MOZIONI DELLA ASSEMBLEA DEGLI OBIETTORI FISCALI ALLE SPESE MILITARI PER LA DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA (OSM-DPN)



MOZIONI DELLA ASSEMBLEA DEGLI OBIETTORI FISCALI ALLE SPESE MILITARI PER LA
DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA (OSM-DPN)
Bologna 1-2 febbraio 2003

Mozione generale

L'Assemblea degli obiettori fiscali alle spese militari per la difesa
popolare nonviolenta, è rappresentativa della più durevole Campagna
nazionale italiana, che è nata puntando sulla strategia politica di
combattere la guerra e lo strapotere delle FF.AA. con il lavoro politico di
costruire nella società civile la alternativa della difesa popolare
nonviolenta (DPN) e di farla riconoscere dallo Stato come una istituzione
pubblica, autonoma dai militari.
Anche in questo momento di tempesta bellica, l'assemblea ribadisce che la
migliore strategia politica per prevenire e fermare la guerra è quella di
costruire iniziative dal basso di interposizione nonviolenta e di premere
sullo Stato affinché i suoi organismi non boicottino la legge 230/98.
Questa ha accolto due obiettivi sui tre che gli OSM-DPN avevano posto dal
1985; e cioè la riforma della legge sull'obiezione di coscienza e sul
servizio civile, e la attuazione di una prima istituzione di DPN attraverso
l'Ufficio Nazionale del Servizio Civile (UNSC) presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri.
A causa della crescita del numero degli obiettori di coscienza, per cui il
servizio di leva ormai pendeva a favore del servizio civile e quindi della
alternativa politica della DPN, i militari si sono ritirati dal loro
tradizionale potere sulla gioventù nazionale, rinunciando all'obbligo di
leva, e ora si stanno costruendo (con grandi spese) l'esercito mercenario.
Ma, se anche nei prossimi anni venisse sospeso l'obbligo di leva, già la
ulteriore legge 64/01 ha istituito la prosecuzione del Servizio Civile
volontario, lo ha allargato alle donne e lo ha legato alla difesa
alternativa della Patria (secondo le sentenze della Corte Costituzionale in
proposito).
Ma queste grandi conquiste parlamentari vengono disattese dallo Stato
stesso, all'interno di una demolizione dello Stato di diritto che può
convenire solamente a chi usa o la forza bruta delle armi o quella del
superpotere economico.
Quindi oggi la Campagna deve mantenere ancora una volta i due piani di
lotta: quello delle pressioni sul Parlamento per ottenere l'ultimo
obiettivo della Campagna OSM-DPN, quello del diritto a finanziare la pace
invece della guerra (tanto più se fatta da mercenari), attraverso una
opzione fiscale simile a quella in vigore per le confessioni religiose.
Questo obiettivo si è molto avvicinato con la legge 64/01, la quale
permette all'UNSC di ricevere somme da privati cittadini; per cui oggi si
può obiettare alle FF.AA. versando parte delle tasse sempre allo Stato, ma
direttamente all'UNSC; il che ancora non è corretto, ma segue quanto
previsto da un apposito odg approvato dalla Camera nel 1998.
Inoltre la Campagna, che già dal 1993 lanciò un coordinamento nazionale tra
le iniziative di interposizione nonviolenta nei luoghi di conflitto
internazionale, deve continuare a sostenerle, affinché nella società si
realizzi comunque quello che l'UNSC non attua con decisione, tanto che da
due anni non spende i finanziamenti stanziati espressamente per la DPN.
Inoltre l'Assemblea invita tutti i deputati solidali con la nonviolenza e
con l'obiezione di coscienza a fare pressioni sull'UNSC e sul Capo di
Stato, che è anche il Capo delle Forze di difesa nazionale, affinché l'UNSC
dia attuazione immediata ed integrale alla volontà popolare espressa dalle
votazioni del Parlamento con le leggi suddette.
In particolare invita a presentare interrogazioni parlamentari sulla
dichiarazione del Direttore uscente dell'UNSC, secondo cui l'Ufficio non
dovrebbe istituire la DPN, ma al massimo la protezione civile. Al
contrario, sia la Corte Costituzionale (sin dal 1985, sent. 164) sia il
Parlamento italiano hanno abilitato gli italiani a far nascere, così come
prefigurato anche dalla Agenda per la Pace dell'ex-segr. gen. ONU, B.
Ghali, un esercito alternativo non armato; che oggi più che mai è urgente
attuare.


Mozione sui cappellani militari

La Assemblea degli obiettori fiscali alle spese militari per la difesa
popolare nonviolenta
- plaude alla obiezione di coscienza alla guerra che l'attuale Papa ha
espresso da vari anni ed anche in occasione di quest'ultima minaccia di
guerra, assieme ai Vescovi statunitensi, canadesi, tedeschi e italiani,
oltre che a massime autorità di altre confessioni;
- ricorda che già da tempo alcuni sacerdoti e religiosi sono obiettori di
coscienza alla guerra, partecipando alla Campagna di obiezione fiscale e in
più impegnandosi nell'assistenza spirituale ai giovani del servizio civile.
L'Assemblea inoltre ritiene che, poiché oggi (anche a causa delle
autorevoli parole del Ministro alla Difesa On. Martino nel giorno 30/1/03:
"anche i più alti prelati dovrebbero benedireŠ") non è più possibile
evitare di prendere posizione: o benedire le missioni e tutte le uccisioni
che esse comporteranno, o essere fedeli alla norma morale espressa da tutte
le autorità ecclesiastiche su ricordate,
oggi i mille cappellani militari (solamente!) cattolici sono tutti
obiettori; perché di fatto o lo sono all'esercito, per essere fedeli alla
loro fede; o lo sono alla fede, per essere fedeli all'esercito;
di conseguenza rivolge l'invito ai cappellani militari di riflettere se non
sia giunto il momento di scegliere personalmente in coscienza tra le
stellette e la fedeltà alla propria vocazione religiosa, e volendo fare
della lealtà la loro divisa, a riflettere se non sia bene dichiarare
pubblicamente a quale delle due istituzioni essi sono obiettori; con ciò
l'Assemblea ritiene che essi renderanno un servizio alla loro coscienza e
un servizio alla trasparenza della loro Diocesi (specifica per i cappellani
militari) davanti ai semplici soldati.
L'Assemblea invita gli OSM, i nonviolenti e chi lotta per la pace a
manifestare davanti ai Distretti militari per invitare i relativi
cappellani militari a dichiarare pubblicamente la loro obiezione di
coscienza.