[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Altra proposta: scrivere OGNI GIORNO al Prefetto
- Subject: Altra proposta: scrivere OGNI GIORNO al Prefetto
- From: "Enrico Peyretti" <peyretti at tiscalinet.it>
- Date: Sun, 19 Jan 2003 12:58:24 +0100
Cari tutti, stiamo tutti pensando come poter premere personalmente e quotidianamente sul governo per la pace. Ogni proposta ha il suo valore e i suoi limiti. Anche questa di Ciardi, delle telefonate in prefettura, ne ha molti, di limiti: trovare il tempo ogni giorno; possono far rispondere ad un impiegato, che potrà anche non tenere nemmeno il conto delle chiamate; non resta alcun segno materiale. Propongo: 1) stampare molte copie di una brevissima lettera sostanziosa. Qui sotto propongo un modello: le lettere devono essere molto simili, possibilmente uguali, per fare massa critica. Qui non deve contare nulla l'originalità personale. 2) spedirne una al giorno, con la data del giorno, in busta chiusa, che deve essere protocollata; 3) la lettera chieda di essere comunicata al governo; 4) insistere quotidianamente (la spesa è di 4,10 euro ogni 10 giorno; 12,30 euro al mese: vale la spesa); 5) comunicare alle liste di pace la propria personale adesione a questa iniziativa e le modalità usate, 6) nello stendere la lettera tenere conto delle giustissime indicazione che Ciardi dà per le telefonate. MODELLO DI LETTERA: ----------------------------------- Signor Prefetto, sono un cittadino/a, che fa parte della netta maggioranza del popolo italiano contraria alla guerra annunciata. Le ragioni di questa posizione sono evidenti: - ogni guerra è dolore, morte, seme di vendetta senza fine, offesa all'umanità di tutti, violazione dell'etica universale; - questa guerra preventiva è guerra di aggressione, totalmente ingiustificabile; - questa guerra non è giustificabile come lotta al terrorismo, perché lo imita e lo alimenta stoltamente; - la guerra non può essere né promossa né autorizzata dall'Onu, perché questa organizzazione è istituita anzitutto per "salvare le future generazioni dal flagello della guerra" e l'art. 2 della Carta vieta agli Stati membri l'uso della guerra; le azioni di forza previste sono azioni di polizia (tese a ridurre la violenza) e non possono avere carattere di guerra, specialmente della guerra tecnologica odierna, che accresce ed esaspera la violenza; - infine, l'Italia, in un articolo altissimo e immutabile della sua Costituzione solennemente "ripudia la guerra" e partecipa, purché "in condizioni di parità", e mai di sudditanza, ad un ordinamento internazionale "che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni"; dunque l'Italia mai può partecipare ad alleanze di guerra. Le chiedo di esprimere al Governo che Lei rappresenta questa decisa posizione: io so che è della maggioranza degli italiani. Nome, indirizzo ................. Luogo e data (aggiornata ogni volta) ...................... ---------------------------------- ----- Original Message ----- From: Filippo Ciardi <filciar at inwind.it> To: Pax Christi giovani <paxchristi-giovani at yahoogroups.com>; Pax Christi <paxchristi at yahoogroups.com>; Non-violence <non-violence at yahoogroups.com>; MIR lista <MIR-riconciliazione at yahoogroups.com>; Lilliput Pt <nodo-pt at liste.retelilliput.org>; Lilliput Prato <nodo-po at liste.retelilliput.org>; Lilliput Fi <nodo-fi at liste.retelilliput.org>; Lilliput debate <debate at liste.retelilliput.org>; Glt impronta <glt-impronta at liste.retelilliput.org>; Coordinamento 185 <coordinamento185 at yahoogroups.com>; Banche Armate <Banche_Armate at yahoogroups.com>; Pace Peacelink <pace at peacelink.it> Sent: Saturday, January 18, 2003 4:54 PM Subject: [paxchristi] Altra proposta contro la guerra. Che fare? Inoltro un'altra proposta di azione diretta contro la guerra fatta circolare sulla mailing list del Glt nonviolenza della Rete di Lilliput da Tiziano Tissino di Beati i Costruttori di Pace, che pare abbiano già deciso di metterla in atto come organizzazione: si tratta, in sintesi, di mettere in crisi le prefetture con i nostri no alla guerra e di far giungere al governo questa presa di posizione, perchè decida di non appoggiarla. Che ve ne pare? Personalmente, tra le tante possibilità, continuo a pensare che bisognerebbe almeno provare a tentare un'azione diffusa di minacciato ed eventualmente realizzato boicottaggio delle pompe di benzina, almeno di quelle delle nazioni coinvolte nella guerra, o di altra forma di noncollaborazione con le strutture economiche e militari che sostengono la guerra, dopo aver preventivamente spiegato agli operatori di queste che non ce l'abbiamo con loro. Questo si inserirebbe in un discorso più ampio di informazione sui reali motivi della guerra (tra cui il petrolio) e di riflessione sul nostro stile di vita, da proporre a tutti, mentre si prepara anche una vera e propria campagna per l'alternativa alla dipendenza dal petrolio e si sostiene una campagna di campagne come "scelgo la nonviolenza" (www.retelilliput.org/scelgolanonviolenza.asp). Non credo sia onesto agire contro la guerra senza preoccuparsi di sensibilizzare almeno un poco sulle sue motivazioni reali e sulle possibili alternative strutturali e di comportamento che potrebbero essere praticate da ognuno per creare le basi della pace. Oltretutto, se ricordo bene, un boicottaggio delle pompe di benzina di una compagnia americana ottenne in passato, solamente dopo che questa aveva registrato un calo delle vendite di poche unità percentuali per pochi giorni, la decisione di far portare a terra e smontare pezzo per pezzo una piattaforma petrolifera in disuso, invece che il suo affondamento in mare. Non sarà la stessa cosa della guerra, ma credo che il minor guadagno minacciato o realizzato da parte delle compagnie petrolifere sia un deterrente maggiore o almeno altrettanto efficace rispetto alle telefonate e alle dichiarazioni alle prefetture, che nessuno ci garantisce vengano girate al governo o al parlamento, specie se presentate in forma orale, per non parlare poi della paralisi della macchina governativa e amministrativa, che vedo un obiettivo duro da raggiungere con qualche telefonata o dichiarazione al prefetto o a un centralinista, e che probabilmente non dovrebbe essere neanche l'obiettivo della nostra azione. A noi interessa infatti che non si faccia o non si sostenga la guerra, non la paralisi dell'intero stato o dei suoi organi periferici (che assolvono anche compiti positivi per il cittadino, non solo quello di dichiarare o sostenere guerre!). E voi che ne pensate? Il tempo stringe. Filippo Ciardi. ----------------------------------------------------- No alla guerra, dillo di persona al Governo Una campagna semplice ed efficace per bloccare l'ingresso in guerra dell'Italia Contribuisci anche tu, con un piccolo granello, ad inceppare la macchina bellica: parla con la Prefettura, organo periferico del governo in ogni provincia. Obiettivo della campagna: La campagna si propone di far pressione, tramite le Prefetture, sul Governo e il Parlamento affinché l'Italia non conceda alcun tipo di supporto logistico, militare e politico agli Usa e alla Nato per la guerra contro l'Iraq e, se nel frattempo questo supporto fosse stato concesso, esso venga revocato. La campagna continuerà ad oltranza fino al raggiungimento del proprio obiettivo. Modalità di azione: Chiediamo a tutti i cittadini di recarsi personalmente presso la loro prefettura, oppure di contattarla telefonicamente, per esprimere il proprio no alla guerra e chiedere alla prefettura di farsi portatrice di questo messaggio presso il governo. Basterebbe un numero relativamente basso di persone per creare un impatto significativo. Con il crescere del numero delle persone coinvolte, si potrebbe arrivare a mettere in crisi, fino alla paralisi, l'intera macchina amministrativa e governativa. Domande e risposte per convincere anche i più scettici ;-) Ci sono già molte iniziative contro la guerra. Perché aggiungerne un'altra invece di rafforzare quelle esistenti? Perché le manifestazioni, da sole, non bastano: i nostri decisori politici devono sapere che il costo di un'adesione alla guerra sarà altissimo, già nel breve periodo. D'altro canto, vogliamo offrire a tutti i cittadini non soltanto la possibilità di esprimere il loro no alla guerra, ma quella di farlo pesare, concretamente e nell'immediato. Perché non accontentarsi di una raccolta firme o di petizioni via Internet? L'impatto di una petizione, per quanto importante, è limitato: migliaia di email possono essere neutralizzate con un semplice filtro; pacchi di cartoline possono venire direttamente cestinati. Il lavoro di lobby per la pace è contrastato e sovrastatato da quello delle molto più potenti lobbies della guerra. Anche la minaccia di non votare chi approva la guerra è troppo lontana nel tempo ed indistinta per avere una reale efficacia. Perché mai questa campagna, a differenza di tutte le altre, dovrebbe funzionare? Perché è semplice da attuare, da diffondere e da gestire; è alla portata di tutti, è coinvolgente e positiva, in grado di raccogliere il favore dell'opinione pubblica ed anche delle stesse 'vittime' dirette dell'azione; essendo diffusa, è difficile da reprimere o neutralizzare; inoltre, ha un punto di innesco molto basso: possono bastare poche persone per cominciare a creare i primi disagi al sistema. Quali rischi corre chi aderisce alla campagna? Telefonare in prefettura per esprimere le proprie considerazioni non è reato. D'altronde, se la campagna avrà ampia diffusione, è ipotizzabile che ci sarà chi tenterà in tutti i modi di intimidire gli aderenti alla campagna. E' quindi difficile stabilire in partenza quali possano essere i rischi: molto dipenderà dall'evolversi della campagna stessa. Tuttavia, al momento attuale i rischi sembrano del tutto insignificanti. Come si organizza la campagna? La campagna si sviluppa e si diffonde puntando sul passa-parola e sul passa- email: un sito internet, {http://www.peacelink.it/dillodipersona/ }www.peacelink.it/dillodipersona/ contiene gli indirizzi ed i numeri di telefono di tutte le prefetture d'Italia. Il sito stesso è utilizzabile anche come 'bacheca elettronica' in cui scambiarsi suggerimenti ed esperienze. Per il resto, la campagna non ha una sua struttura organizzativa centralizzata: a livello locale, ogni realtà aderente all'iniziativa decide autonomamente come organizzarsi. Siamo un gruppo intenzionato a lavorare per diffondere la campagna. Cosa possiamo fare? Potete diffondere la campagna facendo circolare questo volantino; potete organizzare dei presidi in vicinanza alla vostra Prefettura, invitando i passanti ad entrare in Prefettura, ad esempio per consegnare una copia di una lettera contro la guerra; potete fare dei comunicati alla stampa locale annunciando l'avvio della campagna. e poi, lasciate spazio alla fantasia e vedrete che di idee ve ne vengono in abbondanza. Cosa devo dire e come mi devo comportare, quando parlo con la prefettura? Chiedetedi parlare con il prefetto, ma se non c'è o non è disturbabile, cercate di farvi passare il capo di gabinetto o qualche altro funzionario, fino a trovare qualcuno con cui parlare. Spiegateal vostro interlocutore le ragioni per cui siete contrari alla guerra e chiedetegli di farsene portavoce presso il governo; cercate di fargli capire che non ce l'abbiamo con gli impiegati della prefettura, né con il loro lavoro, ma che il coinvolgimento in guerra dell'Italia è una cosa troppo grave per non meritare una forte azione di pressione nei confronti del governo. Ricordatevidi essere sempre gentili e determinati allo stesso tempo. Ascoltate con attenzione quello che ha da dirvi il vostro interlocutore, ed anche se si dimostrasse sgarbato mantenetevi calmi e rilassati, senza farvi prendere dallo spirito della polemica. Se il vostro interlocutore chiude bruscamente la telefonata, richiamate dicendo una cosa tipo 'Dev'essere caduta la linea.'. Cercatedi stabilire un dialogo con il vostro interlocutore, chiedendogli se anche lui personalmente condivide le vostre preoccupazioni. Siate comprensivi con lui se vi esprime le sue difficoltà a far passare le vostre istanze al livello superiore, ma al tempo stesso incoraggiatelo ad insistere e preannunciategli che anche voi, da parte vostra, vi rifarete vivi con lui. Un gruppo di amici si potrebbe ritrovare insieme nei pressi di un telefono con il vivavoce. Una persona chiama, le altre ascoltano il dialogo, facendo poi a rotazione. Il fatto di essere in molti permette, tra una telefonata e l'altra, di valutare come è andata e di affinare la propria 'tecnica'. [Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio] Per ritirare la sottoscrizione a questo gruppo, inviare un'e-mail a paxchristi-unsubscribe at egroups.com L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle http://it.docs.yahoo.com/info/utos.html
- References:
- Altra proposta contro la guerra. Che fare?
- From: "Filippo Ciardi" <filciar at inwind.it>
- Altra proposta contro la guerra. Che fare?
- Prev by Date: Il pentagono progetta di creare “supersoldati”
- Next by Date: Notizie, foto e video dalle grandi manifestazioni negli USA
- Previous by thread: Altra proposta contro la guerra. Che fare?
- Next by thread: Pace...Vattimo chiede uno sforzo di coerenza al PSE
- Indice: