non solo Emergency. MSF condannata e colpita a Roma



nessun commento ad "una situazione" che a Roma si ribadisce da mesi
Maurizio Biosa


>From: patti <appello_palestina at yahoo.it>
Vi invio il comunicato stampa di Medici senza frontiere sulla distruzione
della mostra da parte di  persone non identificate ma chiare sulle attività
di MSF con la popolazione civile palestinese. Vi invito a farne la massima
diffusione e denunciare l'episodio veramente grave.



Roma, 11 dicembre 2002. Medici Senza Frontiere
denuncia con rammarico l'episodio avvenuto oggi nella Libreria Mondatori in
v. S. Vincenzo 10 a Roma.


Un gruppo di persone non identificate ha rimosso le fotografie e
i pannelli esplicativi di una mostra sulla grave condizione della
popolazione civile palestinese e sulle attività dei volontari di
Medici Senza Frontiere nei Territori Occupati.

Un atto premeditato perché sono stati tagliati i cavi d'acciaio che
sostenevano le foto e i pannelli e forse annunciato
dal clima di tensione creatosi intorno alla mostra nei
giorni scorsi.

"Siamo allibiti. Non riusciamo a spiegarci le motivazioni di una simile
violenza e di gesti che fin troppo somigliano a vandalismo. Da quando
la nostra mostra sulle attività di MSF in Palestina è arrivata a Roma sono
state numerose le telefonate di condanna e le accuse di parzialità da parte
di persone qualificatesi come ebrei. Fin qui, è nelle
norma. Siamo abituati a ricevere critiche per il nostro lavoro che ci porta
nei contesti più difficili. Ma arrivare a manifestare così
esasperatamente il proprio dissenso è inaccettabile" sono le parole del
presidente di MSF, dott. Pierluigi Susani "soprattutto perché il nostro è un
impegno umanitario che nulla ha di parziale giacché si svolge accanto ad una
popolazione civile privata di  mezzi di sopravvivenza propri e che conta
oramai solo sull'aiuto di organizzazioni umanitarie. Oltre ad essere
dimenticata dalle cronache che invece raccontano sovente le sofferenze degli
israeliani".

La mostra, che sta girando il mondo, è stata inaugurata in settembre a
Tel Aviv e Gerusalemme. I nostri referenti israeliani conoscono bene il
lavoro di MSF nei Territori Occupati e apprezzano il nostro impegno accanto
alla popolazione civile palestinese che, in alcune aree,
non ha accesso all'assistenza medica di base. La mostra è già stata
nelle capitali di vari paesi europei senza ostacoli di sorta; idem nella
prima tappa italiana, Milano, il mese scorso.

"Ci stupisce che proprio a Roma, da dove molte iniziative rivolte al
dialogo delle parti in conflitto in Medioriente sono state lanciate, ci
sia una tale esacerbazione degli animi" continua Susani "ed una evidente
difficoltà ad accettare che un impegno umanitario si svolga accanto a
chi ne ha bisogno".

L'impegno di MSF in Palestina non ha il senso di una scelta di parte,
come in nessun altro contesto di conflitto: si tratta di
una valutazione dei bisogni reali che non esclude in nessun modo la
condanna per gli atti di violenza omicida di cui sono vittime gli
israeliani.

Medici Senza Frontiere è in Palestina dal 1989. Ha lavorato con le
piccole vittime della prima Intifada, con i neonati malnutriti e con le loro
madri e, dal settembre del 2000, con i bambini e le famiglie nel cuore
dell'attuale conflitto israelo-palestinese a Gaza e a Hebron.

Per ulteriori informazioni, Ufficio Stampa.
06.44.86.921 - 335.8489761,


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