RAZZISMO DI GUERRA appello da pubblicare e diffondere



Questo appello, sottoscritto per ora singolarmente da tutti gli
organismi presenti alle riunioni del comitato organizzatore del
corteo del 15 febbraio (tranne la Rete Lilliput, che lo sta facendo
circolare al proprio interno per poterlo sottoscrivere), sarà
riproposto il 6 febbraio alla riunione "politica" di Firenze, perchè
divenga uno degli assi portanti della manifestazione del 15 contro
la guerra.
Inutile sottolinearne l'importanza, e l'urgenza di estendere l'arco
delle adesioni.
Chiederei:
- alla segreteria di "fermiamolaguerra" di metterlo nel sito e
diffonderlo via mail;
- ai Fori sociali di farlo circolare, e di usarlo
nell'organizzazione della manifestazione di Roma e delle relative
delegazioni;
- al Manifesto, Liberazione, Giano, Aprile e Carta di pubblicarlo
integralmente, e alle radio democratiche di diffonderlo, citando
anche la mail di riferimento per ulteriori adesioni;
- alla lista dell'Asgi, a Briguglio, Annamaria, Anna B., Nella,
Anubi, ai giuristi democratici etc. di metterlo sui rispettivi siti
e mailing-list.
Grazie a tutte/i
Dino
...............................................................................


CONTRO IL RAZZISMO DI GUERRA

In un mondo sempre più interdipendente, la guerra moderna alimenta e
si alimenta di pulsioni razziste e segregazioniste. Tanto più una
guerra infinita contro un nemico indefinito, come la "guerra
preventiva al terrorismo", comporta la crescente criminalizzazione e
segregazione dei diversi, identificati come potenziali nemici, anche
con il ricorso agli strumenti di una giustizia sommaria e preventiva.

Per questo il movimento contro la guerra in Iraq è anche
contestazione delle campagne mediatiche, delle montature giudiziarie
e degli atti legislativi e amministrativi che, in Italia come negli
Usa e in tutto l'Occidente, tendono da un lato a criminalizzare e
segregare i migranti e specialmente i musulmani, dall'altro ad
appiattire sulla categoria del "terrorismo" e sulla logica di guerra
amico-nemico il giudizio sui movimenti di opposizione e di
liberazione e il diritto d'asilo degli esuli, come nel caso della
diaspora kurda.

In Italia sono già centinaia i cittadini stranieri di religione
musulmana inquisiti per reati associativi, additati sulla stampa e
dai massimi esponenti del governo come "terroristi" e incarcerati in
base a indagini puramente indiziarie o basate su informative di
servizi italiani o stranieri, e ultimamente su interrogatori
extralegali di detenuti nell'inferno extragiuridico di Guantanamo.
Oltre a colpire la presunzione d'innocenza e possibili innocenti,
queste campagne giudiziario-mediatiche alimentano le tensioni
razziste nei confronti dei luoghi di culto islamici cavalcate da
esponenti di governo nazionale e locale.

Questi processi rischiano di moltiplicarsi con la guerra e con il
prevedibile immenso esodo di profughi che essa provocherà, a fronte
di una forte restrizione del diritto d'asilo e delle vie d'accesso
legali che già comporta un pesante prezzo di vite umane nei mari e
alle frontiere d'Italia e d'Europa. Oltre alle basi e alle
portaerei, in Medio oriente e nelle regioni frontaliere si stanno
allestendo i lager per profughi.

Contro questi processi di "guerra interna", che imbarbariscono la
nostra società prima ancora della barbarie della guerra aperta,
facciamo appello a una grande mobilitazione del pensiero giuridico
garantista e delle coscienze, ad un'attenta ricognizione e denuncia
dell'intreccio fra razzismo e guerra, e alla presenza a pieno titolo
dei migranti e degli esuli nelle manifestazioni e iniziative contro
la guerra in Iraq, a partire dalla giornata del 15 febbraio a Roma.

Prime adesioni: Senzaconfine, Antigone, Azad, Giuristi democratici,
Cgil naz.le, Arci naz.le, Un ponte perŠ, Mov. delle/dei
disobbedienti, Prc naz.le, Aprile, Sinistra giovanile, Conf.ne
Cobas, Legambiente, red. Carta, Assopace

Adesioni: dirittoalfuturo at libero.it