cazzo scrive i discorsi a Berlusconi?
Bondi, che giustifica tutte le malefatte del governo dicendo che erano
progetti della sinistra [e il fatto è che a volte è pure vero]?
Scajola? Che, come è noto, è un fine dicitore?
Dell'Utri? No, Dell'Utri no. Dell'Utri cita i Greci: "Amicus Plato, sed
magis amica veritas", ché lui e la veritas tutta una cosa sono.
Sempre latinorum è.
Non può limitarsi, Berlusconi,  a quello che sa le canzoncine da café
chantant e le barzellettine?
Ora anche il ministro della difesa spiega l'intervento militare dicendo
ai giornalisti "la sapete quella del caporale che…"
Martino, l'amerikano, risulta meglio nelle barzellette che nei suoi
impettiti risvolti da competente bellico: questi poi sono tutti
riformati, quelli almeno hanno la purple heart medal, stavano nel
Vietnam. Trust me, Martino, lascia perdere.
Ecco, facciano quel che sanno fare: il cabaret.
Chissà che spasso a quelle riunioni del governo, che citazioni.
E noi, un po' straniti, stiamo qui a aspettare le Idi di marzo: "Tu
quoque, Brute, fili mi."