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MOZIONI DELLA ASSEMBLEA DEGLI OBIETTORI FISCALI ALLE SPESE MILITARI PER LA DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA (OSM-DPN)
- Subject: MOZIONI DELLA ASSEMBLEA DEGLI OBIETTORI FISCALI ALLE SPESE MILITARI PER LA DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA (OSM-DPN)
- From: LOC <locosm at tin.it>
- Date: Wed, 5 Feb 2003 15:15:21 +0100
MOZIONI DELLA ASSEMBLEA DEGLI OBIETTORI FISCALI ALLE SPESE MILITARI PER LA DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA (OSM-DPN) Bologna 1-2 febbraio 2003 Mozione generale L'Assemblea degli obiettori fiscali alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta, è rappresentativa della più durevole Campagna nazionale italiana, che è nata puntando sulla strategia politica di combattere la guerra e lo strapotere delle FF.AA. con il lavoro politico di costruire nella società civile la alternativa della difesa popolare nonviolenta (DPN) e di farla riconoscere dallo Stato come una istituzione pubblica, autonoma dai militari. Anche in questo momento di tempesta bellica, l'assemblea ribadisce che la migliore strategia politica per prevenire e fermare la guerra è quella di costruire iniziative dal basso di interposizione nonviolenta e di premere sullo Stato affinché i suoi organismi non boicottino la legge 230/98. Questa ha accolto due obiettivi sui tre che gli OSM-DPN avevano posto dal 1985; e cioè la riforma della legge sull'obiezione di coscienza e sul servizio civile, e la attuazione di una prima istituzione di DPN attraverso l'Ufficio Nazionale del Servizio Civile (UNSC) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. A causa della crescita del numero degli obiettori di coscienza, per cui il servizio di leva ormai pendeva a favore del servizio civile e quindi della alternativa politica della DPN, i militari si sono ritirati dal loro tradizionale potere sulla gioventù nazionale, rinunciando all'obbligo di leva, e ora si stanno costruendo (con grandi spese) l'esercito mercenario. Ma, se anche nei prossimi anni venisse sospeso l'obbligo di leva, già la ulteriore legge 64/01 ha istituito la prosecuzione del Servizio Civile volontario, lo ha allargato alle donne e lo ha legato alla difesa alternativa della Patria (secondo le sentenze della Corte Costituzionale in proposito). Ma queste grandi conquiste parlamentari vengono disattese dallo Stato stesso, all'interno di una demolizione dello Stato di diritto che può convenire solamente a chi usa o la forza bruta delle armi o quella del superpotere economico. Quindi oggi la Campagna deve mantenere ancora una volta i due piani di lotta: quello delle pressioni sul Parlamento per ottenere l'ultimo obiettivo della Campagna OSM-DPN, quello del diritto a finanziare la pace invece della guerra (tanto più se fatta da mercenari), attraverso una opzione fiscale simile a quella in vigore per le confessioni religiose. Questo obiettivo si è molto avvicinato con la legge 64/01, la quale permette all'UNSC di ricevere somme da privati cittadini; per cui oggi si può obiettare alle FF.AA. versando parte delle tasse sempre allo Stato, ma direttamente all'UNSC; il che ancora non è corretto, ma segue quanto previsto da un apposito odg approvato dalla Camera nel 1998. Inoltre la Campagna, che già dal 1993 lanciò un coordinamento nazionale tra le iniziative di interposizione nonviolenta nei luoghi di conflitto internazionale, deve continuare a sostenerle, affinché nella società si realizzi comunque quello che l'UNSC non attua con decisione, tanto che da due anni non spende i finanziamenti stanziati espressamente per la DPN. Inoltre l'Assemblea invita tutti i deputati solidali con la nonviolenza e con l'obiezione di coscienza a fare pressioni sull'UNSC e sul Capo di Stato, che è anche il Capo delle Forze di difesa nazionale, affinché l'UNSC dia attuazione immediata ed integrale alla volontà popolare espressa dalle votazioni del Parlamento con le leggi suddette. In particolare invita a presentare interrogazioni parlamentari sulla dichiarazione del Direttore uscente dell'UNSC, secondo cui l'Ufficio non dovrebbe istituire la DPN, ma al massimo la protezione civile. Al contrario, sia la Corte Costituzionale (sin dal 1985, sent. 164) sia il Parlamento italiano hanno abilitato gli italiani a far nascere, così come prefigurato anche dalla Agenda per la Pace dell'ex-segr. gen. ONU, B. Ghali, un esercito alternativo non armato; che oggi più che mai è urgente attuare. Mozione sui cappellani militari La Assemblea degli obiettori fiscali alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta - plaude alla obiezione di coscienza alla guerra che l'attuale Papa ha espresso da vari anni ed anche in occasione di quest'ultima minaccia di guerra, assieme ai Vescovi statunitensi, canadesi, tedeschi e italiani, oltre che a massime autorità di altre confessioni; - ricorda che già da tempo alcuni sacerdoti e religiosi sono obiettori di coscienza alla guerra, partecipando alla Campagna di obiezione fiscale e in più impegnandosi nell'assistenza spirituale ai giovani del servizio civile. L'Assemblea inoltre ritiene che, poiché oggi (anche a causa delle autorevoli parole del Ministro alla Difesa On. Martino nel giorno 30/1/03: "anche i più alti prelati dovrebbero benedireŠ") non è più possibile evitare di prendere posizione: o benedire le missioni e tutte le uccisioni che esse comporteranno, o essere fedeli alla norma morale espressa da tutte le autorità ecclesiastiche su ricordate, oggi i mille cappellani militari (solamente!) cattolici sono tutti obiettori; perché di fatto o lo sono all'esercito, per essere fedeli alla loro fede; o lo sono alla fede, per essere fedeli all'esercito; di conseguenza rivolge l'invito ai cappellani militari di riflettere se non sia giunto il momento di scegliere personalmente in coscienza tra le stellette e la fedeltà alla propria vocazione religiosa, e volendo fare della lealtà la loro divisa, a riflettere se non sia bene dichiarare pubblicamente a quale delle due istituzioni essi sono obiettori; con ciò l'Assemblea ritiene che essi renderanno un servizio alla loro coscienza e un servizio alla trasparenza della loro Diocesi (specifica per i cappellani militari) davanti ai semplici soldati. L'Assemblea invita gli OSM, i nonviolenti e chi lotta per la pace a manifestare davanti ai Distretti militari per invitare i relativi cappellani militari a dichiarare pubblicamente la loro obiezione di coscienza.
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